Massime e memorie
ATTENTI AL CANE, ANCHE QUANDO NON C'E'
12 febbraio 2005 | T N
Era stato il guardiano a scrivere con la vernice rossa sulla pietra, allâentrata della villa, ATTENTI AL CANE. Il cane non câera, ma la gente lo temeva lo stesso. Se lo immaginava nascosto tra i ginepri della montagna, capace di sbucare allâimprovviso e di aggredire con la ferocia proverbiale del cane che non abbaia. SI PREGA DI STARE MOLTO ATTENTI AL CANE, si era compiaciuta di aggiungere la zia dalla parte interna del cancello. âIl guardiano non è mica stupido del tutto. Si ha il cane senza averlo, senza dovergli badareâ.
Fortunato Pasqualino
Testo tratto da: Fortunato Pasqualino, La danza del filosofo, Santi Quaranta, Treviso 1992