Massime e memorie

Il padrone di terre nei versi di Raffaele Carrieri

Il suo potere è esteso per terre e accentrato in centimetri ed ettari. Contiene tutte le mani tutte le anime, tutta la sete tutta la fame

03 settembre 2011 | T N

IL PADRONE DI TERRE

 

Sia per sempre disonorato

Il manzo che l’ha nutrito

Con polpa e midollo;

Lo stesso disonore tocchi al castrato

E agli altri eunuchi da cortile.

Disonore alle vigne

Che gli hanno fornito manzanilla

Per mantenere rosse guance

E l’occhio come lo scalpello

Che cancella gli sguardi altrui.

Si vergogni il tessitore

Che ha tessuto a rilievo

Le rose nere della giacca

Foderata di verbali e sequestri.

 

Si vergogni il cappellaio,

si vergogni il sarto.

Si vergogni il falegname

Che ha tagliato e inchiodato

Il suo bastone di pero duro

Dalla cui impugnatura

Dipendono dozzine e dozzine

Di famiglie di braccianti,

A parte asini e muli

Le mandrie di capre

Con cani e pastori.

Il padrone e il bastone

Sono un corpo solo

Per la verifica e la punizione.

 

Il suo potere è esteso per terre

E accentrato in centimetri ed ettari

Contiene boschi granai cisterne:

Tutte le mani tutte le anime

Tutta la sete tutta la fame.

Il padrone di terre

Acceca il mastino di fiducia

Che gli ha sottratto il tordo

Dallo spiedo caldo

E stermina gli usignoli

Perché consumavano la voce

Per niente, per niente.

E il niente per il padrone di terre

È la morte, la Muerte.

Sia per sempre disonorato

L’avvocato che lo difende,

Lo stesso disonore tocchi al giudice

Che lo asslve e al vescovo che sorride.

 

Raffaele Carrieri

 

Testo tratto da: Raffaele Carrieri, Le ombre dispettose, Mondadori, collana Lo Specchio, Milano 1974