La voce dell'agronomo
Epap, chi ci guadagna ad alimentare il caos?
Dopo la risposta del Presidente Pirrello alle inchieste giornalistiche sul miserevole tasso di rendimento dell’ente di previdenza di agronomi e forestali, chimici, attuari e geologi stiamo assistendo a strane manovre
23 gennaio 2010 | Alberto Grimelli
Le inchieste giornalistiche di âItalia Oggiâ e âIl Sole 24 Oreâ sui tassi di rendimento delle casse professionali hanno colpito nel segno.
Anche âTeatro Naturaleâ se ne era occupato (link esterno) sottolineando come un rendimento medio dello 0,58% in un quinquennio (2004-2008) fosse insostenibile e dimostrasse, anche in confronto ad altre Casse professionali, lâassoluta inefficienza della dirigenza che nel periodo ha guidato lâEpap.
Di fronte a una serie di attacchi concentrici il Presidente dellâEpap si è sentito in dovere di rispondere (link esterno) con una lettera di contestazione molto articolata, di fatto basata sullâassunto che scelta dellâEnte di non utilizzare âuna norma del decreto anticrisi ha consentito agli Enti di contabilizzare il patrimonio ai valori del 31.12.2007, annullando quindi di fatto, ai fini del consuntivo 2008, gli effetti negativi della crisi finanziariaâ non consentiva di paragonare i dati dellâEpap con quelli degli altri Enti di previdenza professionali.
Leggendo la lettera del Presidente Pirrello vengono comunque spontanee alcune domande:
- perché lâEpap, al contrario di altre Casse, ha deciso di non utilizzare tale norma?
- se il miserevole rendimento medio quinquennale è, interamente o quasi, dovuto al solo anno 2008 vuol dire che in quellâanno le perdite sono state altissime? A quanto ammontano?
- perché non viene riportato nessun dato a confutazione? Non un tasso di rendimento ritenuto comparabile con le altre Casse, non i tassi di rendimento annuali. Nulla.
In quanto a trasparenza e comunicazione, lâEpap è sempre stata molto deficitaria, soprattutto in tema di risultati economici e di gestione.
Non che abbiano mai mancato di pubblicare i dati e i bilanci ma in tale forma e formato da essere difficilmente intelleggibili se non da parte di un esperto finanziario, e solo dopo unâattenta lettura. Considerando che nessuno degli iscritti Epap, anche se con cultura universitaria, ha tale specializzazione è chiaro che la comunicazione avrebbe dovuto adattarsi al lettore e non viceversa.
Le banche, che raramente possono essere additate a campionesse di trasparenza, in questo caso possono vantare una comunicazione limpida e facile a capirsi.
I fogli informativi di adesione a un fondo di investimento forniscono infatti informazioni chiare e immediatamente comprensibili: andamento negli anni del fondo e del suo tasso di rendimento, bilanciamento tra le varie componenti (azionario, obbligazionario, valutario), eventuale tasso di rischio in funzione del bilanciamento delle componenti e dei mercati di investimentoâ¦
Eâ vero che lâEpap non è un fondo, ha infatti più elevati margini di manovra per bilanciare i propri asset di investimento, ma la predisposizione di un foglio informativo consuntivo semestrale o annuale in âstile bancarioâ non mi sembra impresa impossibile.
Invito quindi sin dâora i futuri dirigenti Epap, di quelli in carica non mi fido più, a unâoperazione trasparenza e chiarezza, ricordano che dove non câè trasparenza si alimenta il dubbio e dove nasce il dubbio cresce anche la sfiducia e la disistima.
Presto infatti gli iscritti Epap, ovvero solo i liberi professionisti che versano i contributi a questo Ente, dovranno rinnovare la dirigenza della Cassa (Consiglio di amministrazione, Consiglio di indirizzo generale, Delegati).
Ho voluto e dovuto specificare che hanno diritto di voto solo gli iscritti allâEpap perché, nelle ultime settimane, vi è chi sta alimentando confusione.
Prendo spunto da un recente comunicato stampa del Conaf che, invocando quote rosa nelle prossime elezioni Epap, così informava:
âLe quasi 4mila donne del nostro Ordine rappresentano un valore professionale e un capitale umano imprescindibile nella crescita della nostra categoria. Un patrimonio di conoscenza e sensibilità al servizio della società e del mondo professionale. Per questi motivi auspico che, in vista della scadenza delle candidature per il rinnovo delle cariche del nostro ente di previdenza â lâEpap â le donne facciano la loro parteâ.
Riconosco il valore e le capacità delle colleghe, auspico un loro maggiore coinvolgimento nellâattività ordinistica e previdenziale, ma nelle poche righe del comunicato Conaf evidenzio almeno due elementi che possono generare confusione:
- ânostro Ente di previdenza â lâEpapâ. LâEpap non è la Cassa di tutti gli iscritti allâOrdine. Sono infatti poco più di 10.000 gli iscritti allâEpap contro i più di 21.000 iscritti allâOrdine.
- richiamandosi alle âquasi 4mila donne del nostro Ordineâ si dà la sensazione che tutte queste siano chiamate a esprimersi per il rinnovo dellâEpap, informazione chiaramente sbagliata, in quanto tra queste vi possono essere dipendenti pubblici o privati, insegnanti e altre figure che non debbono iscriversi allâEpap in quanto già iscritte ad altra Cassa di previdenza.
Il vero problema, al di là del comunicato Conaf, è che, mai quanto in queste lezioni di rinnovo della dirigenza dellâEpap, il Consiglio nazionale degli agronomi e forestali si sta muovendo apertamente e disinvoltamente, tanto da arrivare ad auspicare, durante lâAssemblea con i Presidenti dâOrdine provinciale, sintonia tra il Conaf e lâEpap.
Se è vero che il Conaf non può disinteressarsi completamente dellâEpap, al quale sono iscritti circa il 50% di tutti gli agronomi e forestali, è chiaro che il rapporto dovrebbe essere di collaborazione tra due enti separati, portatori di interessi diversi, come avevo illustrato alla collega Patrizia Sagretti in una precedente lettera pubblicata su âTeatro Naturaleâ (link esterno).
Purtroppo così non è, o non sembra essere, con il Conaf che, anziché attendere in religioso silenzio lâesito elettorale per poi confrontarsi con la nuova dirigenza, pare sostenere apertamente alcuni candidati, così violando il principio di indipendenza e autonomia tra i due Enti, fatto che alimenta caos e confusione.