La voce dell'agronomo
L'AGRONOMO, CONOSCIAMOLO MEGLIO
Competenze e preparazione per una professione che si rinnova. Il parere di Dina Porazzini, presidente del Consiglio dell'Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Forestali.
06 settembre 2003 | Alberto Grimelli
Si può fregiare del titolo di agronomo il laureato nelle facoltà di agraria o in scienze della produzione animale o in scienze e tecnologie alimentari secondo il vecchio ordinamento universitario o il laureato in una delle classi di cui al DPR 328 del 5 giugno 2001, che abbia superato l’esame di abilitazione all’esercizio della professione e che sia iscritto all’albo provinciale dell’Ordine dei Dottori agronomi e forestali.
La professione di agronomo è stata regolamentata fin dal 1929 col Regio Decreto n. 2248, oggi la normativa di riferimento è la legge n. 152 del 10 febbraio 1992.
Competenze
Art. 2, L. 152/1992: “sono di competenza dei dottori agronomi e dei dottori forestali le attività volte a valorizzare e gestire processi produttivi agricoli, zootecnici e forestali, a tutelare l’ambiente e, in generale, le attività riguardanti il mondo rurale”.
L’agronomo quindi è il professionista di riferimento del settore agricolo, potendo assistere imprese agricole ed industrie agroalimentari in ogni loro attività , dalle pratiche catastali all’accertamento della qualità , alla contabilità e al marketing fino a progettazione e direzione per lavori relativi a costruzioni rurali o fabbricati attinenti alle industrie agrarie e forestali.
Non solo agricoltura
Studi di assetto territoriale per piani urbanistici e paesaggistici, analisi chimico-fisiche-microbiologiche e anche sensoriali dei prodotti agroalimentari, valutazione delle risorse idriche sono alcune delle attività previste dall’ordinamento professionale dell’agronomo che hanno una diretta ricaduta sull’intera società .
Professione intellettuale
Una professione intellettuale, di scienza e di pubblica utilità .
Le responsabilità connesse all’attività quotidiana sono profondamente sentite tanto che nel 1994 è stato promulgato il codice di deontologia professionale.
Inoltre nel 1997, al termine del X congresso nazionale, è stata pubblicata la Carta di Vieste che contiene i principi e gli impegni assunti dai Dottori agronomi e forestali per uno sviluppo sostenibile. Tra i principi tengo a segnalare: la fertilità dei suoli, le risorse idriche e le biodiversità animale e vegetale sono patrimonio dell'umanità ; gli ambienti acquatici, terrestri e marini, sono una risorsa vitale, limitata e vulnerabile; sicurezza, integrità , salubrità degli alimenti rientrano tra i diritti delle popolazioni come elementi fondamentali della qualità della vita. Pertanto i dottori agronomi e forestali si sono impegnati: ad adottare soluzioni tecniche sempre compatibili con la salvaguardia delle risorse naturali e ad assumere, in sede pubblica e privata, comportamenti professionali atti alla conservazione ed al miglioramento dell'ambiente ed al ripristino delle biocenosi minacciate o degradate.
Incontriamo la Dott.ssa Agr. Porazzini, presidente del Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Forestali
- Le competenze assegnate a Dottori agronomi e forestali sono molto ampie. Non si rischia di fare dell’agronomo un tuttologo?
No, anzi ritengo che sia un punto di forza della nostra categoria.
Se il nostro è un ordine professionale in cui convivono molte professioni e professionalità diverse (agromono, forestale, biotecnologo, zoonomo…) è anche vero che la preparazione di base molto ampia consente, nel corso della vita lavorativa, di essere flessibili. à ormai noto che, ogni 10 anni circa, il professionista deve cambiare il proprio ambito di lavoro adattandolo alle esigenze della società e dell’evoluzione agricola ed ambientale.
- Quali sono le competenze chiave per l’agricoltura di domani?
Se parliamo solo di agricoltura: assistenza tecnica per il miglioramento qualitativo degli alimenti, controllo e certificazioni di filiera e di prodotto, informazione al consumatore, marketing e assistenza all’azienda per gestione ordinaria e rapporto con la pubblica amministrazione.
Se parliamo invece di sistema rurale, inteso come soddisfare la necessità della collettività di viver bene, in pace con la natura, le discipline chiave sono: pianificazione territoriale, studio e progettazione del paesaggio, gestione ambientale.
Proprio per assolvere meglio ai compiti futuri, l’Ordine degli agronomi e forestali sta lavorando per creare un super ordine del sistema rurale con l’apertura ai laureati in scienze ambientali. scienze naturali e una fusione con l’Ordine dei tecnologi alimentari. Qualità della vita dalla tavola all’ambiente, rapporto armonico città /campagna saranno le competenze assegnate a questo nuovo professionista.
- Perché le amministrazioni pubbliche dimenticano spesso gli agronomi nei bandi per incarichi attinenti all’agricoltura o all’ambiente?
Accadeva soprattutto nel passato, oggigiorno molto meno. Mancava spesso un corretta informazione alle pubbliche amministrazioni sulle competenze degli agronomi il cui ordine si focalizzava maggiormente sul settore agricolo. La nascita di numerose scuole di specializzazione in ambito ambientale, paesaggistico e di pianificazione territoriale ha creato professionisti più preparati rispetto a qualche decennio fa, facendo anche apprezzare molto di più la figura dell’agronomo.
- Tre aggettivi per descrivere un buon agronomo?
Preparato, aggiornato, curioso.
- Il libro indispensabile nella biblioteca dell’agronomo?
Ogni professionista dovrebbe aver letto il Piccolo principe di Antoine Marie Roger de Saint-Exupéry perché autonomia, libertà di pensiero e curiosità sono motori indispensabili per la vita professionale. In particolare poi, come testo tecnico, l’agronomo dovrebbe leggere Storia del paesaggio agrario di Sereni.