La voce dell'agronomo
LA POLITICA AGROALIMENTARE DEL GOVERNO È LA CONTRADDIZIONE
Stranezze d'Italia. Le bevande di fantasia, nel senso che per trovare un po’ di frutta ci vuole molta immaginazione, sono state legalizzate dalla circolare numero 168 del 2003. Non una direttiva del Ministero delle Politiche agricole, ma di quello delle Attività produttive!
17 gennaio 2004 | Alberto Grimelli
Clamorosa, ha fatto il giro di tutti i telegiornali, quotidiani e riviste, la decisione del Ministero delle Attività produttive che consente di immettere in commercio bevande al gusto di frutta, in cui profumi, aromi e colore viene conferito da additivi vari, magari con un poâ di succo di frutta.
Probabilmente alcune grandi industrie agroalimentari avrebbero preferito che tale provvedimento passasse sotto silenzio potendo quindi approfittare di questa grandiosa occasione di business. Immettere infatti sul mercato allegre e attraenti confezioni di bevande al gusto di⦠impreziosite da packaging che rimandino al frutto è diventato ora perfettamente lecito, alla faccia delle restrittive, perfino maniacali, norme inerenti praticamente ogni prodotto agricolo e naturale.
A tal proposito mi sorgono, a parte un furioso attacco dâira, anche alcune domande: perché di un provvedimento su prodotti alimentari, che possono perfino contenere derrate agricole, se ne occupa il Ministero delle Attività produttive? Area di competenza mi si dirà , niente in contrario, ma dato che tale circolare ha un impatto sul comparto agricolo perché non è stato informato il Ministero delle Politiche agricole? Soltanto magari un parere tecnico e politico, che però avrebbe permesso allâonorevole Marzano, responsabile del provvedimento sulle bevande di fantasia, di essere risparmiato dalle feroci critiche avanzate allâunisono da organizzazioni dei consumatori e agricole.
Giudizi impietosi che hanno costretto Alemanno a una presa di posizione chiara e netta: âho ascoltato le osservazioni avanzate dalle organizzazioni agricole, bisogna ammettere che il problema esiste: parlerò con Marzano per sollecitarlo a modificare questa circolareâ.
Alcune modifiche infatti si impongono non tanto per impedire la commercializzazione di queste bevande, quanto per chiarezza e corretta informazione. Ogni agricoltore infatti conosce bene quanta attenzione e cautela deve porre nella creazione di unâetichetta e delle indicazioni riportate, il consumatore non deve essere ingannato da proprietà o caratteristiche che lo inducano in errore. Tale principio, a maggior ragione, deve valere anche per tutti quei prodotti industriali e di sintesi che non dovrebbero avvalersi di immagini, frasi o altro che potrebbero abbindolare un acquirente disattento, se fantasia deve essere, questo vale anche per le confezioni e il pakaging.