La voce dell'agronomo
MA QUANTO VALE DAVVERO IL TITOLO DI DOTTORE? SEMPRE MENO, PURTROPPO
I tempi cambiano. Adesso ci si laurea in tre anni, anche studiando poco, considerando peraltro i crediti assegnati sulla base di attività varie e la diffusione di convenzioni che riducono in maniera sensibile il numero di esami da sostenere. C’è poi chi il titolo di “Dr” se lo compra negli Usa
10 giugno 2006 | Alberto Grimelli
La parola dâordine per lâUniversità italiana è stata privatizzare, semplificare, sburocratizzare, avvicinandoci così allâEuropa.
Come accade molto spesso con le riforme radicali si è passati da un eccesso allâaltro.
I giovani, fino a qualche anno fa, uscivano dallâUniversità a 30 anni, troppi, decisamente troppi se consideriamo che i neolaureati europei avevano in media 24-25 anni. Cinque anni nei quali i colleghi europei potevano acquisire molta esperienza lavorativa, e con essa un notevole vantaggio competitivo rispetto agli italiani.
La legge Moratti ha cambiato la situazione e stravolto lo scenario, ma ha anche dato adito a scenari inquietanti e preoccupanti.
Lâintroduzione dei crediti formativi e la possibilità di assegnarne una certa quantità sulla base di capacità , abilità o competenze ottenute fuori dallâambito accademico ha fornito agli organi universitari un potere tale da generare, in potenza, disuguaglianze notevoli, oltre che dubbi sullâeffettiva preparazione dei neolaureati, già messa in discussione sulla base dellâeccessiva condensazione di programmi e materie di studio. Cinque anni, spesso, ridotti a tre.
Eâ poi divenuta moda dilagante, per conquistare studenti e con essi finanziamenti, stipulare convenzioni che permettevano ai lavoratori di Enti o, talvolta, aziende un accesso privilegiato e di favore, anche attraverso lâassegnazione di un imponente numero di crediti. Lo slogan era âlaureare lâesperienzaâ, un ottimo principio che però è stato distorto, fino al limite della mercificazione della laurea.
Una progressiva degenerazione e decadimento che non può che coinvolgere anche il valore e il prestigio stesso del titolo di Dottore.
Il Ministro Mussi, per fortuna, è intervenuto con urgenza e ha stretto un giro di vite nella ormai diffusa pratica di âlaureare l'esperienzaâ. In particolare sulle convenzioni tra Atenei ed Enti per il conseguimento di titoli universitari, è stato emanato un primo atto di indicazioni operative con cui si sono invitate le Università a contenere il limite quantitativo dei crediti formativi riconoscibili nel numero di 60 sulla laurea triennale, pari a un anno di corso.
Se diventerà moderatamente più difficile e complicato acquistare una laurea, così non è per il titolo di Dottore, o meglio di Doctor.
Basterà infatti un assegno perché unâIstituzione universitaria americana rilasci il titolo onorifico di Doctor (Dr), con lâautorizzazione allâuso del suddetto titolo con tanto di autentica di un notaio americano e Apostille del segretario di Stato, inerente allâoperatività dellâUniversità americana. Pur senza alcun valore accademico e senza equipollenza alla laurea italiana, gli insigniti di tale âonoreficienzaâ potranno farne uso nella propria corrispondenza e nel materiale con intestazione personalizzata, in base al Trattato di Amicizia tra Italia e Usa.
Quanto varrà in futuro il titolo di Dottore?