La voce dell'agronomo

CACCIA E AGRICOLTURA, UN PROBLEMA APERTO

All’apertura della caccia ritornano in auge problemi e discussioni. Non solo gli ambientalisti protestano. Vi è anche una parte degli agricoltori che si lamenta del comportamento non sempre rispettoso dei cacciatori

25 ottobre 2003 | Alberto Grimelli

Poste e sparatorie nel mezzo di campi con colture in atto, bossoli lasciati per terra, violazione del divieto di esercizio di caccia nei pressi di abitazioni o vie di comunicazione, fino ad arrivare a veri e propri atti di vandalismo nei confronti della proprietà degli agricoltori che azzardano qualche reclamo. Questi sono i più comuni episodi che fanno infuriare chi, in campagna, vive e lavora tutto l’anno.
Anche se, purtroppo, questi non sono casi così isolati, è vero che la maggior parte dei cacciatori sono appassionati, sportivi e corretti e non facinorosi dal grilletto facile. Tuttavia il loro rapporto con la natura lascia perplessi quanti vogliono salvaguardare in toto il patrimonio vegetale ed animale già duramente provato da inquinamento e riduzione degli spazi verdi. A convegni e manifestazioni vengono portate aggiornate statistiche sulla riduzione della fauna selvatica negli ultimi anni e addossate precise responsabilità ai cacciatori che si vorrebbe rinchiusi in riserve o parchi creati ad hoc.
Non credo che la caccia possa essere tacciata come principale responsabile della desolante distruzione della fauna selvatica e della biodiversità. Certamente taluni comportamenti inimicano gran parte del mondo rurale e ancor più della pubblica opinione. Portare un’arma con sé implica disporre di un buon autocontrollo, senso di responsabilità e raziocinio, per questo sono rimasto sconcertato dalla proposta di dare la possibilità ai sedicenni di avere un porto d’armi. Per fortuna l’intervento del Ministro Alemanno è stato chiarificatore: “non conosco da quale fonte possa essere stata tratta un’idea così strampalata come quella che permettere di imbracciare il fucile da caccia anche ai giovani di 16 anni, in ogni caso - prosegue il Ministro - non ci ho mai pensato e smentisco nel modo più deciso che una tale disposizione sarà contenuta all’interno della Proposta di Legge che in questi giorni stiamo elaborando insieme al Corpo Forestale dello Stato e al Ministero dell’Ambiente”.
È infatti recente la notizia che è stata resa pubblica la proposta i legge che ha per titolo “Norme per la tutela, la conservazione e la gestione delle risorse faunistiche e degli habitat naturali”. Fermo restando la competenza delle Regioni e delle Provincie autonome in materia di calendario venatorio e di controlli, questa proposta intende anche salvaguardare sia le colture agricole ma anche gli operatori, vietando, ad esempio l’attività venatoria a meno di 100 metri da macchine agricole in movimento o a 150 metri da abitazioni, recinzioni per bestiame, aie o cortili. Introduce anche un fondo di garanzia nazionale per le vittime della caccia.
“La pubblicazione di quella che – ribadisce l’on. Bertolaso - è ancora una bozza soggetta a perfezionamenti, fornirà la possibilità a tutti gli utenti di poter formulare osservazioni, proposte, suggerimenti che verranno valutati e portati nel tavolo di lavoro appositamente istituito presso il Ministero.”
In attesa di un testo definitivo mi auguro che questa stagione venatoria sia costellata dal minor numero possibile di episodi spiacevoli e che ci sia la volontà da parte di tutti (cacciatori, agricoltori, ambientalisti…) al confronto più che allo scontro.