La voce dei lettori

POLEMICHE INTORNO AL CONSUMO DI ALCOOL

Pensieri inespressi. Una lettera di Chiara Bologna senza la replica (che pure c'è stata) di Emanuele Scafato. "Teatro Naturale" è contro ogni forma censura, eppure accade che...

09 ottobre 2004 | T N

Buongiorno,
mi chiamo Chiara Bologna e a 26 anni sono titolare di un´azienda prodruttrice di vino situata nell´astigiano. mi rivolgo a voi poiché desidererei tanto sapere come si fa a rispondere ad Emanuele Scafato (chiedo scusa se non dico dottore!).
Mi sorge spontaneo un dubbio dopo aver letto l´articolo.lui stesso dichiara quanto segue: In un litro di vino si registrano mediamente livelli di 0,6-0,8 milligrammi di resveratrolo; per ottenere gli effetti di "protezione" e
per favorire un ridotto rischio vascolare, la quantità giornaliera assicurata dalla prescrizione medica (di almeno sei mesi) dei comuni farmaci che contengono principi attivi analoghi al resveratrolo è pari a 1000 mg. È facile calcolare che per raggiungere tali livelli terapeutici sarebbero necessari un migliaio di litri di vino.

Il dubbio sorge quando dichiara che le donne devono bere massimo un bicchiere e mezzo di vino al giorno sennó fa male peró se ne dovrebbe bere un migliaio di litri per far effettivamente bene. Anche in quantitá non esagerate come qualche bicchiere non puó far un pó bene?
Probabilmente sono troppo giovane ed "ignorante" in campo medico (resveratrolo ?????) ma mi chiedo chi possa tutelare il settore in cui lavoro, per cui ho una grande passione e che soprattutto rallegra molto spesso migliaia di tavole in tutto il mondo?
Altra domanda, i comuni farmaci non sono quelli che hanno scritte sulle confezioni (non tutte ma molte) IN ALCUNI CASI POTREBBE CAUSARE IL DECESSO ????
Mi pare si stia creando troppo allarmismo ottenendo tanta confusione nel consumatore che ora dovrebbe sentirsi in colpa o in pericolo di salute se percaso beve qualche bicchiere al giorno?
Questi dubbi vorrei porli al "DOTTORE" che probabilmente non ha mai assaggiato un buon vino in vita sua o non sa che tante persone si sforzano di migliorare questo settore giornalmente. in rispetto a loro forse dovrebbe organizzare congressi dove si approfondisce un pó di piú la tematica e non solo dichiarare brevemente per mettere in confusione.

Chiedo scusa per questa mail piú simile a uno sfogo che a una richiesta ma per rispetto a me stessa almeno questa volta dovevo trascrivere i miei pensieri.
Grazie e complimenti per il servizio che ci rendete!
Chiara Bologna

Risponde l'interessato.
La Redazione



Gentile Direttore,

Con buona pace della signora CHIARA Bologna le evidenze scientifiche sono esattamente quelle riportate e chi si occupa, come me, di tentare di tradurre in parole semplici e quotidiane il significato dei risultati di lavori di ricerca non ha molte chance.
Dispiace che la signora CHIARA non abbia ben interpretato il senso del testo.
Vediamo di essere ancora più chiari ed espliciti.

1) Le donne NON devono consumare più di 1 bicchiere e mezzo di UNA QUALSIASI BEVANDA ALCOLICA se vogliono mantenere basso il rischio di problemi e patologie alcol-correlate. Non me lo invento io e se vuole avere conferma può rivolgersi direttamente al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali per i ragguagli relativi alle Linee Guida per una Sana Alimentazione Italiana (link esterno).

2) Le evidenze di un presunto "effetto protettivo" nel sesso femminile legato al consumo moderato di vino (o di alcol) NON E' SUPPORTATO dai risultati degli studi che INVECE hanno dimostrato una riduzione del rischio per CARDIOPATIA CORONARICA solo per gli UOMINI di età superiore ai 45 anni. Quindi NON per le donne, NON per i giovani.

3) Resveratrolo (se la prenda con il coordinatore editoriale di Teatro Naturale GRIMELLI per il termine: l'ha messo lui nella domanda postami).
Il riferimento da me fatto alle quantità efficaci di principi attivi farmacologici antiossidanti analoghi a quelli contenuti nel vino (resveratrol) ha raggiunto l'obiettivo di rendere consapevole la signora CHIARA che, secondo alcune osservazioni scientifiche, occorrono quantità "industriali" di alcolici per verificare l'effetto di protezione.
E' tuttavia evidente che il testo è stato male interpretato o letto frettolosamente : mai suggerito che bisogna bere le "migliaia di litri al giorno", ANZI, nel sottolineare che per favorire il ridotto rischio vascolare sarebbero necessari un migliaio di vino al giorno cercavo di fornire un elemento di giudizio capace di sollecitare la conclusione che ciò SIA IMPLICITAMENTE IMPOSSIBILE.
Se ho citato l'esempio era ovviamente per sottolineare che l'evidenza scientifica non ha allo stato attuale una inconfutabile plausibilità biologica basata sulle proprietà del resveratrolo che, in questo caso, sono oggetto di speculazione da parte di alcuni settori del marketing.
In parole povere se il vino è protettivo (ed è da dimostrare) non è per il resveratrolo.

3) Congressi se ne fanno anche troppi;se la signora CHIARA fà "un giro" su internet potrà riscontrare che, a parte quelli relativi al settore della produzione che esaltano per ruolo, mandato, e interesse le virtù delle bevande alcoliche, quelli organizzati dalle società scientifiche a cui i DOTTORI appartengono (come lei li definisce) sono concordi nell'adozione della cautela, ESATTAMENTE come da me sollecitata.

4) A livello personale ho tutta la stima per chi lavora in qualsiasi settore e ho sempre sottolineato l'importanza di recuperare stili di vita sani in cui la moderazione "mediterranea" può fare la differenza. Purtroppo i tempi moderni non sono quelli dei nostri nonni e il bere, sopratutto tra i giovani, non è più legato al gusto ma ad un comportamento simbolico e gestuale che ha valori ben diversi da quelli tradizionali. La signora CHIARA dovrebbe avere, in virtù dei suoi 26 anni, maggiori capacità e possibilità rispetto a quelle mie personali per valutare l'impatto di tali comportamenti sulla vita e la salute dei giovani. L'area di salute in cui si registra in Italia la maggior quota di invalidità, mortalità e morbilità tra i giovani è proprio quella alcol-correlata; non è che a pensarci bene la cultura del bere attuale e alcune convinzioni debbano e possano essere riviste senza pregiudizi?
Sono un meridionale, quindi abituato alla presenza visibile e se,pre discreta del vino nella cultura familiare; ma in che modo vi entra oggi nelle differenti culture regionali? E' proprio convinta la signora CHIARA che informare gli individui sui LIMITI di consumo da non superare sia dannoso? PER ASSURDO, non sarebbe preferibile avere una intera collettività di MODERATI, anzichè una in cui l'uso inadeguato di alcol da parte di alcuni produce problemi e patologie? Ed in alcuni casi nuoce a terzi ?

Ovviamente sono disponibile ad ogni chiarimento ulteriore.

Cordialmente

Emanuele Scafato