La voce dei lettori

L'agricoltura sta morendo. Vadano a farsi fottere saggi, accademici e scienziati

Per Graziano Ganzit, presidente di Aprobio Friuli Venezia Giulia, Liebig e Steiner hanno dato i fondamenti dell'agricoltura biodinamica, ma sono stati inascoltati. Solo una salutare purga "staliniana" potrà salvare il mondo agricolo

05 giugno 2010 | T N

Egr. sig. Luigi Caricato,
sono presidente degli agricoltori bio della regione Friuli Venezia Giulia.
Ho letto il suo articolo (link esterno) e non sono convinto che i saggi risolvano il problema... e nemmeno l'agroindustria.

L'agricoltura e gli agricoltori stanno morendo per manifesta "mancanza di vita".
Mi spiego. Justus von Liebig, nel suo celebre "Trattato di chimica organica" del 1840 descrive chiaramente, e per ben 25 volte!, cos'è la "forza vitale" in un organismo vivente e dice testualmente nelle prime quattro righe del trattato: "La chimica organica tratta delle materie che si producono negli organi per l'azione della forza vitale, e delle decomposizioni che esse provan sotto l'influenza di altre sostanze." Dunque tutta la chimica organica deve essere permeata di vita. L'organica di sintesi, di laboratorio,non lo è ed è inorganica e dunque senza vita!

Questo spiega perchè i concimi chimici, ed anche gli organici non correttamente compostati,sono diventati un veleno che impoverisce i terreni, inquina la falda, porta a collasso la pianta se non adeguatamente bagnata, scatena parassitosi a gò-gò.

Tutto questo il Liebig l'aveva intuito e ad otto anni dalla morte sconfesso la teoria dei sali ma l'industria e la scienza materialista aveva preso il sopravvento...ed oggi abbiamo i risultati.

Di questa crisi chi non ci perde assolutamente nulla è il mondo accademico, le facoltà di agraria, l'agroindustria (che di quel mondo beneficia come cinghia di trasmissione).

Tornando a Liebig, ad esempio, non sapeva come si era formato l'humus e come si poteva sostenere, anche in assenza di concimazione organica. La risposta la diede Rudolf Steiner nel 1924 ed oggi qui in Friuli (autentica fabbrica di zombie rurali) siamo in grado, attraverso metodiche innovative, senza concimi e senza antiparassitari (neanche bio)di produrre di tutto a costi ridicoli dando a chi ha coraggio(e si è liberato dalla "sindrome di Stoccolma" della chimica) un futuro a portata di mano.

Nella nostra azienda pilota abbiamo disponibili 300 Kg/ha di N (gratis!) senza avere nitrati negli ortaggi (350mg/kg)!

I nostri vicini, con l'idroponica, arrivano a 10.000 mg/kg !!!
Purtroppo, nonostante l'evidenza, ci ascolta solo la facoltà di Economia ed i suoi prof. di chimica sconcertati dal crollo di dogmi che parevano intangibili.
Eppure di "forza vitale" ne veva parlato J.W.Goethe nel suo celebre trattato"La metamorfosi delle piante", il Liebig (il più grande chimico della storia), lo Steiner (che già vedeva profilarsi il disastro) dando i fondamenti dell'agricoltura bio-dinamica.

Tutti inascoltati! Per questo ora siamo nel fosso e solo una salutare purga "staliniana" economica e professionale del mondo agricolo lo porterà a ripensare l'intero sistema produttivo e non ascolterà più le balle degli "studiati" pagati per raccontarle.
Io il testo del Liebig c'è l'ho e l'ho tovato in una biblioteca privata del medio Friuli quando ogni facoltà di agraria dovrebbe averlo in una teca di cristallo all' ingresso.

Ma la sparizione del testo ha una sua logica in quanto era funzionale al sostegno dell'interesse dell'industria chimica prima e dell'agroindustria poi.
Dunque solo ristabilendo la verità scientifica si potrà salvare l'agricoltura invertendo velocemente rotta con i pochi coraggiosi che lo capiranno. Gli altri vadano a farsi f..... inclusi saggi, accademici e scienziati che pensano che la pianta debba essere nutrita, l'agricoltore accompagnato per mano che non faccia disastri e che non esista altro modello agricolo che questo che sta allegramente fallendo nonostante la sua "scientificità"
La saluto

p.a. Ganzit Graziano
Aprobio, Associazione produttori biologici e biodinamici del Friuli Venezia Giulia



Signor Ganzit,
io sono attraversato da uno spirito ecumenico, e accolgo con grande serenità anche l'insulto, e spero che lo facciano anche tutti i saggi, accademici e scienziati di questo mondo. E' un segno di distinzione, mi creda.

Per mia natura accolgo con spensieratezza e soddisfazione anche tutte le voci, comprese quelle dissidenti e stonate. Come accolgo volentieri tutti i pareri, le opinioni, le convinzioni.

Capisco il suo stato d'animo, ma non conosco ragioni per giustificare il suo allarme. Io ho una persona a me molto cara che ogni tanto quando sente parlare di studiosi della terra, li maledice, imprecando contro di loro, perché non crede a ciò che dicono: "sono ignoranti", inveisce.

Mentre tuttavia questa persona a me molto cara, ma davvero molto cara da volergli un gran bene, ha soltanto la licenza elementare, ed è un contadino semplice e genuino, d'una spontaneità favolosa, lei, al contrario, scrive e firma questa lettera anche in veste di persona che ha studi alle spalle e rappresenta in fondo l'Aprobio del Friuli Venezia Giulia. Ed è proprio per questo motivo che un po' mi sorprendono certi suoi epiteti.

Contento lei, contenti tutti. Lei ha avuto modo di esprimere il suo pensiero e questo è importante per me. Da parte mia, ho preso nota anche dei suoi suggerimenti più benevoli e cercherò dunque di leggere, appena avrò uno spicchio di tempo, il suo amato Liebig.

Coraggio però, non si faccia affliggere dagli eccessi ideologici. Posso capire che con il recente sfogo in tivvù di Massimo D'Alema a "Ballarò" sia stato oramai sdoganato l'invito "a farsi fottere", ma non le pare che in questo mondo si possa anche essere a favore dell'agricoltura senza per questo essere biodinamici oltranzisti?
Si sfoghi pure, per carità, ma sappia che c'è comunque spazio per tutti. Sia benedetta dunque l'agricoltura convenzionale, quella biologica e pergfino quella biodinamica, ma se l'agricoltura biologica e biodinamica rende così effervescenti gli stati d'animo, forse è meglio ripiegare per l'agricoltura convenzionale. Io, con tutta franchezza, preferisco di gran lunga una pianta nutrita il giusto: mi sembra la scelta più ragionevole.

Quanto ai saggi, se lo vorranno potranno intervenire per illuminarci e smontare punto per punto le sue teorie. Non mandiamoli però a farsi fottere. Caro Ganzit, le chiedo più rispeto per chi la pensa diversamente da lei, suvvia!

L. C.