La voce dei lettori

APPUNTI E DISAPPUNTI SULLA CRISI DEL TURISMO

La poesia dell'agriturismo, la managerialità, i finanziamenti. Una lettera di Maria Grazia Amabili dalle Marche

18 settembre 2004 | T N

Mi piacerebbe aggiungere qualche appunto all'articolo della giornalista che analizza la crisi del turismo in generale addentrandosi anche in quello rurale,
Non sono qui a dire che ha torto nell'accusare i rapaci del turismo e dei turisti, anche negli agriturismi. Se vado a Venezia so che mi spellano anche per un sacchetto di patatine e poi posso anche ricavarne gravi dissenterie. Ma continuo ad andare a Venezia. La turista che ha mangiato in Puglia per 500 euro sapeva in quale ristorante si trovava. Ma per fortuna non ovunque è così pericoloso.
La Racalmuto parla anche del calo del turismo rurale nella Toscana nell'Umbria e nelle Marche come probabile conseguenza di questa rapacità ma sa anche quante strutture nuove siano nate, grazie ai finanziamenti, sempre più ridotti, nelle stesse regioni e non dimentica il calo generale del turismo. Non sembra informata, però, quanto l'immagine dell'agriturismo sia stata penalizzata dal fenomeno Bed & Breakfast rurale, spinta dai protettori dell'agriturismo come Giorgio Lo Surdo, salutata come novità vincente in quanto vera possibilità per entrare in contatto con l'agricoltore. Questa spinta è servita a far richiedere anche agli agricoltori i finanziamenti riservati a questo settore non agricolo. In regioni come la Toscana andare in agriturismo significa ormai affittare un appartamento in un bel contesto rurale con piscina. Si incontra l'imprenditore agricolo per prendere e ripostare le chiavi all'arrivo e alla partenza. Sempre nell'associazione dello stesso Lo Surdo la poesia dell'agriturismo non esiste più: solo la managerialità premia gli sforzi iniziali. Cambiato presidente, cambiata musica. Allora perché la Racalmuto vuole togliere i finanziamenti a quegli agricoltori che seguono le direttive dei propri sindacati? A quali agricoltori si rivolge la giornalista? A quelli che vedono solo il lato duro della vita? Anche quelli hanno tanti soldi in banca con i finanziamenti per grano e girasole, solo che non li spenderebbero mai per avere la rogna di turisti tra i piedi quando c'è da vendemmiare, da mietere, da raccogliere porri e zucchini, per l'industria e non certo per il proprio ristoro agrituristico. Tutti possono chiedere il finanziamento quando c'è. Basta un progetto di sviluppo rurale e turistico valido. Poi proprio quegli agricoltori di cui parla la giornalista sono in cima alla lista dei finanziabili in quanto o figli di coltivatori diretti o coltivatori diretti loro stessi e quindi con un gran punteggio di diritto. Ma se poi non portano a termine il progetto perché non ci credevano all'origine? Perché credevano che si poteva prendere il finanziamento senza rischiare con i mutui delle banche, senza toccare il proprio conto in Banca destinato ad altro (trattore, ecc),...? Il mondo agricolo è molto complesso e c'è tanta gente che sa piangere anche senza averne motivo. Forse conoscere solo il lato duro della vita fa perdere la prospettiva dell'altro lato, importante per chi vuole intraprendere, quella che dà la fiducia e l'ottimismo. Il futuro che non si vede ma c'è già.
Per quanto riguarda il monito a cambiare e per primi i prezzi,
saranno i turisti a determinare il mercato e a scegliere se andare in albergo a 4 stelle o in un agriturismo allo stesso prezzo. La giornalista dimentica che non a tutti piace stare in un albergo in città o di fronte al mare a cambiare abito ad ogni evento, compresi i pasti, a parlare con persone che non si dicono niente. C'è chi spenderebbe anche di più per vivere pochi giorni in un contesto agricolo e avere terra vera sotto i piedi, anche se in cambio di meno servizi. Credo che ormai l'offerta turistica sia così ampia da soddisfare ogni tipo di richiesta e di turista, e di agenzia. Non bisogna dimenticare che moltissimi agriturismi ormai lavorano con agenzie che richiedono determinati servizi standard per impegnarsi a vendere la vacanza agrituristica nei loro cataloghi e non avere noie al rientro del turista in città.
Gli avvertimenti della giornalista vanno analizzati da noi del settore, la ringraziamo per l'interessamento e la passione che dimostra per noi, forse lei stessa ha un agriturismo, ma rimaniamo con il nostro ottimismo, confermato da un pubblico sempre più vasto, informato e disponibile che ci conferma il suo entusiasmo nell'aver trascorso una vacanza con noi e da noi.
Cordiali saluti.

Maria Grazia Amabili
Agriturismo La Favella
Ap Marche
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Non si tratta di abbracciare una appartenenza o un’altra, le posizioni riportate nell’articolo sono state accolte in quanto tali, a titolo di testimonianza, come appunto altrettanto importante e significativa è la sua lettera. E’ segno che c’è da riflettere, e molto. E’ segno che occorre prendere dei provvedimenti, prima che tutto un sistema crolli.
Quanto poi alla moralizzazione, va detto che non è necessaria una distinzione. I disonesti sono ovunque. Quanti figli di agricoltori, per esempio, usufruiscono dei premi di primo insediamento e con il finanziamento anziché utilizzarlo nei campi si comperano delle motociclette o altro? Parliamoci chiaro: la moralità è un bene raro. Ciò non toglie che in un contesto com’è quello di cui si è scritto non si possa intervenire con controlli e regole severe. Ecco, evidentemente manca proprio tale dimensione, ma per il resto nulla è da eccepire.

Francesca Racalmuto