La voce dei lettori
Filo della Torre show: metodi stalinisti a Teatro Naturale
Il direttore Unaprol scrive a Luigi Caricato lamentando una crescente acredine nei confronti della nota organizzazione. Ma è davvero un atteggiamento ostile, il nostro, o è un diritto alla critica che vuol essere messo a tacere? La risposta punto per punto
03 aprile 2010 | T N
Caro Luigi,
da qualche tempo rilevo una crescente acredine tua personale e del giornale che dirigi nei confronti di Unaprol.
Il caso più emblematico è stato qualche tempo fa quando, riportando la notizia di un convegno Aifo tenuto a âTutto Foodâ hai citato tutti i relatori tranne me pur di non parlare di Unaprol.
Mi hai fatto ricordare i vecchi tempi della censura stalinista quando si ritagliavano nelle fotografie le immagini dei dissidenti.
Avendo molto a cuore le coronarie di uno stimato amico come sei, penso che sia arrivato il momento di abassare i toni. Soprattutto quando non vi è motivo per alimentare inutili quanto futili polemiche. Mi riferisco in particolare allâultimo tuo editoriale sui corsi per assaggiatore svolti da una associata dellâUnaprol, lâApol di Roma con gli ispettori di Icqrf link esterno
Compito di un giornalista e a maggior maggiore di un Direttore è quello di informarsi prima di spararle grosse.
Ti consiglio al riguardo di leggere il Reg. (Ce) 867/2008 art. 5 lettera c) punto V e la circolare Mipaaf n. 5 del 18.6.1999 e potrai così documentarti su quali sono le comptenze delle associazioni dei produttori in termini di formazione di assaggiatori per il controllo organolettico dellâolio di oliva vergine.
Potevi inoltre contare su una fonte assolutamente attendibile a te vicina come il caso del tuo colaboratore Duccio Morozzo della Rocca che ha partecipato ai corsi dellâUnaprol e ti avrebbe potuto riferire tre semplici cose.
La prima è che lâUnaprol è, di conseguenza le sue associate, dispone di un gruppo panel riconosciuto ufficialmente con un Capo Panel, Giulio Scatolini, che è persona di assoluto valore professionale tanto da essere, ormai da anni, abitualmente inserito in tutti i principali premi italiani.
La seconda è che tutti i corsi organizzati presso la sede dellâUnaprol sono autoriozzati dalla regione di competenza (in questo caso dalla Regione Lazio) perché strutturati ai sensi della normativa esistente che valuta i programmi e i docenti.
La terza cosa che ti è sfuggita è che non è il primo dei corsi svolti con lâIcqrf con il quale da tempo si è avviata una collaborazione positiva, fattiva e di grande efficacia sul piano formativo così come peraltro con i carabineri dei Nas.
Tutto ciò non infrange minimamente la distinzione dei ruoli tra organismi di controllo e operatori della filiera.
Non sarà però un caso, caro Luigi, che qualche giorno fa ad Uno Mattina insieme ai comandanti dei Nas a parlare di truffe dellâolio câera il presidente di Unaprol Massimo Gargano.
Qualche milione di spettatori credo si siano fatta unâidea precisa sui ruoli e sul modo concreto di operare nel settore.
Chi lavora per la trasparenza non ha nulla da temere.
Unaprol crede talmente tanto nelle qualità e nelle virtù dellâolio di eccellenza italiano da aver promosso un consorzio e un marchio per valorizzare la qualità italiana dellâextra vergine. Peraltro in questa attività non deve esserti sfuggita, caro Luigi, la collaborazione di Unaprol con le principali associazioni degli assaggiatori. Ad esempio la manifestazione Lorolio promossa da Olea di cui si parla nellâultimo numero del giornale è stata sostenuta anche finanziariamente, da Unaprol.
Ti chiedo di rivolgere la tua attenzione anche a tematiche forse scomode per gli amici trasformatori con cui ultimamente ti sei più volte incontrato come il caso della richiesta di attivare il tarffico di perfezionamento attivo sostenuta da un gruppo di industrie che intendevano importare qualche milione di litri di olio dai Paesi del Nord Africa sostenendo che esista un grande differenziale di prezzo tra i Paesi dellâUnione europea e quelli extracomunitari.
Una tesi piuttosto suggestiva visto che lâolio extra vergine continua a costare in Puglia e in Calabria poco più di 2 euro e mezzo.
Né ho letto sul tuo giornale i dati piuttosto interessanti pubblicati dallâannuario esg89 economico alimentare 2010-2011.
In un annus orribilis per lâeconomia e la finanza internazionale il 67% dellâindustria olearia ha chiuso il bilancio in utile e per il 57% vi è stato un incremento non indifferente del fatturato come nel caso di Carapelli, Salov, Olitalia e tanti altri. Mentre le aziende agricole con estrema difficoltà chiudevano i propri bilanci la maggioranza delle nostre industrie si è arricchita.
Forse questa anomalia meritava un approfondimento.
In attesa di leggerti presto, ti saluto cordialmente
Ranieri Filo della Torre
Direttore Unaprol
Caro Filo della Torre,
noi dobbiamo decidere su un aspetto cruciale: ignorare la realtà e gli accadimenti o scriverne in maniera libera e franca comunicando il proprio pensiero senza tante ipocrisie.
Finora il mondo dei media ha soltanto riportato tal quale i comunicati stampa delle organizzazioni agricole senza leggerli mai con sguardo critico, ma attuando in molti casi unâoperazione di semplice âcopia e incollaâ, senza lontanamente curarsi di verificare la fondatezza delle comunicazioni.
Io â e tu lo sai bene â rappresento una voce critica nel mondo dellâolio e tale mia posizione può anche dar fastidio e risultare scomoda, ma non per questo posso costringermi a censurarmi ed evitare di scrivere.
La tua lettera, in questo contesto, offre lâoccasione per riflettere su un punto che io ritengo vitale: lâindipendenza di chi scrive su un giornale con il compito di fornire un quadro veritiero e non parziale.
Veniamo ai punti emersi dalla tua lettera.
Lâaccusa di censura stalinista. Che senso ha riferire addirittura di un âcaso emblematicoâ, citando il convegno tenutosi a âTutto Foodâ, quando né io, né i miei collaboratori abbiamo mai partecipato a quel convegno? Comâè possibile censurare qualcosa che si ignora?
Qui si sfiora il ridicolo. Abbiamo oltretutto dato ampio risalto agli attacchi mossi da Unaprol nei nostri confronti (con tutte le cattiverie dette ma mai pronunciate frontalmente) senza nemmeno censurare una sola virgola, e ora tu pensi che io stia a censurare qualche tua battuta espressa a un convegno in cui abitualmente sciorini una lunga serie di dati? Ma ti senti bene?
Stai tranquillo, respira, riprenditi. Non abbiamo alcuna intenzione di censurare Unaprol, tanto più che una dichiarazione di Gargano è comparsa proprio pochi giorni fa: link esterno).
A proposito di maldicenze. Magari non hai la sensibilità per notarlo, ma noi siamo severi nei confronti di Unaprol attaccando sui contenuti e mai con dubbie allusioni. Di diverso tenore la vostra voce, improntata, soprattutto nell'ultimo periodo, a dipingerci come "amici" dell'industria o dei confezionatori. Noi, caro Filo della Torre, siamo limpidi e proprio per questo scomodi.
Quando abbiamo a che fare con interlocutori professionalmente credibili e seri, dialoghiamo senza tante ipocrisie, pur nellâindipendenza più assoluta.
Sicuramente posso dirti che noi non siamo âintimiâ di nessuno, ma dialoghiamo sempre e in ogni caso con tutti, sia con i frantoiani di Anfo e Aifo, sia con le organizzazioni olivicole Cno e Unasco (si veda a tal proposito l'editoriale di Elia Fiorillo proprio su questo numero (link esterno) e sia infine con Assitol e Federolio.
Non siamo stati noi a chiudere le porte all'Unaprol. La mia, la nostra sensazione, è che l'Unaprol abbia voluto semmai rintanarsi in uno "splendido isolamento", soprattutto quando tempo fa ha ritenuto che non vi fossero le ragioni per un sincero dialogo interprofessionale tra tutte le anime della filiera.
Teatro Naturale ha provato a fare da anello di congiunzione col il progetto del âRisorgimento dellâolio italianoâ, ma tu hai ritenuto che non vi fossero le condizioni adeguate, che non fossero ancora maturi i tempi.
Già , quando saranno maturi per te i tempi per occuparsi sul serio delle sorti dellâolivicoltura italiana? Quando accadrà questo momento tanto atteso? Quando divverrà sufficientemente maturo il tempo affinché anche il mondo italiano dell'olio d'oliva possa finalmente fare quanto Teresa Perez ha dichiarato di fare in Spagna?
La Perez è la manager dellâInterprofesional del Aceite de Oliva Español che Teatro Naturale ha intervistato la scorsa settimana. Una donna giovane, con idee fresche, ci ha raccontato quanto avviene ormai da anni in Spagna con una unità di intenti: link esterno
Lasciami dire, con tutta la franchezza di questo mondo, che dubito fortemente della tua buona fede, caro Filo dela Torre. A te il dialogo non interessa. Anche perché hai una concezione piuttosto personale. Per te il dialogo si consacra solo quando tutti parlano alla maniera dell'Unaprol, all'unisono.
Le coronarie. Che pensiero carino! Io ti ringrazio, con il cuore in mano, per la preoccupazione che hai manifestato per le mie coronarie. Ti voglio perciò rassicurare che il mio cuore è sempre stato molto bene. Però confesso che riesci anche a farmi divertire, quando mi inviti ad abbassare i toni. Sei davvero un campione di equilibrismo, da una parte spingi alla moderazione, dallâaltra mi dai dello stalinista. Debbo immaginare che tu sia proprio unâanima candida, ovattata. Andresti benissimo per lo spot del caffè Lavazza.
La legalità dei corsi dâassaggio link esterno Ma certo che sono al corrente dellâarcinoto regolamento 867. Lo conoscono tutti ormai, cani, cavalli, mucche, galline e perfino topi e scarafaggi. Vuoi che non sia al corrente di come certe realtà associative abbiano potutto attingere ai cospicui fondi destinati alla formazione degli assaggiatori e alla valutazione organolettica degli oli? Ma scherziamo?
Il fatto è che volutamente non hai colto il senso del mio articolo, anche perché certe considerazioni è meglio far finta di non comprenderle. Sai bene, e non sei affatto un ingenuo, che non è stata messa in discussione la legalità dei corsi di formazione per assaggiatori che l'Unaprol, o le sue associazioni locali, organizzano.
E sai bene pure che per ragioni di opportunità , oltre che di pluralismo (parola che non compare nel vocabolario Unaprol), il compito di formare i controllori non possa spettare ai controllati.
Un conto è che le associazioni dei produttori formino i propri associati, gli imprenditori olivicoli, affinché questi possano migliorarsi e migliorare il proprio prodotto, altro conto è che tali associazioni formino l'Icqrf o i Nas.
E proprio su questo punto voglio ribadire ancora una volta lâimportanza di valorizzare risorse importanti come Onaoo, Olea, Umao e tante altre organizzazioni di assaggiatori. A tal proposito mi chiedo anche il perché il Ministero delle Politiche agricole non abbia mai manifestato attenzioni alle associazioni di assaggiatori professionisti che invece lamentano di non essere prese nella giusta considerazione. Perché, caro Filo della Torre, è inammissibile, in un Paese che si dica civile, che tutto sia concentrato nelle mani della sola Unaprol.
La grande professionalità . Vorrei inoltre segnalarti l'inchiesta firmata dal presidente di Olea Ettore Franca, che abbiamo pubblicato proprio su questo numero link esterno, in coincidenza con lâarrivo in Redazione della tua lettera (guarda un poâ i casi della vita) e, credimi con tutta sincerità , quanto ci segnala Franca ci fa poi sorgere qualche legittimo sospetto sull'effettiva professionalità degli assaggiatori che vengono formati attraverso i vostri corsi. O forse è normale che le sedute d'assaggio vengano organizzate tutte in una singola giornata e con gli oli portati da casa? Certo, da brava persona quale tu sei, hai già lâobiezione pronta: la legge non disciplina nei dettagli⦠E potresti aggiungere: si tratta di una iniziativa locale su cui non possiamo metterci il naso. Ma davvero? E allora la presenza della vostra punta di diamante, di Giulio Scatolini, come la si giustifica? E già !
Colgo oltretutto l'occasione per segnalarti anche la lettera del vicepresidente Onaoo Marcello Scoccia e del direttore Fabrizio Vignolini sull'argomento: link esterno E' una buona occasione per riflettere.
Il report del Centro Studi Economico e Finanziario Esg89. Infine, circa la tua ultima annotazione, ti rispondo che non abbiamo in realtà colto particolari segnali di scandalo, nè dati particolarmente nuovi. A eccezione di alcuni specifici settori, l'industria alimentare italiana nel 2009 ha dato una buona prova di sé. Il comparto piatti pronti ha fatto registrare un +1,6%, quello delle fette biscottate e della pasticceria un +2,8%, quello della distillazione un incremento del +4,5% e quello del vino invece segna un timido +0,8%.
L'olio d'oliva, dunque, non è un caso isolato. I risultati positivi sono frutto anche di alcuni imprenditori che hanno deciso di investire riportando marchi italiani in patria, o di agire integrando l'olio d'oliva con altri settori e investendo molto sull'export.
Siamo onesti, caro Filo della Torre. Eâ per questo motivo che tali bravi imprenditori vanno messi alla gogna? Il profitto è forse un crimine?
Abbiamo studiato lâeconomia? Anche uno studente distratto sa bene che le industrie non hanno come scopo quello di far fare profitti ad altri, ma di trarre il massimo giovamento per sè.
Conoscendoti so bene l'obiezione a un simile ragionamento. Può un'industria fare profitti schiacciando altre realtà ?
Sì, sappiamo tutti che si tratta di un problema morale da cui non si può prescindere, ma non riguarda il solo settore oleicolo e quello alimentare.
Occorre stimolare una seria riflessione circa i rapporti tra lâindustria alimentare, che ha logiche globali per quanto concerne l'approvigionamento e altri aspetti di gestionali, e l'agricoltura, châè invece ancorata al territorio con inquadramenti più rigidi.
Globale e locale. Non si tratta di un problema banale, liquidabile con una battuta, ed è facile perciò cadere in contraddizione, come quando si esulta per il nostro export agroalimentare e in contemporanea si esalta lâideologia dei prodotti a Km zero.
Coraggio. Non sarebbe forse il caso di apririvi al mondo senza l'arroganza di inglobarlo? Il dialogo consiste proprio in questo. Credimi. Diversamente questa lettera sarà solo uno spartiacque tra due mondi separati e inconciliabili.
E' tempo di assumervi delle responsabilità , caro Filo della Torre, prima che perdiate la fiducia e la considerazione dei produttori olivicoli.
Luigi Caricato
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