La voce dei lettori

Ricerca olivicola, tra Spagna e Italia c'è grande collaborazione

Ci scrive Luciana Baldoni, del Cnr-Istituto di genetica vegetale di Perugia, che smentisce il presunto plagio dei ricercatori spagnoli nei confronti degli italiani

27 febbraio 2010 | T N

Caro Luigi,
in riferimento all'articolo pubblicato sull'ultimo numero di Teatro Naturale
a firma del Dr. Grimelli e relativo al presunto plagio dei ricercatori
spagnoli nei confronti degli italiani (link esterno), mi vedo costretta ad intervenire
vigorosamente per smentire una posizione così assurda e fuori dalle regole
della corretta convivenza fra istituzioni di ricerca di paesi diversi.

Infatti la reazione dei tanti colleghi con i quali collaboriamo
quotidianamente è stata immediata: ho ricevuto telefonate e messaggi e-mail
che manifestavano come minimo sorpresa, come quello che puoi vedere qui
sotto.

Non capisco quale possa essere stata l'origine di questo articolo e non mi
interessa approfondire mentre considero indispensabile pubblicare la mia
risposta alla quale si è aggiunto anche il Prof. Muleo, che con me condivide
gli sforzi dell'organizzazione di un progetto italiano di genomica e
miglioramento genetico dell'olivo. E magari se voleste dare spazio sul
vostro giornale a questo tema ve ne saremmo particolarmente grati.

Un cordiale saluto,
Luciana Baldoni
CNR - Istituto di Genetica Vegetale, Perugia

Querida Luciana:
Te mandamos este link de un artículo que ha salido en teatro naturale y que en nuestra opinión va muy en contra del clima de colaboración que hemos mantenido y queremos mantener para trabajar en olivo. Hay tanto por hacer en olivo que todo esfuerzo es poco..Esperamos que sea sólo la opinión de un periodista y no de colegas y científicos en Italia.....Esta mañana ha llegado un E. Mail con este artículo desde Francia diciendo algo así como "parece que España e Italia se están peleando para trabajar en genética del olivo"..En fin, entristece pero hay que seguir trabajando y juntos, no?

Un abrazo

Angjelina y Raúl
Junta de Andalucia

Gentile Dott.ssa Baldoni,
non vedo come l'articolo di Teatro Naturale abbia violato le regole della corretta convivenza tra le istituzioni di ricerca di paesi diversi. Teatro Naturale non fa ricerca, non fa nemmeno comunicazione scientifica ma unicamente tecnico-divulgativa.
Quanto all'articolo sono dispiaciuto che non voglia conoscere le motivazioni che mi hanno spinto a redigerlo con toni tanto duri.
Tengo comunque a spiegarmi con i nostri lettori.
So benissimo che gli enti di ricerca a livello internazionale collaborano. Conosco i progetti Prim e altri simili. L'autarchia, anche in campo scientifico, è un mito, tanto più nell'era di internet.
La ricerca può essere utilizzata, però, in diversi modi. Non parlo dei risultati scientifici ma proprio del comparto ricerca. Gli Stati Uniti hanno goduto e godono di fama e prestigio anche grazie all'eccellenza del loro settore ricerca, tanto pubblico quanto privato, e ne fanno giustamente un vanto.
La competizione scientifica non è quindi solo tra istituti di ricerca ma anche tra Paesi. Pensiamo all'attuale guerra sotterranea, ma neanche troppo, tra Stati Uniti, Cina e India sul fronte dell'information technology.
Se una nazione vede riconosciuto un primato scientifico in un determinato campo del sapere accredita "automaticamente" i suoi prodotti come migliori.
Questo è il potere del know how oggi. Non è più solo tecnica e tecnologia ma anche marketing e promozione.
Dopo aver perso il primato produttivo e dopo aver ceduto i nostri principali marchi commerciali l'Italia olivicola e oleicola non può perdere il primato tecnico-scientifico, specie se si tratta di una falsità.
Mi piacerebbe, certo, che si parlasse di ricerca europea, di risultati di team europei, ma così non è. Quando le delegazioni spagnole viaggiano per il mondo sono molto abili ad accreditare i loro centri di ricerca come eccellenze nel mondo oliandolo, i più avanzati, quelli che possono offrire le miliori risposte, i migliori modelli. Così fa anche molta della loro stampa e dei loro media.
Niente di personale, certo, è solo business.
Di fronte a tanto nazionalismo mi è tuttavia difficile rimanere indifferente.
Sono sicuro dell'onestà intellettuale della maggior parte dei ricercatori spagnoli. Sono sicuro che, nei consessi scientifici, riconoscono l'autorevolezza e il lavoro dei colleghi italiani ed europei.
Occorre però demolire, o quantomeno ridurre, l'aurea di superiorità scientifica, in campo olivicolo e oleicolo, che la Spagna vuole costruirsi.
E' un bene per l'Italia, è un bene per la Spagna, è un bene per l'Unione europea.
Cordiali saluti

Alberto Grimelli