La voce dei lettori

ALCHOL PREVENTION DAY: USO NON ABUSO

Dallo scambio di corrispondenza col Dott. Scafato dell'Istituto Superiore di Sanità alcune precisazioni e una ricca bibliografia a disposizione di chi intendesse approfondire il problema alcol

17 luglio 2004 | T N

9 luglio 2004

Spettabile Redazione,
mi riferisco al vostro editoriale alla pagina link esterno .
Segnalo quanto segue.
Leggo nell'editoriale:
"Se è doveroso sensibilizzare gli adolescenti verso i danni generabili attraverso un abuso di alcol, mi sembra assurdo criminalizzare in genere tutte le bevande alcoliche e il loro stesso consumo."
Mai e in nessun caso (e invito ad indicarmi dove il redattore rileva tale impostazione) è stato fatto un riferimento "criminalizzante".
Nella stessa presentazione dell'Alcohol Prevention Day è stato chiaramente indicato che non si tratta di una iniziativa contro l'alcol. In aula Pocchiari in Istituto sono stati invitati ed erano presenti i rappresentanti di Federvini, Assobirra, Martini Rossi e Bacardi. Ho invitato personalmente l'amministratore delegato dell'Heineken Dott. Won Wurster a condividere con i convenuti all'APD in Istituto Superiore di Sanità ad indicare le motivazioni della campagna da loro prodotta su ALCOL e GUIDA (Chi guida e beve mette a pericolo sè stesso e gli altri) .
Il vero "imputato" dell'APD era, è e sarà l'ALCOL come molecola , indipendentemente dalla bevanda che lo veicola e dalla gradazione. E' la quantità consumata e le modalità di consumo che fanno la differenza ed i giovani sono i protagonisti di questa differenza insieme a quanti dispensano in pubblico bevande alcoliche ai minori di anni 16 (vietato per legge); il Ministro della salute, intervenuto all'APD ha definito senza mezzi termini un atto illegale e un crimine vendere alcol ai giovani al di sotto dei 16 anni.
Leggo inoltre:
"Quando il responsabile alcol dell'Osservatorio Fumo, Alcol e Droga (OSSFAD) dell'ISS, Emanuele Scafato afferma che "l'alcol, a differenza degli altri principali fattori di rischio per la salute, gode di un'accettazione sociale e di una popolarità legate alla cultura italiana del bere che poneva, fino a 10 anni fa, il consumo di vino come alimento inseparabile dall'alimentazione, ma che oggi, al contrario, separa il bere dalla ritualità dei pasti, legandolo, invece, agli effetti che esso esercita sulle performance personali" assimila uno delle più importanti e qualificate produzioni nazionali a uno stupefacente, con l’intento, alquanto discutibile, di colpevolizzare anche chi ne fa un uso moderato."
Lo slogan dell'APD è: Alcol sai cosa bevi ? Più sai meno rischi! Non è un caso.
Assimilare il vino ad una stupefacente è una arbitraria libertà del redattore visto che da anni la posizione personale, anche in qualità di rappresentante nazionale su nomina governativa presso l'UE e l'OMS, è sempre stata basata sull'evidenza scientifica. E ciò in qualità di medico, di gastroenterologo, di epidemiologo e di ricercatore. Colpevolizzare non ha mai pagato, tantomeno criminalizzare: invito a leggere tutte le documentazioni del sito OssFAD, i testi, le centinaia di pubblicazioni personali per farsene un'idea.
Ciò non toglie che l'alcol sia una sostanza psicoattiva, tossica, potenzialmente cancerogena e capace di indurre dipendenza; gli stessi produttori mettono in guardia dai possibili effetti negativi dell'alcol (verificare per credere sui siti nazionali ed europei delle associazioni dei produttori di birra, liquori, vino ecc.). Naturalmente ciò è condiviso a livello mondiale da OMS, NIH, FDA e da tutti coloro che si occupano di tutela della salute. Anche la moderazione , da questo punto di vista, è una scelta che va adottata a seconda dei contesti; se si guida, se si è in attesa di un figlio, se si allatta, se si fa uso di farmaci, se si hanno malattie ecc. l'atteggiamento di moderazione non giova alla salute e si deve procedere caso per caso a valutare rischi e benefici e ciò su indicazione e supporto del medico.
"L’intento, alquanto discutibile, di colpevolizzare anche chi ne fa un uso moderato." è e rimane, pertanto, nella penna e nella testa di chi scrive.
"Qualche distinguo in più sarebbe stato assai gradito, non avrebbe irritato quegli appassionati che degustano un prodotto apprezzandone le sfumature senza alcun intento diverso che abbandonarsi a un piacere edonistico."
Evidentemente chi scrive l'editoriale è un lettore superficiale e altrettanto superficiale navigatore di internet. Sono state realizzate per l'APD 3 libretti, complessive 70 pagine di "distinguo" di libero dominio sul WEB OssFAD e nelle stesse dichiarazioni prodotte a mezzo stampa (si faccia una ricerca con un qualsiasi motore di ricerca con parole chiave "Emanuele Scafato" "alcol") lo sforzo di fornire una informazione valida e oggettiva emerge in tutta la sua evidenza.
I degustatori sono benvenuti, i 3 milioni e mezzo di individui che abusano di vino (IL 10 % DELLA POPOLAZIONE) sono da recuperare ad un consumo moderato o all'astensione a seconda delle esigenze individuali e di salute. L'edonismo, a tale riguardo, può anche rappresentare un pericoloso precedente e un elemento difficile da eludere; gran parte degli alcolisti pongono come elemento chiave il piacere del bere.
Leggo inoltre:
"Molto più misurati ed assennati i consigli del Ministero della salute ai genitori che vogliano aiutare i figli a scegliere consapevolmente quando e come consumare bevande alcoliche"
E' sempre lampante che l'editorialista non si è nemmeno curato di verificare che il decalogo è stato da me scritto insieme alla Dottoressa Russo e pubblicato sulla pagina WEB OssFAD (si clicchi sul collegamento link esterno ). Posso tuttavia rassicurare i lettori sull'assenza di segni e sintomi che possano ricondurre la situazione personale mentale ad una condizione di schizofrenia; "misurato" e "assennato" sono aggettivi molto più adeguati a definire uno stile ed una impostazione professionali a cui ispiro le valutazioni da porgere al pubblico.
Invito, comunque, a visitare la pagina del Governo Italiano (link esterno) e quella del MInistero della Salute (link esterno) per farsi una idea di come tutte le indicazioni fornite siano assolutamente in linea con la tutela e salvaguardia della salute dell'intera popolazione italiana.
Concludo ringraziando per l'attenzione prestata e con un invito ad evitare di attribuire senza cognizione di causa intenzioni o posizioni di merito a chi è sempre e comunque disponibile a fornire tutti i ragguagli che possono servire allo scopo di produrre una informazione oggettiva.
Lieto di poter esser stato utile al chiarimento e in attesa di vedere pubblicata questa replica sul vostro sito vi segnalo la disponibilità del TELEFONO VERDE ALCOL 06 800 63 2000 aperto a quanti vogliono informazioni su alcol, prevenzione, promozione della salute e quant'altro.
Colgo l'occasione per porgere distinti saluti.

Emanuele Scafato
Direttore,
WHO COLLABORATING CENTRE FOR RESEARCH AND HEALTH PROMOTION ON ALCOHOL AND ALCOHOL-RELATED HEALTH PROBLEMS
Responsabile Osservatorio ALCOL dell'Osservatorio su FUMO, ALCOL e DROGA
Primo Ricercatore
Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute
Reparto Salute della Popolazione e suoi Determinanti

14 luglio 2004

Egr. Dott. Scafato,
come rivista di pensiero siamo, naturalmente, aperti ai contributi di tutti e la censura non rientra nello spirito con cui è nato il nostro settimanale.
L'articolo, non si tratta quindi di un editoriale, voleva innanzitutto dare rilievo alla manifestazione Alcohol Prevention Day. Tutta la redazione, ed in primis naturalmente l'estensore del pezzo, è infatti ben conscia dei dannosi effetti derivati dall'abuso di bevande alcoliche.
Tuttavia siamo rimasti impressionati dalla mole di dichiarazioni, per nulla inventate, che, negli ultimi mesi, anche autorevoli esperti dell'OMS hanno rilasciato, creando, in alcuni casi, più confusione che non informazione.
Abbiamo rilevato anche nella sua dichiarazione, che abbiamo estrapolato appunto dal sito del Governo italiano, un poco lodevole atteggiamento criminalizzante. Siamo naturalmente molto felici che Lei, anche in funzione della sua carica e del lodevole curriculum accademico, si sottragga alla pessima campagna di stampa attuata indiscriminatamente contro tutte le bevande alcoliche, in ogni circostanza o occasione.
Naturalmente prima di scrivere il pezzo ci siamo doverosamente informati, consultando non solo i siti istituzionali (Governo italiano e Ministero della Salute) ma anche quelli dei più importanti organismi internazionali (OMS ed altri), quindi resta quanto mai discutibile l'accusa di aver scarsamente approfondito un argomento tanto importante per la salute pubblica.
Forse si trascura il fatto che tra i compiti di chi fa ricerca si debba considerare anche l'importante ruolo della comunicazione, spesso indecorosamente trascurato. Fare comunicazione - dinanzi al bombardamento di notizie in atto, che equivale di fatto all'annullamento come tale della notizia in sé - significa anche rendere disponibile, attraverso comunicati stampa e conferenze alle quali invitare i rappresentanti della stampa specializzata e non, i riscontri del caso. Nonostante il grande impegno da parte di chi fa comunicazione in maniera seria e professionale, il mondo della ricerca spesso non riesce a ritagliarsi uno spazio di comunicazione alla portata di tutti. La divulgazione per mezzo di un linguaggio destinato anche ai comuni mortali - di coloro che non intendono un linguaggio tecnico-scientifico - è un dovere morale purtroppo disatteso.
Sarà comunque un piacere poter approfondire con Lei l'argomento, magari con un'intervista, in cui emergano chiaramente non solo le evidenze scientifiche ma anche il suo punto di vista sull'uso ed abuso di alcol.
Per comprendere bene lo spirito del nostro settimanale, sull'argomento le segnaliamo inoltre un'intervista al professor Francesco Orlandi ("Teatro Naturale" n. 20 del 15 maggio 2004), che probabilmente le sarà sfuggita visti i toni della sua concitata e comunque gradita lettera. Ecco il link: link esterno
Cordiali saluti

Alberto Grimelli
Coordinatore editoriale Teatro Naturale


15 luglio 2004

Egr. Dott. Grimelli,
Grazie per la risposta che ho il piacere di leggere e commentare.
Lei scrive,
"Abbiamo rilevato anche nella sua dichiarazione, che abbiamo estrapolato appunto dal sito del Governo italiano, un poco lodevole atteggiamento criminalizzante".
Più che rilevare mi pare che abbiate interpretato liberamente ciò che non è nemmeno scritto "l'alcol, a differenza degli altri principali fattori di rischio per la salute, gode di un'accettazione sociale e di una popolarità legate alla cultura italiana del bere che poneva, fino a 10 anni fa, il consumo di vino come alimento inseparabile dall'alimentazione, ma che oggi, al contrario, separa il bere dalla ritualità dei pasti, legandolo, invece, agli effetti che esso esercita sulle performance personali".
L'alcol (il soggetto del periodo da voi preso come riferimento) è l'oggetto della dichiarazione.
Seguendo nella lettura del periodo : " una popolarità legata alla cultura italiana del bere che poneva, fino a 10 anni fa il consumo di vino ....... ma che oggi separa il bere dalla ritualità dei pasti...."
E' esplicitamente chiaro che il soggetto del secondo periodo è la cultura del bere; il riferimento al vino è esclusivamente legato alla definizione del consumo tradizionale (fino a 10 anni fa) e alla cultura del vino come alimento (ed era una sana abitudine).
In nessuna parte della frase è rilevabile alcuna criminalizzazione riguardante il vino.
Le riporto la frase senza il periodo relativa al vino:
"l'alcol, a differenza degli altri principali fattori di rischio per la salute, gode di un'accettazione sociale e di una popolarità legate alla cultura italiana del bere che .... che oggi separa il bere dalla ritualità dei pasti, legandolo, invece, agli effetti che esso esercita sulle performance personali" .
Riguardo l'approfondimento sulla documentazione e sulle posizioni OMS svolgo dal 1992 la funzione di National Counterpart del WHO per il Piano di Azione Europea sull'Alcol; mi sono note tutte le documentazioni prodotte negli ultimi 12 anni relativamente all'alcol e se ritenuto opportuno potrò inviarle tutte alla vostra redazione per la pubblicazione sul vostro sito in maniera da mettere in condizione i lettori di farsi una propria idea e favorire la scelta libera e responsabile del proprio modello e stile di di consumo oltre che una libera opinione in merito a quanto di solito (convengo con lei) comunicato parzialmente o strumentalmente in particolare dal mondo della produzione; ritengo che da questo punto di vista il mondo della produzione del vino faccia una eccezione e, tutto sommato, non abbia bisogno di ricorrere ad una informazione "forzata" che esalti proprietà salutistiche dell'alcol (scrivo e dico ALCOL). Un suggerimento di carattere generale è che più che di un articolo di giornale o peggi di un titolo (L'OMS contro il vino) sarebbe più appropriato verificare le fonti dirette.
A proposito di "titoli sbagliati" come citati nell'intervista a Orlandi, ne potrei citare centinaia che sollecitano il bere non tenendo in minimo conto l'effetto che un messaggio indiscriminato può generare tra i giovani, le donne, gli anziani e così via.
Se ha comunque trovato qualcosa sulle posizioni OMS del tipo da lei accennato e inserito nel preambolo all'intervista di ORLANDI (L'Organizzazione mondiale della sanità, ovvero l'Oms, vuol mettere a pregiudizio una civiltà del bere fondata sul vino? )
me le faccia pervenire perchè sarà oggetto di una ferma posizione ufficiale che posso sin da ora garantire. Attendo sue indicazioni in merito o sue giustificazioni.
"Forse si trascura il fatto che tra i compiti di chi fa ricerca si debba considerare anche l'importante ruolo della comunicazione, spesso indecorosamente trascurato. "
Non è mia abitudine trascurare alcun aspetto dei compiti di ricerca; se lo facessi non sarei un ricercatore. La ricerca basa la propria forza sulla evidenza scientifica indipendente; un fenomeno è vero quando è ripetibile nelle stesse condizioni da un qualsiasi soggetto ed i risultati siano plausibili ed assolutamente incontrovertibili; tutte le ricerche sul fattore protettivo dell'alcol terminano con messaggi di cautela e con decine di distinguo. Tutto ciò nella comunicazione non emerge quasi mai e quasi sempre è "l'uomo che morde il cane" che viene utilizzato a fini che poco hanno a che fare con la salute pubblica.
Comunicazione ne faccio; una comunicazione valida e corretta. La trovate nera su bianco su tutti gli opuscoli in cui è esplicitamente citata l'autorship personale. Vi invito a farne il download degli stessi alla pagina OssFAD link esterno o semplicemente cliccando in questa mail.
Questo il materiale disponibile :
Locandina Alcohol Prevention Day (f.to PDF Kb 1251)
Nuovo libretto 2004: Alcol sai cosa bevi? Più sai meno rischi! (zip file Kb 479)
Volantino informativo per la popolazione (f.to PDF Kb 476)
Locandina: Contenuti di alcol per bevanda (f.to PDF Kb 272)
Locandine della campagna Alcol e Giovani "Io c'ero fino ad un bicchiere fa" (f.to PDF Kb 115)
Volantino Alcol e guida (f.to PDF Kb 36)
I giovani e l'alcol: istruzioni per l'uso. Dieci suggerimenti ai genitori per favorire una scelta responsabile dei figli (f.to PDF Kb 84)
Sono in fase di realizzazione e verranno pubblicati sul WEB nel corso del mese di APRILE 2004:
Libretto per i medici (Guida alla Diagnosi dei Problemi Alcolcorrelati) (zip file Kb 774)
Libretto per la riduzione dei consumi (Per individui con bere problematico) (zip file Kb 870)
Sul sito Ossfad sono inoltre disponibili alcuni nuovi contributi dell'Osservatorio Nazionale Alcol tra cui:
La donna e l'alcol. Tendenze nei consumi e strategie di intervento. (f.to PDF Kb 90)
(Verrà pubblicato dagli Annali dell'Istituto Superiore di Sanità , vol. 40, n.1, 2004)
L'alcol nelle strategie di salute e nella programmazione sociale e sanitaria. (f.to PDF Kb 38)
(Verrà pubblicato su Salute e Territorio nel numero di Aprile)
Relativamente ad ulteriori contributi specifici di settore dell'Istituto Superiore di Sanità saranno rese disponibili sul sito dell'ISS all'indirizzo link esterno le pubblicazioni prodotte dal convegno " La donna e l'Alcol: aspetti clinici, epidemiologici e di prevenzione " promosso dal Comitato Pari Opportunità dell'ISS (Pres. Luciana Grammiccioni) e edite espressamente per l'APD 2004 a cura della Redazione degli Annali dell'Istituto Superiore di Sanità (vol. 40, n.1, 2004)
Se si desidera verificare il linguaggio destinato "anche ai comuni mortali" le segnalo, oltre tutte le documentazioni appena elencate, l'ultima campagna "Conta i bicchieri perchè loro contano":
manifesto (PDF 305 Kb)
manifesto (JPG 86 Kb)
Quanti si occupano di comunicazione a livello di giornali, televisioni, radio solitamente apprezzano il tono, i contenuti e la semplicità con cui frequentemente mi pongo a chi ascolta, legge o ascolta. Terrò in considerazione per il futuro il suo commento per migliorare ulteriormente; sono certo che non potrò che avvantaggiarmi del suo suggerimento e risultare oltremodo convincente nell'orientare i "comuni mortali".
"Comunicazione - dinanzi al bombardamento di notizie in atto, che equivale di fatto all'annullamento come tale della notizia in sé - significa anche rendere disponibile attraverso comunicati stampa e conferenze alle quali invitare i rappresentanti della stampa specializzata e non.
Conferenze ne facciamo anche troppe, tutte aperte a tutti e non solo agli addetti al settore e assolutamente gratuite quindi fruibili, programmate e comunicate con almeno un anno di anticipo (verificare sul sito ISS); gli esiti delle conferenze attraverso comunicati stampa (a proposito clicchi sul link link esterno per leggere l'INTERO COMUNICATO STAMPA dal quale lei è partito così ha una visione reale e d'insieme del discorso) e addirittura Notiziari ( Le rubriche del Notiziario ISS - Il Convegno del mese - Alcohol Prevention Day 2004 - L’analisi dell’Osservatorio Nazionale Alcol-OssFAD sui consumi alcolici in Italia link esterno). Più di così non riusciamo a fare ma se lei vorrà consigliarci qualche ulteriore iniziativa sarò lieto di riceverla e valutarla:
"La divulgazione per mezzo di un linguaggio destinato anche ai comuni mortali che non si intendono di un linguaggio tecnico- scientifico è un dovere morale purtroppo disatteso."
Riguardo al dovere morale credo che nel caso di specie si possa fare a meno di commentare; il ruolo sociale delle attività di ricerca e della comunicazione attiva che normalmente svolgo non si sottrae a tale dovere. La creazione di uno sportello attivo, il Telefono Verde Alcol 800 63 2000 disponibile a tutti, cinque giorni a settimana, gratuito, anonimo e fruibile per tutte le informazioni ritenute necessarie credo che vada persino oltre la logica del servizio e si qualifichi come un vero servizio di ascolto, orientamento e di sostegno a quanti ad esso si rivoogono. E' uno dei pochi casi in cui la ricerca è consequenziale ed i risultati della stessa vengono realmente fruiti dalla popolazione e dalle persone. Siamo da quest'anno il Telefono Verde Alcol del Ministero.
Il dovere morale, per quanto mi riguarda, è soddisfatto.
Le rinnovo la disponibilità ad un intervista.
Conosco da anni le posizioni di Orlandi. Non mi era nemmeno sfuggita l'intervista che ho letto con interesse. Rispetto le opinioni espresse anche se, utilizzando una vostra frase relativamente alla mia dichiarazione "qualche distinguo in più sarebbe stato assai gradito". Parliamone.
Concludo con un ulteriore e finale commento: che intende per "concitata lettera".
Se per concitato si intende "agitato da passioni" (come da definizione da vocabolario) è probabile ; faccio con passione il mio lavoro solitamente guidato dall'onestà intellettuale e all'esigenza di ispirare ed esprimere il proprio giudizio in maniera assolutamente indipendente e esente da conflitti di interesse.
Riguardo la pubblicazione della mia replica lascio a voi la scelta di pubblicarla sotto forma di corrispondenza o, meglio, di csambio di corrsipondenza magari da integrare con le presenti.
Cordialmente

Emanuele Scafato
Direttore,
WHO COLLABORATING CENTRE FOR RESEARCH AND HEALTH PROMOTION
ON ALCOHOL AND ALCOHOL-RELATED HEALTH PROBLEMS
Responsabile Osservatorio ALCOL dell'Osservatorio su FUMO, ALCOL e DROGA
Primo Ricercatore
Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute
Reparto Salute della Popolazione e suoi Determinanti

16 luglio 2004

Egr. Dott. Scafato,
la ringrazio per le precisazioni formulate e per la ricca bibliografia che ha deciso di mettere a disposizione dei nostri lettori.
Una comunicazione precisa, corretta e con un linguaggio divulgativo, utile anche ai non esperti e addetti ai lavori, è presupposto indispensabile per una reale cultura del bere svincolata dagli "effetti che esso esercita sulle performance personali". A questo proposito la nostra testata è sempre attenta alla verifica delle fonti, evitando toni esasperati o drammatici. Lo stesso preambolo dell'intervista al Prof. Orlandi, posto in forma di domanda, (L'Organizzazione mondiale della sanità, ovvero l'Oms, vuol mettere a pregiudizio una civiltà del bere fondata sul vino?) serviva a smentire le ricorrenti voci, lungamente avvalorate da molte riviste in merito a preconcetti dell'OMS, o di suoi autorevoli esponenti, sul vino.
Lo scambio di mail verrà interamente proposto e presentato nella sezione Lettere nel prossimo numero on line a partire da sabato 17 luglio.
Ho preso inoltre nota della sua disponibilità per un'intervista.
La passione per il suo lavoro è altamente encomiabile e non intendiamo, ovviamente, mettere in discussione la sua professionalità od onestà intelletuale.
Cordiali saluti

Alberto Grimelli
Coordinatore editoriale Teatro Naturale