La voce dei lettori

La strada della biodiversità, occasione per dare un nuovo volto alla nostra agricoltura

Ci scrive Marco Carminati da Cividale del Friuli, risponde Pasquale Di Lena: occorre essere pronti a rispondere all'interesse che si può suscitare nelle istituzioni e nei cittadini

16 gennaio 2010 | T N

Buongiorno,
ho appena letto il suo articolo su teatro naturale e sono contento che finalmente si ponga l'attenzione a questo aspetto (link esterno).

Ho una giovane azienda agricola (iniziata 2 anni fa) che sta puntando proprio a valorizzare la biodiversità sui colli orientali del friuli che si stanno riducendo alla monocultura vinicola. Al contrario dei miei vicini abbiamo mantenuto la collina con il vecchio castagneto, i vecchi e stretti terazzamenti mettendo alberi da frutta dove un secolo fa c'erano le viti, recuperando parte dell'antico pascolo... stiamo costruendo strutture per l'accoglienza e per potenziare la fattoria didattica in modo tale da permettere ai visitatori di godere in prima persona della vita in campagna. abbiamo recuperato antichi alberi da frutto valorizzandone le varietà... questo solo per cercare di darle una vaga idea di quello che stiamo facendo.

In questo periodo sto cercando opportunità per valorizzare questo patrimonio: ho preparato un progetto culturale per l'estate con eventi e corsi guidati da proffesionisti, sto preparando un'azienda che possa ospitare diversamente abili e offrirgli la possibilità di lavorare in campagna grazie a mezzi particolari.

In questo senso se lei conoscesse opportunità concrete per valorizzare la biodiversità io sarei ben contento di partecipare: bandi, possibilità di finanziare progetti ad hoc, o anche semplicemente il favore di far conoscere esperienze alternative attraverso i canali d'informazione....

Grazie dell'attenzione e per tutte le informazioni, contatti, suggerimenti che potrà darmi; e qualora il "Teatro Naturale" volesse approfondire la conoscenza venite pure a trovarci! non produciamo vino e olio, ma miele e marmellate e succhi, ma a Campeglio conosciamo un vecchio signore che fa dell'olio eccezionale!

dott. Marco Carminati
Az. Agr. Ronco Albina di Marco Carminati
Cividale del Friuli
www.roncoalbina.it


Gentilissimo Marco,
intanto voglio complimentarmi con la sua iniziativa di dare spazo alla biodiversità in quel territorio incantevole delle colline che circondano l'antica capitale longobarda sulle sponde del Natisone.

Personalmente sono d'accordo con l'indiririzzo dato alla sua azienda e lo dico sulla base di una esperienza vissuta da giugno 2004 a giugno 2006 quando ho avuto la fortuna, grazie alla fiducia di un vescovo, di dirigere la più grande azienda agricola della mia Regione.

L'obiettivo era di portarla ad essere un "Parco agricolo" e la più grande "Fattoria della solidarietà e della ospitalità", dopo aver destinato 122 ettari a biologico; ampliato il quadro degli allevamenti con l'introduzione dei maiali e degli asini e riportato a selezione la stalla delle brune alpine; recuperato l'oliveto e messo sul mercato ben cinque tipi di olio, di cui 4 monovarietali, e cinque tipologie di vino a base di Montepulciano, Falanghina e Trebbiano che hanno ricevuto subito l'apprezzamento dei critici e l'onore delle più importanti guide.
Un obiettivo non raggiunto con l'arrivo di un nuovo vescovo molto più attento alle risorse finanziarie che ai sogni.
Oggi è nelle mani di una società di Treviso che produce e commercializza prodotti biologici.

Ho raccontato questa mia storia, e me ne scuso, perchè la sua lettera mi ha fatto rivivere questo mio recente passato ed, anche, per significare la mia totale adesione al suo progetto che trovo di grande attualità e ben ancorato alla agricoltura del domani di cui nessuno sembra voglia preoccuparsi.

Un settore per lungo tempo abbandonato dalla politica e dalla cultura e, da qualche tempo, anche dalle stesse organizzazioni professionali che, in mancanza di risorse da distribuire e controllare, non sanno cosa fare.

Non conosco provvedimenti ad hoc per la biodiversità e non so qual è il Piano di Sviluppo Rurale in atto nella sua Regione. So, però, che deve far conoscere questa sua realtà e quale occasione migliore dell'anno della biodiversità promosso dall'Onu?

A partire da domani, io chiederei all'assessore della sua Regione e/o allo stesso presidente; alle organizzazioni professionali e cooperative, cosa intendono fare per onorare questa decisione e quali iniziative intendono prendere per onorare l'anno 2010.

Nel contempo rendersi disponibile a far conoscere la sua realtà, iniziando con la storia che ha così bene raccontato a me. Logicamente una lettera aperta in modo da inviarla subito alla stampa ed ai blog, a partire da quella regionale, che, a mio parere sono costretti a riprendere con una pubblicazione della lettera o un commento alla stessa.

Sapere che bisogna essere pronti a rispondere all'interesse che la domanda può suscitare nelle istituzioni e nei cittadini.

Intanto io sto aspettando una risposta ad una mia iniziativa, riportata tempo fa più volte da Teatro Naturale, che è la nascita di una associazione per la realizzazione e promozione di un oliveto "olivoteca d'Italia" (link esterno), capace di raccogliere le 400 varietà di cultivar di olivi che danno un primato al nostro Paese con il più consistente patrimonio di biodiversità nel campo olivicolo.

Un cammino non facile, come tutte le cose importanti di questo nostro paese che si perde con le stupidità di una politica che lo sta riducendo a poca cosa.
Ogni giorno mi chiedo e chiedo,soprattutto alla luce degli ultimi avvenimenti, "qual è il paese che viviamo".

Le chiedo scusa per questo mio lungo discorso e, con la speranza di poter essere utile, resto in attesa delle sue decisioni.
I miei migliori saluti

Pasquale Di Lena