La voce dei lettori
La disaffezione dei giovani per le attività agricole
Ci scrive Nino Tini: troppi interessi di bottega, la cooperazione purtroppo è sfuggita di mano all'agricoltore, passando al potere politico snaturando il fine della cooperazione
05 settembre 2009 | T N
Leggo attentamente le vostre tematiche, le trovo attinenti alle realtà del momento. L'agricoltorte ora si trova di fronte ad una serie di problematiche molto articolate.
Ogni branca produttiva esige da parte dell'agricoltore professionalità , esperienza, cultura e disponibilità finanziarie per confrontarsi con un mercato globalizzato.
Qui cade l'asino, è un detto contadino romagnolo, che rende l' idea.
Oggi per stare sul mercato della produzione agricola occorre da parte dell' operatore l'ottimo, non il pressapochismo, non è sufficente lavorare guardando solo la terra, ma si deve vedere oltre la terra, capire ed anticipare l' evoluzione del mercato, dovuto al consumismo che ci condiziona. Negli anni 60 l'agricoltore romagnolo intuì l'esigenza di unirsi in cooperative per presentarsi sù un mercato con esigenze ben definite per quel tempo.
Pensava che il movimento cooperativo rappresentasse la soluzione permanente dei problemi del produttore per la commercializzazione del suo prodotto agricolo, era un falso, la cooperazione quando sorse non prevedeva
l'effetto negativo della globalizzazione della produzione agricola.
La cooperazione purtroppo è sfuggita di mano all' agricoltore, passando al potere politico snaturando il fine della cooperazione. Si sono creati dei mega complessi cooperativi grandi strutture che per farli funzionare il povero agricoltore è costretto a spremersi per tenere in piedi le megastrutture.
Il giovane agricoltore visto e capito la parata politica ha abbandonato
l'azienda agricola paterna per darsi ad attività più remunerative e certe.
Con queste mie riflessioni debbo denunciare il fallimento dell' operato dei complessi cooperativi, sono venuti meno, al loro ruolo di opeartori seri e responsabili di una produzione agricola storica e tradizionale curando solo l'interesse di bottega fregandosi del povero agricoltore, vedasi la crisi delle pesche romagnole, la crisi imperante del vino romagnolo, ed altro ancora, siamo alla fame, peccato.
CordialitÃ
Nino Tini