La voce dei lettori
Una informazione sull'olio con un unico referente
Ci scrive Calogero Passanante: un'unica fonte, autorevole, potrebbe essere il primo passo per una educazione del consumatore?
13 giugno 2009 | T N
Buongiorno direttore,
leggendo l'articolo "Olio delle mie brame, chi produce l'extra vergine più
buono del reame?" (link esterno), capisco che forse pochi sono i passi in avanti che vengono
effettuati nel settore, seppur tanto si parla di grande conoscenza. Credo che
il susseguirsi di informazioni poco approfondite che vengono da diversi
esponenti nel settore, altro non fanno che indebolire un già debole settore,
senza peraltro portare ad una convergenza delle azioni migliori da compiere...
forse è già tanto parlare di quasi convergenza dei problemi; ma non della
risoluzione.
Ora, tornando all'articolo di cui sopra, non crede che una tale
manifestazione non rispecchi la realtà dei diversi olii italiani presenti sul
territorio?
Come si può giudicare se è migliore un olio prodotto in Liguria, in Toscana
od in Sicilia, ecc. ecc.?
Non stiamo forse parlando di olii con caratteristiche diverse? Che
significato hanno, allora le diverse categorie in cui vengono collocati i
diversi olii (fruttato medio, fruttato intenso, ecc. ecc.)?
Una tale manifestazione non rischia di mettere un pò di confusione nella giÃ
poca chiara informazione che hanno i consumatori dei diversi olii che trovano,
per esempio, negli scaffali del supermercato?
Perchè non si riesce a creare un profilo unico nazionale di informativa sul
settore, in cui le varie voci sparse possano esprimersi ed avere un unico
referente per tutto ciò che riguarda il settore?
E perchè non iniziare ad informare un pò di più la gente che gli olii
italiani hanno caratteristiche talmente diverse che possono essere diversamente accoppiati con le pietanze che vengono cucinate?
Forse iniziare a dare un'informazione banale come questa, ma da un'unica
fonte, autorevole, potrebbe essere il primo passo per una educazione del
consumatore che, perchè no, potrebbe portare a ridare vitalità al settore
oleario.
Grazie per aver dedicato del tempo a leggere queste poche parole.
Calogero Passanante
Io non sarei così pessimista, in fondo oggi la comunicazione intorno agli oli di oliva è migliorata sensibilmente.
L'iniziativa di cui abbiamo dato notizia, riportando quanto ci ha trasmesso Marta Mancini relativamente all'evento "Olio delle mie brame", parte da un banco d'assaggio che si è organizzato in un territorio culturalmente lontano (ma non del tutto) dall'olio extra vergine di oliva, qual è appunto il Piemonte, e in particolare nell'area del Barbaresco, un po' ci consola.
Sulla bontà della manifestazione non posso dire nulla, perché ci siamo limitati soltanto a segnalarla, come ci capita d'altra parte con altri eventi analoghi; ci vada, se può, e ci dica la sua impressione.
Al di là di tutto, non credo che sia necessario un'unica fonte, altrimenti sarebbe un po' come prevedere una sorta di ritorno a un minculpop (link esterno)
Che ci sia maggiore attenzione al comunicare in maniera corretta va da sé, ma la libertà d'espressione implica inevitabilmente la possibilità di incorrere anche in degli errori. Ma, ripeto, sono piuttosto ottimista. Quel che conta è che non si verifichino degli errori gravi. Ben vengano iniziative come "Olio delle mie brame" in territori così lontani per tradizione alla cultura dell'olio extra vergine di oliva.
Luigi Caricato