La voce dei lettori
La saga degli extra vergini made in Italy
Ci scrive Pier Melato: una onorevole della Commissione agricoltura ha votato favorevolmente all'ipotesi di mescolare oli italiani con altri di provenienza estera; ma è vero?
30 maggio 2009 | T N
A proposito di "Etichettatura d'origine dell'olio d'oliva, ultimi ritocchi prima della
partenza" sul "Tirreno" di lunedi 18 maggio c'è un articolo che dice questo:
il Sindaco di Castiglione della Pescaia Monica Faenzi, onorevole nella Commissione agricoltura della Camera, ha votato si approvando il fatto che si possano mescolare extravergini italiani ed extravergini di provenienza extra comunitaria senza che si debba scrivere in etichetta.
Se fosse vero che un sindaco toscano ha fatto questo credo che si tratti di un fatto piuttosto grave...
Pier Melato
Gentile Sig. Melato,
la notizia è ovviamente priva di fondamento.
Quello che è accaduto è che in sede di discussione della legge comunitaria, ovvero di quella norma nazionale che recepisce i regolamenti comunitari, è stato approvato quanto deciso a Bruxelles in tema di etichettatura d'origine.
Il regolamento 182/2009, fortemente voluto dall'Italia, introduce l'obbligo dell'indicazione d'origine per gli oli extra vergini.
Dall'1 luglio sarà quindi necessario dichiarare in etichetta se un olio è made in Italy, una miscela di oli comunitari o di oli comunitari ed extracomunitari.
Diversa invece la questione per le miscele tra oli di oliva e oli di semi, una volta proibite e ora autorizzate. In questo caso l'indicazione d'origine non è prevista, sarebbe d'altro canto un assurdo.
Sarebbe altresì un assurdo se una parlamentare del PD votasse contro un regolamento comunitario che fu fortemente voluto da De Castro quando era Ministro delle politiche agricole del governo Prodi.
Buona lettura
R.T.