La voce dei lettori

Extra vergine a euro 1,99 / 3. I conti non tornano

Ci scrive Antonino Anastasi: mentre le cisterne dei produttori rimangono piene, le autobotti di olio miracolato vanno su e giù

30 maggio 2009 | T N

Gentilissimo Direttore,
seguo con molta attenzione la sua rivista che spesso si occupa dei problemi delle produzioni agricole di qualità.
Le scrivo perchè la mia società si occupa da circa 15 di agricoltura biologica ed in particolar modo di olio Extravergine di oliva pertanto vivo con ansia questo particolare momento.

Come lei ben saprà la mia regione ha una grossa produzione di olio extravergine ed una vocazione naturale per la produzione con i sistemi della agricoltura biologica.

Da anni con tanti sacrifici proviamo a valorizzare le produzioni della nostra Regione cercando di farlo conoscere in tutto il mondo.

Ho letto attentamente il suo articolo in merito all'olio venduto ad 1.99 al supermercato (link esterno) arrivando alla conclusione che abbiamo toccato il fondo (link esterno).

Tutti noi sappiamo che per produrre un Kg di olio extra vergine di oliva una azienda sostiene mediamente costi per 4 euro, e che una azienda olivicola per avere un minimo margine che va ad aggiungersi agli aiuti comunitari dovrebbe rivendere all'ingrosso a 5 euro Kg.

Allora come possiamo avere degli olii sullo scaffale ad 1.99 o magari a 2.5 euro, forse deodorando del lampante, si potrebbe fare ma se analizziamo i prezzi correnti oggi un kg di olio lampante costa alla raffineria 1.65 e considerando il costo di raffinazione ed il margine di rivendita si superano abbondantemente i 2 euro, se poi dobbiamo considerare che l'olio lampante deodorato deve comunque essere miscelato un po' non molto con extra o
con qualcosa che ci somigli confezionato rivenduto ecc., i conti non tornano.

Allora tutti noi ci dobbiamo chiedere che cosa c'è in quella bottiglia? Olio di oliva? Forse in parte, ma il resto sono sicuramente miscele di altri olii che tutto sono tranne che quello che viene indicato in etichetta.

Tutto in barba alla salute del consumatore che compra olio di oliva perché lo considera migliore non sapendo di comprare un intruglio di non so cosa che può far bene momentaneamente solo al suo portafoglio.

Per capire quello che sta succedendo ora bisogna andare a ritroso di qualche anno ed analizzare gli andamenti del mercato dell'olio sfuso che viene venduto in Spagna, venduto ma non prodotto. Da anni assistiamo ad una continua tendenza dei prezzi al ribasso degli olii di oliva.

Gli spagnoli hanno il primato produttivo, quindi si possono permettere di fare mercato e prezzi, ma quanto costa produrre in Spagna? Non certo ai prezzi correnti i produttori possono avere margine.

Infatti anche i produttori Spagnoli sono scesi in piazza contro i prezzi bassi, quindi significa che i prezzi dovuti ad una fantomatica sovrapproduzione sono bassi anche per i produttori in Spagna.

In realtà la sovrapproduzione esiste perchè di olio di oliva se ne usa sempre di meno perchè costa caro è non ne serve molto, mentre le cisterne dei produttori rimangono piene finché non sono costretti a svendere il loro prodotto ai "prezzi di mercato" le autobotti di olio miracolato vanno su e giù.

Io ritengo che attualmente in Spagna si attuino delle tecniche di sofisticazione all'avanguardia, vengono fatte li perchè in Italia i controlli ci sono è non è più possibile farle, perchè l'unico modo di scoprirle è durante il processo produttivo, dopo è impossibile visto che quello che si ottiene alle analisi è perfetto, l'olio viene comunemente venduto a prezzi bassi come extra vergine di oliva ai confezionatori, tutto regolare nessun rischio, buoni affari per tutti. Ma il vero problema è un altro cosa faranno i produttori il prossimo anno quando si troveranno con le tasche vuote, le cisterne piene dell'olio prodotto l'anno prima, saranno invogliati produrre o a lasciare le olive su gli alberi accontentandosi di prendersi gli aiuti tentando di sopravvivere (come giudicarli male).

Ritengo che se non si metterà freno a questo sistema di truffe continuate nei confronti dei consumatori e dei produttori porteremo tutto il sistema produttivo Italiano al collasso solo chi riuscirà a vendere direttamente al dettaglio sarà forse in grado di sopravvivere. Ma è palese che non tutti possono farlo. Ormai da molto tempo il nostro settore attraversa anni di agonia con qualche piccolo segnale di ripresa che crea solo qualche vana speranza. Dobbiamo essere coscienti che quanto avremo distrutto le nostre
realtà produttive che occupano centinaia di migliaia di persone, dove andremo tutti a comprare l'olio 100% Italiano, forse in Spagna.

Spero che questo mio messaggio di protesta e denuncia venga ascoltato da tutti, perchè il patrimonio olivicolo Italiano ha un valore inestimabile è nato e si è sviluppato nella nostra terra è non può essere svenduto per tutelare gli interessi di pochi.

La ringrazio per la opportunità
Un Saluto

Antonino Anastasi
General Manager
Mediterranea Foods
Rizziconi (RC)


Le truffe, mi creda, non hanno confine. L'Italia non è un Paese di santi: ha un suo ben definito ruolo e tecnologie e figure e intelligenze all'avanguardia anche sul fronte avverso.
Il problema, purtroppo, è che manca ancora un consumatore consapevole: che acquista sì l'extra vergine, ma affidandosi alla sola dicitura merceologica di extra vergine, senza nemmeno lontanamente riflettere sul senso di certe disparità di prezzo.
L. C.