La voce dei lettori

Perché le regole chiave dell'economia non valgono per l'olio italiano?

Una lettera del produttore Giuseppe Del Console, con alcuni interrogativi cui le Istituzioni, a parte i proclami, non danno ancora risposte compiute

02 maggio 2009 | T N

Spettabile Redazione,
gradirei sapere alcune informazioni a riguardo di un mondo su cui più tempo passa e meno chiare sono le dinamiche:

- un mucchio di anni fa da studente mi insegnavano che la legge della domanda e dell'offerta ne regolava il prezzo, forse non vale tutto in quanto se in Italia si produce molto meno olio di quanto se ne consuma perchè il prezzo continua a scemdere?

- Il prodotto Italiano ha una valore reale sul mercato dato che nelle trattative di olio sfuso ti viene spesso detto la spagna quota X, trenta centesimi in più pagano una buona qualita di olio Italiano (0,3 di acidita, con gusto pulito, zona di produzione Andria)?

- Il primo luglio (data in cui andra in vigore la legge sull'etichettatura degli oli origine obbligatoria) si sta avvicinando.

Una curiosita:

- Il Ministro Zaia ha programmato una cominicazione per avvertire i consumatori di tale evento?

- Se Si, si può sapere il contenuto e le modalità di questa cominicazione ?

- Se No, a cosa serve tale legge se i consumatori non sono informati ?

- Durante la manifestazione di protesta degli olivicoltori (novembre - dicembre) fu stanziata una certa somma destinata alla promozione, alla data di oggi non mi pare si sia fatto nulla e anadato tutto nel dimenticatoio?

Grazie per la vostra attenzione

Giuseppe Del Console


Il mercato ha cambiato volto, si è globalizzato, e ora non si può più guardare solo in casa propria, restando fermi alle leggi della domanda e dell'offerta. E comunque ciò ch'è certo è che l'Italia non faccia più il prezzo degli oli, ormai da tempo. A decidere sono altri per noi: decide la Spagna; ma neppure la Spagna dei produttori, perché quest'ultimi non è che poi godano di grandi vantaggi - soprattutto quest'anno, in particolare. Il mercato è in mano di pochi e l'Italia per la sua inedia ha perso il controllo di quanto concerne il mondo dell'olivo e dell'olio. Sta progressivamente perdendo anche la propria leadership culturale. Non so quali saranno gli scenari futuri.

In ogni caso, al di là di queste precisazioni, non si illuda di ricevere risposte esaurienti dai diretti protagonisti della politica olivicola del nostro Paese. L'olio italiano non conosce risposte razionali. Tranne una: ci sono troppe anomalie, determinate da troppi interessi in gioco, che affossano il settore. E tutti, in fondo, guardano unicamente al proprio orticello, facendosi guerra l'un l'altro - ma non di una guerra tra poveri si tratta. Non c'è mai stata una seria politica agricola e men che meno una politica oliovicola. Più di qualcuno pensa a foraggiare i propri personali interessi, e di conseguenza, quando non si ha nel proprio orizzonte culturale l'interesse comune, a perderci è solo il Paese.

L'eccessiva frammentarietà e la congenita conflitttualità della filiera non giova in alcun modo. Non disperi, però. L'iniziativa dei singoli, passato questo periodo di vacche magre, darà i suoi frutti. Il difficile semmai è resistere a lungo in tempi così ardui.

Lei crede forse che dal primo luglio cambierà il volto della realtà? Non si illuda.
Quanto alle promesse di Zaia, queste sono facili a farsi, difficili però a concretizzarsi in risultati visibili e tangibili. E poi, mi creda, se proprio queste risorse verranno elargite - come dovrebbe essere, e come certamente sarà - ritiene forse che saranno danari pubblici spesi bene?
Li riceveranno, com'è abitudine in certi casi, i soliti noti, i quali ovviamente gestiranno tali somme come hanno sempre gestito l'olivicoltura: cioè, al solito modo: in maniera fallimentare.

Il bello di questo Paese è che si continuano ad assegnare risorse a chi non le ha mai sapute gestire.
Per costoro, ciò che conta non è il saper fare o l'avere un progetto solido alle spalle, ma l'avere piuttosto gli appoggi politici giusti, con la capacità di essere anche trasversali, in modo da ottenere vantaggi con qualsiasi governo in carica.
Il resto, è storia risaputa: la conosciamo tutti.

Luigi Caricato