La voce dei lettori

La chiusura del Risorgimento dell’Olio Italiano. Il rammarico

Ci scrive Piero Gonnelli, presidente Aifo: "le poste in gioco sono troppo alte per non affrontarle con spirito pratico e collaborativo"

31 gennaio 2009 | T N

Gent.mo Direttore Dott. Caricato,

è con profondo rammarico che apprendo, tra gli articoli della sua rivista, la notizia della chiusura del Risorgimento dell’Olio Italiano (link esterno).
Rammarico dovuto, oltre al venir meno di un’occasione importante di confronto tra i vari protagonisti del settore, alla constatazione da lei riportata di “vecchie diatribe e frizioni” nel comparto dell’olio di oliva.
Oggi, nel 2009, tutti i settori lavorativi italiani stanno affrontando sfide importanti alle quali non è più possibile sottrarsi con scuse e problemi “personali e locali”.

Le poste in gioco sono troppo alte (occupazione, sviluppo, accesso al credito..) per non affrontarle con spirito pratico e collaborativo.
L’ottimismo ed il confronto sono elementi fondamentali dai quali partire per scegliere la strada migliore per i prossimi anni.

I produttori di Paesi terzi ed in via di sviluppo si presentano coesi tanto alle manifestazioni a cui ho partecipato, quanto nelle vendite sui mercati mondiali. Manifestano, ad occhi estranei, una solidarietà che tra i produttori e trasformatori italiani non riesco a vedere. Perché?
Risulta necessario trovarsi in difficoltà per sviluppare una collaborazione tra colleghi?
Se così fosse, non posso che ritenere questo periodo di difficoltà produttivo per il comparto dell’olio di oliva. A patto che sia finalizzato a superare questo momento di stallo e di rancori radicati che immobilizzano e non rendono ben visibile l’obbiettivo finale.

Promuovere e, al tempo stesso, tutelare l’olio extra vergine di oliva richiede tanta energia da parte degli operatori quanto dei politici e delle autorità, dei giornalisti e, perché no, dei consumatori quali primi attori di una valorizzazione concreta del comparto italiano.

AIFO ha condiviso con lei lo spirito di sinergia che auspicava promuovendo il Risorgimento dell’Olio Italiano: un esempio concreto e attuativo di tale spirito collaborativo è dimostrato dalla promozione degli accordi di filiera e dalla nuova collaborazione con Unaprol, con il mondo della produzione. Auspichiamo di poter trovare tale sinergia anche con il mondo dei confezionatori, (ai quali lo abbiamo proposto in varie occasioni), al fine di promuovere nel migliore dei modi l’italianità del nostro extra vergine sui mercati nazionali e stranieri.

Per questo e per i tanti motivi di condivisione e appoggio reciproco, che negli anni hanno contraddistinto il nostro rapporto, le rinnovo la disponibilità di AIFO ad aderire ad iniziative che possono aiutare il comparto a ritrovare quella vitalità e voglia di costruire che, ad oggi, sembra sopita.

Cordiali saluti

Piero Gonnelli
Presidente Aifo


Il rammarico è soprattutto nostro, visto che nel comparto olio di oliva ci crediamo con grande convinzione e senza peraltro avere interessi né diretti né indiretti. Lo dimostra con grande evidenza il settimanale “Teatro Naturale”, attraverso un prodotto editoriale di pregio, fornito oltretutto gratuitamente ai lettori. L’anomalia del nostro impegno sta semmai nel fatto che nessuna associazione di categoria ha mai sostenuto materialmente un progetto di comunicazione qual è “Teatro Naturale”: già questa anomalia la dice lunga sulle responsabilità della filiera. Figuriamoci quando poi si trattava di firmare un documento programmatico qual era il “Risorgimento dell’olio italiano”.

La chiusura del progetto del “Risorgimento dell’olio italiano” non scuote noi di “Teatro Naturale”, che di risultati concreti a favore del comparto ne abbiamo dati a iosa, ma segna piuttosto il fallimento di un comparto che non sembra avere più la forza di restare in piedi e andare avanti.

Non so cosa accadrà in futuro, so che la partita del presente è stata condotta male, non avendo la filiera attori all’altezza dei propri compiti – a parte le eccezioni, evidentemente.
Questo è il mio pensiero, per il resto le buone intenzioni non portano risultati. Occorrono atti concreti e persone nuove, lo dico da sempre.
Intanto apprezzo senz'altro la sua disponibilità, nella speranza che possa servire a qualcosa.

Luigi Caricato