La voce dei lettori

Bigazzi ha ragione, l’olio deve essere caro

Torniamo sul rapporto costi di produzione e prezzo di vendita. Due fattori che i produttori legano indissolubilmente ma le regole del mercato sono altre

17 gennaio 2009 | T N

Nei commenti dedicati al Bigazzi sono d'accordo sul fatto che l'olio, per essere buono, debba essere caro. L'olio di qualità deve essere caro!
Solo la molenda di un quintale di olive costa 20 euro, e se ci mettiamo che i vecchietti che le raccolgono si portano via la metà dell'olio (quando va bene, spesso anche di più) abbiamo un costo/litro, solo per la macinatura, di 4 euro. Aggiungete la potatura, le lavorazioni ecc. e ditemi come si spiega l'olio extra vergine made in Italy a 3/4 euro litro, boccia etichetta tappo incluso... Si spiega solo con l'arrivo, in nave cisterna, dai paesi dell'Africa mediterranea, con qualità ed igiene che ve le raccomando, ma che poi, per miracolo (solventi, filtraggi, clorofille ecc.), diviene olio extra ecc. ecc.
Quando andiamo al ristorante, non ci sembra cara una bottiglia di vino a 30 o più euro (spesso di qualità assolutamente non in linea con il prezzo...) che ci facciamo fuori in due, mentre troviamo da ridire per una bottiglia di olio ! a 15 euro con la quale una famiglia condisce per una settimana...siamo seri, qui ha ragione Bigazzi, eccome!

Gino Crociani

Gentile Sig. Crociani,
le truffe, le sofisticazioni sono inaccettabili. Procurano danni di varia e ampia natura, da quelli alla salute dei consumatori fino all’immagine del prodotto. Vanno quindi contrastate e combattute. Il settore degli oli di oliva non è però più soggetto di altri comparti a truffe e sofisticazioni, le statistiche e i controlli effettuati dai Carabinieri dei Nas e dall’Icq ne sono la prova.
Inoltre, premesso che i costi da lei indicati si riferiscono al centro nord del nostro Paese, al sud sono assai diversi, credo che occorra una riflessione più ampia, partendo da alcune domande.
Tutto ciò che ha un costo di produzione elevato è di qualità? Il consumatore deve accettare di pagare un prezzo salatissimo solo in ragione di costi di produzione elevati?
Le risposta è ovviamente no ad entrambe le domande. Fosse altrimenti accetteremmo ben volentieri le elevate tariffe di Alitalia senza protestare, come invece giustamente facciamo, in ragione di un servizio non sempre all’altezza. Quello di Alitalia è ovviamente soltanto un esempio, se ne potrebbero fare molti altri.
La verità, o meglio le regole del mercato, impongono invece una diversa logica. Il prezzo è regolato dalla legge della domanda e dell’offerta. Se si vuole spuntare un prezzo superiore occorre fornire il prodotto di un valore aggiunto. E’ il marketing, di solito, a effettuare questa operazione attraverso azioni che però non si basano sul costo di produzione, ma semmai sulla storia, sulle tradizioni o sull’innovazione legate al prodotto.
Queste le ragioni per cui assertiamo che Bigazzi utilizza argomenti demagogici, populistici, slegati dalla realtà economica, un fatto ancor più imperdonabile per un uomo che ha lavorato per anni in una grande multinazionale e quindi conosce perfettamente le logiche del mercato.
Cordiali saluti

A.G.