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Agriturismo sboom / 1. Non si sa più cosa inventarsi per sopravvivere

Ci scrive Luciano Roncarelli, della Cascina Cristin. Risponde Stefano Tesi: dire che si vada a picco è considerato politicamente scorretto. C'è una sconcertante aria di ignoranza, furberia e presunzione

20 dicembre 2008 | T N

Agriturismo, più che boom è sboom: link esterno


Complimenti davvero!
Erano anni che mi chiedevo dove fosse tutto questo incremento paventato dalle varie associazioni, dall'Istat e compagnia bella ...
Sarà, ma ho l'impressione che per loro aumento di numeri (leggi aumento di aziende) voglia dire boom, successo.

La cosa non è in questi termini, è vero quello che dice lei: per gran parte dell'anno siamo desolatamente vuoti e al di là di questo, gran parte del cosiddetto boom (parliamo di agriturismi veri e non speculativi) è dovuto al fatto che le piccole e medie aziende agricole non sanno più cosa inventarsi per riuscire a sopravvivere.

L'analisi sui debiti e pignoramenti vari è verissima (io stesso, purtroppo, faccio parte di questa categoria) e quindi non vedo proprio cosa ci sia da entusiasmarsi tanto.
Forse in questo paese bisognerebbe togliersi dalla testa l'idea che aumento di numero voglia dire crescita, ed analizzare i dati guardando un po' oltre; come diceva Beppe Grillo "non è che se io aumento l'ossigeno presente nell'aria ne ricavo un benessere ... prendo fuoco".
Grazie ancora per l'analisi.

Luciano Roncarelli
Cascina Cristin


LA RISPOSTA DI STEFANO TESI

Gentile signor Roncarelli,
la ringrazio per le belle parole. Vede, quello che lei e io notiamo lo notano in molti, ma pochi hanno il coraggio di dirlo. Un po' per insicurezza, un po' perchè temono di passarci male e un po' perchè dire che l'agriturismo italiano va a picco è considerato politicamente scorretto. L'agriturismo è infatti una di quelle parole che associazioni, regioni e governi usano per farsi belle e vantare le proprie "eccellenza".

Ciò premesso, prendiamoci anche noi (ho gestito un agriturismo per 15 anni, ne so qualcosa di come gira il settore) le nostre colpe: pressappochismo, miraggio di facili guadagni, facinoneria, incompetenza, approssimazione, mentalità sbagliate pullulano tra gli operatori e sono una grave concausa della crescita incontrollata e perciò esiziale del comparto. Forse lei non ha idea di quanto infimo sia, se presi come imprenditori, lo spessore medio dei titolari di aziende agrituristiche. Un oceano sconcertante di ignoranza, furberia e presunzione. Potrei raccontarle episodi scioccanti.

I nodi sono venuti al pettine da tempo, ma per i motivi sopra detti se ne tenta di tacerne. Già nel 2002, dalle colonne di un importante quotidiano nazionale, annunciai che lo "sboom" dell'agriturismo era cominciato da un pezzo. Mai che a un collega un po' più accorto sia mai venuto in mente di riprendere e approfondire la cosa. Tutti dietro alle statistiche ufficiali, che non sanno interpretare, e ai vuoti numeri, che non sanno parametrare alla realtà. L'equazione + = crescita = bene a prescindere è una fissazione non sradicabile dalla testa della gente... E i risultati, non solo nel settore agrituristico, sono sotto gli occhi di tutti.
Cordiali saluti,

Stefano Tesi