La voce dei lettori

Il nemico è il vino o chi ne abusa?

Una rassegna stampa di fuoco, per dare corpo a una campagna antialcol. Ma è la strada giusta?

15 novembre 2008 | T N

Inoltro per vostra conoscenza.
Cordiali saluti.
Alessandro Sbarbada

I titoli dei giornali, una sintesi

Ragazze morte, condannato l'autista. Il giovane era ubriaco.
da "Libertà"

Ubriaco in auto, maestra uccisa
da "Il Gazzettino" (Belluno)

«Meglio convertire le viti in meli»
da "L'Adige"

I giudici "scongelano" i fascicoli fermi. Gli etilometri sono "intelligenti": risolto il rebus dei test discordanti
da "Il Gazzettino" (Treviso)

Ai limiti del coma etilico, senza assicurazione e con la patente scaduta: confiscata l’auto. Ubriaca alla guida finisce nell’aiuola
da "Il Tirreno"

La denuncia. Lattine di birra contro il mosaico
da "Il Gazzettino" (Pordenone)

Reggio E.: droga, alcol e velocità, ritirate 26 patenti
da "Sassuolo 2000"

L'ARTICOLO DI TEATRO NATURALE
Assalto, con colpi bassi, al mondo del vino. Obiettivo: scardinare il mercato?
da "Teatro Naturale": link esterno

LE RIFLESSIONI DI SBARBADA

Piuttosto che ipotizzare qualcosa di torbido, si farebbe prima a rinunciare a un po’ di supponenza e certezza delle proprie idee, per provare a esaminare la questione da un differente punto di vista, magari esaminando qualche dato oggettivo.

Già a queste prime righe si può rispondere che:

I morti da problemi alcol correlati ogni anno in Italia sono 25.000, quelli da spinello certamente molti meno, ammesso che ce ne siano. Questo non significa affatto difendere o promuovere lo spinello. In un’ottica di salute ogni droga va avversata.
Per i suoi effetti, neurobiologici e sociali, l’alcol è droga ben più “pesante” dello spinello.
Il 56 per cento delle persone che in Italia sono in trattamento per problemi alcol correlati consuma prevalentemente, quando non esclusivamente vino: il vino da solo è responsabile di più sofferenze alcol correlate rispetto a tutte le altre bevande alcoliche messe insieme.
La molecola dell’alcol nel vino è uguale a quella presente nelle altre bevande alcoliche.
Mi occupo di questo problema da venti anni, ma non ho mai incontrato un solo proibizionista sul vino: i neo-proibizionisti stanno forse negli incubi notturni di chi ha scritto questo articolo.
C’è qualcosa di torbido in tutto questo?

Il maggior organismo scientifico del pianeta che si occupa di salute, l’Oms, indica come il maggior numero di problemi alcol correlati insorga in relazione a consumi moderati o occasionali.

Chi è che si deve liberare delle proprie chiusure mentali?

Peccato che “abuso” sia sempre quello che fa qualcun altro diverso da sé, così che nessuno metta in discussione il proprio bere, e quindi nessuno cambi.

Peccato che il maggior numero di problemi sia legato ad un bere moderato o occasionale, peccato che una sostanza in grado di indurre dipendenza, per definizione, possa limitare la libertà di agire consapevolmente sul consumo che ciascuno ne fa.

Ciascuno si sceglie e utilizza le ricerche che trova in letteratura per difendere le proprie tesi. Ci sono dati scientifici autorevoli e inoppugnabili che sostengono che gli effetti benefici per la salute legati a sostanze presenti in piccole tracce nel vino (resveratrolo, catechina, quercetina, cumarine, piceatannolo, e via dicendo) siano colossali panzane, del tutto prive di fondamento scientifico.

Se poi un’Associazione di tabaccai fondasse l’Associazione Sigaretta e Salute e promuovesse un libro con la dichiarata presunzione di spiegare una buona volta ai poveri ignoranti LA VERITA’ su sigarette e salute, con i relativi effetti protettivi per la salute, non stupirebbe affatto.

Ridurre i consumi di vino e altri alcolici sarebbe importante per la salute, e l’Italia si è impegnata a perseguire questa riduzione su indicazione OMS, ma sarebbe importante anche per l’economia.

I 45 miliardi che ogni anno sono pagati dal nostro paese a seguito di problemi alcol correlati – per la maggior parte vino correlati – sono un costo inaccettabile, anche alla luce dei risvolti in sofferenza umana.

Si potrebbe cominciare a tagliare tutto il denaro pubblico investito per promuovere questo prodotto, spacciato come vincente, drammaticamente perdente.

L’affermazione che “occorre tenere a bada”, “mettere ai margini” e “fronteggiare duramente” chi, in Italia come in Francia, lavora per trasformare in leggi e azioni concrete i documenti dell’OMS per la salute pubblica appare quasi minacciosa.

Ci dobbiamo cominciare a preoccupare?

Alessandro Sbarbada


LA RISPOSTA DI FRANCO BONAVIRI

Grazie per la sua ricca rassegna stampa, che tuttavia non possiamo pubblicare integralmente non per motivi di censura, visto che non fa parte della nostra cultura impedire di accogliere le posizioni diverse dalla nostra, ma per ragioni espressamente legate al diritto d'autore. Essendo una testata giornalistica, c'è una legge che vieta di riportare nella loro interezza gli articoli. Abbiamo in compenso riportato alcuni titoli.

Il suo lavoro così meticoloso merita rispetto e attenzione.
La comprendo, ma non ne condivido lo spirito. Lei associa, comprensibilmente, tutti gli episodi più tristi e cruenti di cronaca legati alle conseguenze dovute ad abuso di sostanze alcoliche, ma io continuo a darne una lettura alternativa.

E' evidente che si debba intervenire duramente, di fronte a questioni che gridano rabbia e dolore, ma, sul piano puramente concettuale, le riflessioni da fare sono altre.

Il mio articolo è volutamente provocatorio, non tanto per sostenere la mia tesi contro quella di chi la pensa dfiversamenmte da me, ma per portare all'attenzione generale una questione che andrebbe affrontata diversamente. Con un po' di equilibrio. Ora, lo so bene a cosa lei sta pensando, di fronte al mio testo dai toni forti, e piuttosto polemico. Ma non muto di una virgola il mio pensiero, pur comprendendo lo spirito e la tenacia con cui lei affronta il tema. Ma, appunto, il tema - lo ripeto, visto che nessuno ci fa caso - non è l'alcol in sé (io in particolare mi riferisco al vino, che non metterei in alcun modo sullo stesso piano di altre bevande alcoliche), ma l'abuso, piuttosto, che non è la stessa cosa.

Il tema da cui partire è un altro. La causa di molte stupide sofferenze non è l'alcol, e di conseguenza il vino, ma l'abuso che se ne fa. Non è una questione di poco conto. Il problema vero è la cultura dello sballo e il diffondersi di tutto quel modo deprecabile di concepire la realtà vista sempre in un'ottica legata all'uscire fuori dalle regole, alla trasgressione, talvolta, fine a se stessa.
Non è d'accordo? Pazienza. Ma se la società, e con essa le famiglie, i singoli individui, falliscono miseramente su una questione così delicata e grave, non è certo colpa dell'alcol in se stesso. Ciò che va fortemente e duramente avversato, è l'abuso, e non soltanto l'abuso di sostanze alcoliche.

Non crede che una società più morigerata, e rispettosa delle regole, sarebbe con ogni probabilità la soluzione di ogni problema legato all'alcol?

Franco Bonaviri