La voce dei lettori
Il mestiere dell'assaggiatore d'olio e l'iscrizione agli albi
Basta abbassare la guardia e in tanti si convincono di essere degustatori capaci. La denuncia di Ettore Franca
25 ottobre 2008 | T N
Caro Luigi, ti mando questo pezzo, tristemente offeso (come Olea) dal comportamento di associazioni e persone che, capito che nessuno controlla, interessa loro ben poco della âsostanzaâ.
Basta abbassare lâasticella così la âsaltanoâ e, convinti di essere assaggiatori vanno in giro âsparandoâ sciocchezze che deprimono la serietà di chi opera al meglio e ingenerano ulteriore confusione nel campo degli oli da oliva in cui solo i tecnici e gli specialisti raccapezzano alla ricerca di verità .
Ettore Franca
Presidente Olea
LA DENUNCIA DI ETTORE FRANCA
Quando il Reg. CEE 2568/91 rese obbligatorio il giudizio del panel test, esistevano persone ed Associazioni di assaggiatori che, a vario titolo e diverse finalità , si muovevano del campo dellâolio da olive.
Câera chi, semplicemente, voleva âcapireâ, chi diffondeva cultura per pura passione, chi preparava i blenders che, allora, ancora non si chiamavano così.
Poi venne la circolare Mi.P.A. n.5 del 19 giugno 1999 che codificava, per lâItalia, i criteri per la valutazione della âidoneità fisiologica allâassaggioâ, la iscrizione agli âAlbi/Elenchiâ, la formazione dei panel.
Sullâonda, sono nate diverse altre Associazioni, o pseudo tali che, autonomamente o dâintesa con le Associazioni dei Produttori Olivicoli, sfruttando o no i fondi dei vari Regolamenti CE 528/96 e 2080/05 con i relativi progetti âmiglioramento qualità â finanziati anche dallo Stato italiano, hanno dato vita a iniziative che, pur nella varietà dei âcorsiâ, convalidavano gli attestati di idoneità fisiologica.
Nessuna autorità ha mai controllato la qualità del prodotto e i controllori si sono sempre limitati al solo aspetto burocratico.
I programmi didattici sono eterogenei, le âproveâ sono elementari: il 99,9% dei corsisti riceve lâattestato di âidoneità fisiologica allâassaggio degli oli di oliva vergini ed extra verginiâ.
Dopo le â35 oreâcanoniche, certamente nessuno è un âassaggiatoreâ.
Olea (Organizzazione Laboratorio Esperti e Assaggiatori â scuola internazionale di analisi sensoriale e cultura degli alimenti), che non ha scopi di lucro e che presiedo fin dalla sua nascita del lontano 1990, fra le sue altre attività e attenendosi alle norme, consegna gli âattestati di idoneità fisiologicaâ ma, soprattutto, cura coloro che hanno seguito il corso, per loro organizza le â20 seduteâ sottoscrivendo la certificazione di ognuna ufficializzata dagli Enti pubblici e porta, chi vuole, fino alla iscrizione agli Albi.
Da sempre per Olea le â20 seduteâ sono state una cosa seria.
Sono 20 giornate, distribuite sistematicamente nel tempo, impegnano gli aspiranti assaggiatori a frequentarle e farsi guidare da capi-panel, da membri di panel: assaggiatori di capacità provata e di tanta passione.
In ognuna di quelle sedute, una o massimo due nello stesso giorno, si âpassanoâ 4-8 oli diversi per caratteristiche, attributi, origine (cultivar, tecnologia, area di provenienza, ecc.) e si svolgono prove di verifica dellâapprendimento da parte degli aspiranti.
Si creano momenti di confronto, di discussione, di approfondimento, di conoscenza di aggiornamento e, perché no, di cameratesca amicizia.
Chi completa le 20 sedute con Olea, per âraccogliereâ le 20 certificazioni deve mettere a calendario 8-12-18 mesi almeno e, in base alla disponibilità degli aspiranti e della struttura di Olea, circa una trentina di incontri, compresi quelli non certificati, con la speranza che in 3 â 5 anni, il candidato possa definirsi un esperto/assaggiatore.
Questo comportamento viene spesso criticato: â⦠il mio amico, con lâAssociazione X, ha fatto le 20 sedute in due giorni â¦â; âlâAssociazione Y fa le 20 sedute in un pomeriggio â¦â, â ⦠Z considera ogni olio una sedutaâ, e così via.
Da sempre Olea si attiene ai dettati del Coi lâultimo dei quali (COI/T. 20/ Doc. n. 15/rev. 2 settembre 2007 âAnalisi sensoriale dellâolio di oliva â metodo per la valutazione organolettica dellâolio vergine da olivaâ) al punto 10, âProcedura per la valutazione organolettica e la classificazione dellâolio vergine di olivaâ, sottopunto 10.1.2, recita: âWhen organoleptically assessing a virgin olive oil, its recommended that FOUR samples at the most be evaluated in each session with a maximum of THREE session per day, to avoid the contrast effect that could be produced by immediately tasting other samplesâ.
Nel suo agire, Olea si attiene alla raccomandazione del â⦠fare la valutazione organolettica al massimo di 4 campioni per seduta, con un massimo di tre sedute in un giorno â¦â.
E' vero che il Coi si riferisce alle analisi sensoriali ufficiali ma, a maggior ragione, secondo Olea quella indicazione dovrebbe essere applicata nella formazione di assaggiatori.
Mi chiedo inoltre: chi âdistribuisceâ quei certificati svolge seriamente il ruolo di preparatore ?
E chi ostenta quei 20 certificati è un âassaggiatoreâ diventato ope legis o è un assaggiatore su cui contare?
E chi avrebbe il dovere di vagliarli, in che valore tiene i 20 certificati di 20 sedute fatte in pomeriggio?
Câè o no qualcuno che controlla?
Mestamente devo concludere che il tutto, corsi, idoneità fisiologica, 20 sedute, albi/elenchi, sono un ambaradan allâitaliana dove la forma ha un valore ben più grande della sostanza.
Una brano dei Nomadi recitava: â⦠per fare un uomo ci voglion ventâanni â¦â
E quanto ci vuole per fare un assaggiatore esperto?
Due giorni bastano o, per fare cassa, sono troppi anche questi?
Ettore Franca