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La "particella di Dio"
13 settembre 2008 | T N
à cominciata l'avventura più ambiziosa della fisica moderna, diretta a esplorare i segreti della materia subito dopo il Big Bang che ha dato origine all'universo. L'altro giorno è stato acceso l'acceleratore di particelle più grande e potente mai costruito, il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra, costato tre miliardi di euro. D'ora in poi sarà un crescendo di eventi, alcuni dei quali potranno addirittura rivoluzionare la conoscenza della natura e della materia.
I primi fasci di protoni hanno attraversato per la prima volta i 27 chilometri
dell'anello dell'acceleratore in senso orario e antiorario e tutto è andato perfettamente. Già all'inizio della prossima settimana i due fasci di particelle saranno sincronizzati per essere iniettati contemporaneamente per ottenere le collisioni.
A questo punto gli esperimenti dell'acceleratore cominceranno a registrare dati e in ogni momento potranno riservare sorprese, come riuscire a vedere le particelle esistenti immediatamente dopo l'esplosione che ha dato inizio all'universo, che è uno degli obiettivi più ambiziosi del super acceleratore.
Inoltre, oltre alle tre dimensioni spaziali e al tempo, l'Lhc potrebbe rivelare l'esistenza di altre dimensioni e scoprire l'inafferrabile bosone di Higgs, "la particella di Dio" dal quale dipende l'esistenza della massa, ossia che fa aggregare tutte le particelle esistenti. Ciò comporterebbe un momento epocale, grande promessa per conoscere il volto dell'universo bambino. Ma la Chiesa ammonisce che "Bisogna tenere separati il campo della fisica da quello
della teologia.
Chiamare il bosone di Higgs particella di Dio è stata la trovata stravagante di un collega americano, ma con Dio non ha nulla a che fare. Non è detto che il Big Bang sia stato in realtà il primissimo evento che ha dato origine all'universo".
Mario Pulimanti
Lido di Ostia - Roma