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Metti l'origine in etichetta / 7. Manca la visione globale

Il punto di vista di chi, come Anna Lucia Cantore, ha scelto volontariamente il made in Italy nel lontano 1998, ma non condivide l'attuale controverso decreto che impone l'obbligo agli extra vergini

12 luglio 2008 | T N



Buongiorno,
ho letto con molto interesse la lettera di Tega (link esterno) e le successive risposte.

Premesso che la visione di Tega mi sembra essere la più realistica e veritiera, personalmente non credo che la situazione possa mutare (spero di essere smentita dai fatti) e parlo da frantoiana/produttrice/confezionatrice che ha scelto volontariamente il made in Italy nel lontano 1998.

Per chi non se lo ricordasse il regolamento del Prodotto Italiano esiste sin dal lontano 1998 e c'è chi facoltativamente vi si è assoggettato. Mi chiedo come mai qualcuno si renda conto solo oggi della sua esitenza, dopo 10 anni dalla nascita! Agli entusiasti, forse non era possibilie assoggettarsi già dal '98 e promuovere il proprio Made in Italy?

Per esperienza di questi 10 anni posso affermare che la massaia continuerà a comprare l'olio che costa meno e non solo lei! Sono veramente pochi i consumatori attenti a cosa comprano! Come detto da qualcuno ancora la maggioranza della gente non sa la differenza tra oli di semi ed olio extra vergine e per questo motivo quest'ultimo continua ad essere considerato un comune grasso, quindi che fa male alla salute.

Se i confezionatori devono comprare dai produttori pagando di più l'olio perchè si chiama Italiano, a questo punto possiamo consumarlo anche solo tra noi tutto l'olio prodotto perchè al consumatore interessa solo e soprattutto il prezzo! Come al solito manca totalmente la visione globale del settore ed ancor di più manca un pizzico di conoscenza di marketing e di visione imprenditoriale!

Se l'Ismea dice che l'80% delle bottiglie italiane vengono comprate da consumatori italiani attenti, forse non dice anche che quell'80% rappresenta forse solo il 10% di tutto l'olio che viene venduto al consumatore in Italia! Praticamente una goccia nel deserto.

L'introduzione obbligatoria del regolamento sta già portando numerosi problemi ed ovviamente costi, che il consumatore non paga!
Così come è il regolamento qualsiasi produttore di olio dovrà riempirsi di carte ed i frantoiani dovranno accertare e notificare tutta questa burocrazia in più! Come se ce ne fosse poca! Questo perchè secondo alcuni poi verremo remunerati dai prezzi... dell'olio che rimarrà invenduto perchè troppo costoso e che puntualmente verrà poi svenduto alle grandi industrie!

Alle grandi industrie il regolamento scivolerà addosso come se nulla fosse tanto hanno le possibilità di fare il prodotto italiano in etichetta e il prodotto made Mondo! Anzi come detto da Tega quasi certamente il loro marketing d'ora in poi sarà rivolto alla promozione dei blend dei migliori oli, a scapito del made in Italy!

Secondo me, sta alla coscienza di ognuno proporre un prodotto dall'origine e qualità certa, non sarà mai un regolamento obbligatorio a far diventare improvvisamente onesti i disonesti e chiudo qui perchè mi sono già dilungata troppo.

Auguro buon lavoro a tutti!

Anna Lucia Cantore
Agrigioia



Sante parole.
L. C.