La voce dei lettori

Italian festival per gli americani, ma per gli oli di oliva nostrani è solo una beffa

Una nota di Massimo Occhinegro ci fa riflettere sulla non facile gestione dei mercati internazionali. La rinomata catena Shoprite spaccia per italiano il marchio turco "Lio". Noi nel frattempo propendiamo verso l'autolesionismo

21 giugno 2008 | T N



Caro Luigi,

ho apprezzato l'intervento onesto e concreto del Sig. Luigi Tega (link esterno), che giustamente hai evidenziato in prima pagina della tua importante rivista.

Sull'argomento ci sarebbe molto da aggiungere (ma il tempo è tiranno) specie se caliamo la questione sulle vendite italiane nei mercati internazionali. Una sola battuta: in un'era dove giustamente ci si affida sempre più al "telematico" probabilmente c'è sempre più la paura di rinunciare alla carta, o meglio, nel caso di specie " alle carte".

In allegato trovi un "Italian festival" su un volantino di una grossa e rinomata catena di super- iper americana (Shoprite) dove campeggia il marchio turco "Lio". Chi affronta questi problemi non aveva e continua purtroppo a non avere una "vision" globale del mercato e come al solito tendiamo ad un autolesionismo che potrebbe avere grandi ripercussioni per l'Italia olearia intera. Le strade da percorrere sarebbero ben diverse.

Cordialmente,

Massimo Occhinegro