La voce dei lettori

Vino, fotosintesi e satelliti

Ci scrive Enzo Lo Scalzo, dell'Associazione Stampa Agroalimentare, risponde Monica Sommacampagna

16 febbraio 2008 | T N

Teatro Naturale del 19 gennaio (link esterno) pubblica... un buon articolo nel quale le dichiarazioni di Cesare Intrieri mi stimolano qualche riflessione non nella veste di eno-gastronomo, ma di esperto in Scienza dei Materiali, di Tecnologie e di appassionato alla tematica scientifica chimica ed alla sua divulgazione.

Da Teatro Naturale
Cesare Intrieri ha imperniato il suo intervento sull’importanza strategica della fotosintesi, oggi al centro di ricerche svolte con strumenti innovativi.
In base a test effettuati con una particolare pinza applicata sulle foglie che riesce a rilevare, in base alla concentrazione di anidride carbonica, l’evoluzione di questo processo e si è riscontrato che a 30-35 giorni di età le lamine delle foglie si presentano particolarmente espanse e la fotosintesi è al culmine. Studi ancora più specifici hanno permesso di individuare a quali nodi dei tralci della vite si ottengono risultati migliori in funzione della migrazione degli zuccheri verso i grappoli, tenendo conto del periodo vegetativo e della forma d’allevamento scelta.

L’introduzione è stimolante. Crescita e clorofilla in cambio di carbonio e fotoni. La macromolecola della clorofilla mi ha sempre richiamato quella dell’emoglobina, il più intelligente trasportatore e scambiatore d’ossigeno per la fornitura di energia e la sua associazione alla materia del corpo umano in un complesso processo di metabolizzazione e respirazione.

Prosegue Intrieri con gli errori nelle pratiche colturali, purtroppo dietro l’angolo.
“Se, attraverso drastiche cimature, si asporta un terzo delle foglie più funzionali, ad esempio, si rallenta il processo di maturazione che, soprattutto per le varietà più tardive, può non arrivare a conclusione” ha spiegato Intrieri.

E se una leggera cimatura pre-fioritura si va diffondendo allo scopo di mantenere l’assurgenza dei germogli e un buon livello di ricrescita delle femminelle per ringiovanire la chioma, per contro, una pratica troppo drastica può determinare un incremento di femminelle non positivo, con fenomeni di ombreggiamento che si determinano a livello dei grappoli.

La cimatura pre-vendemmia, invece, può essere utile quando la maturazione è già completa. Gli interventi di defogliazione devono arrivare fino a un massimo del 30-40% ed essere comunque tarati in modo da ottenere il giusto spazio per effettuare i trattamenti e per ottenere una buona esposizione dei grappoli.

Per monitorare lo sviluppo dell’attività di fotosintesi in base alle variazioni di luminosità alle quali è soggetta la superficie fogliare della vite sono state effettuate prove di ombreggiamento che hanno messo a confronto le performance di diverse forme di allevamento. Inserendo sensori di nuova generazione a livello delle chiome è risultato, ad esempio, che all’interno della vegetazione la capacità di assimilazione della luce è identica sia nel caso di un sistema a cordone speronato che di una chioma lasciata libera.

Tra le due alternative, tuttavia, il sistema a cordone libero è risultato il metodo più efficace per sfruttare al massimo i colpi di luce. Le chiome rese troppo strette da coppie di fili di acciaio vedono infatti limitata la funzionalità fogliare. “Il sistema a cordone libero ha inoltre evidenziato che, anche se si effettua una cimatura drastica, le foglie sono tutte funzionali e quindi la maturazione non si rallenta” ha concluso Intrieri.

Il clima e le peculiarità territoriali dove il vigneto è collocato costituiscono un imprescindibile punto di riferimento per valutare le soluzioni più adatte. In armonia con la natura e anche grazie ai progressi della scienza.


Riflessioni

Essere amante e appassionato di vino, averne fatto un’esperienza semisecolare di evoluzione e di gusto da varie provenienze con un rapporto diretto con cantine private, di famiglia e di mercato, con occasioni di scambio tra amici con un ampio spettro di esperti ed operatori in una ampia porzione dei territori del mondo, forse facilita il compito che mi prefiggo, che si riduce a qualche riflessione resa possibile dall’evoluzione della tecnologia e della conoscenza scientifica e di campo.

Avere cura da quasi due anni della rubrica sul sito ASA d’informazione allo squarcio aperto sul nostro pianeta Terra dai satelliti come stazioni d’osservazione attorno alla Terra è altrettanto favorevole ai commenti, forse banali, che farò, perchè il viso di Monica mi è simpatico, e la sua penna è felicemente ispirata a colpire nel “cuore” la materia che costituisce il motore della generazione del vino: i suoi zuccheri ed il loro percorso dal grappolo al sorso per generare il morsetto carezzevole o incazzato di un vino...

Questo percorso è influenzato come ogni percorso per terra, cielo e mare dalle condizioni metereologiche su cui i così...detti esperti capiscono “tutto” solo “dopo”!

Monica, in Teatro Naturale, con sicurezza afferma:

“...è un dato di fatto il significativo interesse dimostrato dai produttori moderni per i progressi della scienza viticola ed enologica”...
“...Così, la conoscenza tecnica acquisita in Italia e nel mondo da parte di numerosi viti-vinicoltori ha raggiunto ottimi livelli. L’obiettivo di ciascuno, divenuto talmente imperioso e condiviso sul mercato da apparire quasi scontato, è la qualità, che va garantita a dispetto delle bizzarrie meteorologiche”.

Con spontanea ricerca di verità, propone gli esiti di un “convegno sulla gestione in verde della chioma del vigneto promosso lo scorso dicembre a Sona (Verona) dal Consorzio Tutela Vino Bianco di Custoza.

Appare evidente quanto la “gestione in verde della chioma del vigneto” sia parametro significativo “sul campo”.

Cerchiamo riferimenti più precisi:

a - Attraverso la gestione della struttura e della geometria della chioma, ad esempio, si può condizionare sia il rapporto tra foglie e uva che i processi di maturazione”.

b - la foglia quanta più luce riceve tanta più capacità fotosintetica sviluppa – con benefici sulla concentrazione degli zuccheri – comprendiamo bene perché sia influenzata da:
la forma di allevamento – più o meno libera - e dai
momenti in cui effettuare operazioni come potature o cimature dei germogli e quanto
vadano accuratamente calibrati

c – quanto l’ orientamento dei filari possa influenzare, sulle pendenze dei rilievi, l’effetto “ombra” e lo scambio termico


Una prima serie di correlazioni statisticamente affidabili è pertanto auspicabile:

1 - la libertà d’intervento volta a modificare od orientare la forma che assumerà l’allevamento in vigna ha un ampio campo di variabilità che dipenderà da fattori autogeni e da interventi esterni in funzione di fattori influenzanti concomitanti, come le condizioni di calendario, quelle geologico-geografiche ambientali e metereologiche

2 – Oltre alle varianti naturali e del territorio, diventano così variabili operative quelle di condizionamento della crescita della chioma, degli effetti di luce ed ombra indotti, della ventilazione, della protezione da precipitazioni a debole o ad alta intensità, della capacità di ripresa delle condizioni di forma dopo un evento naturale od artificialmente indotto.

Le variabili sono tantissime. I tre secoli di vantaggio acquisiti dalle annotazioni della viticoltura storica francese in vigna ed in cantina riconfermano l’evidenza del valore attribuibile alla “tradizione” dall’esperienza, in quanto è acquisito come queste variabili hanno ciascuna ed insieme un peso nella determinazione della qualità del frutto, cioè dell’uva, e, conseguentemente, nell’evoluzione della qualità in cantina del vino.

Per ora siamo solo alla rassegna di alcune delle variabili dipendenti dall’ambiente esterno, dalla parte dell’aria, che effettivamente rappresenta una variabile stagionale, annuale, più o meno ripetitibile. Un analogo processo di indagine darebbe risultati positivi anche con l’osservazione del meccanismo di trasporto nel terreno, soprattutto da parte dell’acqua.

Ebbene, ecco la prima osservazione: finalmente ho trovato una “basic information” che soddisfi l’elaborazione e lo sviluppo di una teoria di riferimento su cui possa fondarsi un’indagine statistica di osservazione fotografica, suffragata da ogni correlazione di rappresentatività delle immagini, che ha costituito la “background information” delle ricerca messa in atto nello scorso autunno dal gruppo di osservatori coordinati dal programma-progetto “FRASCATI”di ESA.

Cerco di ricuperare la sintesi pubblicata nel sito www ASA per evidenziare le fasi operative che presenta ed attendere... ancora quali possano essere i risultati, che – forse per mia ignoranza – non mi risultano ancora divulgati... Ricuperato il documento dell’aprile scorso, mi rendo conto che questo aspetto era proprio quello di cui nella mia ignoranza... sapevamo di più... ma sempre pochissimo!

“Nel 2004 Hilde Chevillot nel sud della Francia aveva iniziato a misurare le dimensioni delle foglie di vite prendendo nota di ogni piccolo segno di malattia e stimando a fianco il grado di maturazione dell’uva. Sembra un dato di grande successo il cui contributo è apparso molto importante. Il progetto Bacchus – iniziato nel 2001 – ne ha preso immediatamente coscienza.”

Il salto di qualità nelle conoscenze atteso dal progetto FRASCATI cerca di ridurre l’approssimazione e la ripetibilità sperimentale, anche in altre colture, in altre specie di vitigni. Fare squadra è importantissimo: l’esame dell’immagineria potrebbe effettivamente stimolare altre osservazioni interessanti, come è capitato a Damien Rolland, un altro agronomo francese... citato nella storia di Bacchus.

Per l’Italia il supervisore del progetto Bacchus è Luigi Fusco. Riporto un suo commento denso di promesse e di aspettative attese

“ I satelliti d’osservazione terrestre oggi sono dotati di strumenti sofisticati in grado di operare in varie condizioni ottiche, radar e all’infrarosso.
Possiamo correlare – a seconda della capacità di risoluzione del sistema satellitare - dati di composizione del terreno, dei pendii, di esposizione alla luce solare, di umidità nelle coltivazioni agricole.
Con i satelliti dei sistemi in corso di preparazione prenderemo ogni notizia sulla buona cura delle vigne, con i dati dei lavori e degli interventi durante la stagione....”

“... A Frascati ci sono 1800 ettari di vigna in un’area di 50 km quadrati. Certo che le statistiche non sono l’unico obiettivo del programma di controllo della produzione di uva.
Stiamo cercando di acquisire informazioni utili al miglioramento qualitativo del vino, identificando le aree di coltivazione più promettenti, migliorando l’irrigazione e individuando le malattie...”


Interesse italiano all’opportunità offerta da FRASCATI

Provo a cercare su "Bacchus – Luigi Fusco", non trovo nessun documento nel web con risultati e commenti posteriori al febbraio 2006, mentre permane il silenzio dei giornalisti e soci ASA e di quanti potenzialmente leggano questa rubrica...

Non mi resta altra alternativa che richiamare l’invito rivolto in Aprile 2007 da questa rubrica, che facilmente troverete tra gli articoli in archivio, rileggerlo e invitarvi a riconsidere il capitolo “Cosa sappiamo e cosa vorremmo sapere di più”...

“... Con l’esplorazione satellitare radar le “biomasse di vigna” si trasformano in segnali di vitalità, a loro volta tradotti in “immagini”, qualche volta anche di uva: l’osservazione deve consentire l’apprezzabilità di una correlazione di indici e colori ripetibile... In cosa consiste?

Da quello che comprendo, il “sistema di immagini” sotto controllo confirmatorio (quasi una caparra) ha dimostrato di essere sensibile a segnali d’interesse (per aspetto? maturazione? quantità? colore? contenuto zuccherino? altro? prima, dopo e durante la vendemmia?):

sulla superficie della vigna, tra i pampini e alla luce
ai segnali di cambiamento delle biomasse

Chiaramente ogni progetto di ricerca (in questo assunto mi sento a mio agio) parte inizialmente con un elenco di obiettivi correlabili a dati acquisibili che... più elevato è il grado d’innovazione, più richiede di essere criticamente vagliato, corretto, riprovato, riscritto... per arrivare spesso a conclusioni diverse da quelle delle prime impostazioni... in ogni sua fase di riflessioni.

E’ un iter che si svolge nel tempo, di durata imprevedibile... Per questo spesso si sforano le disponibilità finanziarie, per questo oggi si tende a fissarne pilastri vincolanti per potere avere la libertà -. anche morale – di richiamare convinzioni e correggere obiettivi...

Cosa è stato finora pubblicato e quanto altro potrà emergere dopo il brain storming di questi giorni del simposio di Montreux che rappresenta lo stato dell’arte delle osservazioni dallo spazio, su tutto il pianeta, aggiornato alla primavera del 2007...

Ma sul vino di Frascati?

Quante domande avrei da fare.
Quali potranno essere i limiti delle implicazioni di carattere brevettuale all’estensibilità delle esperienze? Quali i vincoli di carattere geografico e di... proprietà dei diritti d’immagine?

Sappiamo che l’area in osservazione a Frascati è di 24,5 chilometri quadri, poco più di un fazzoletto da 6x4, con un orientamento... compatibile con l’orbita di ERS-2 e con il suo radar.
Dall’aereoporto di Ciampino il Centro Aerospaziale Tedesco (DLR) ha fatto volare sul Dornier 228 il radar sperimentale E-SAR, che è caratterizzato da una risoluzione spaziale massima di 4 metri.

E-SAR può operare con segnali su cinque lunghezze d’onda differenti e con polarizzazione selettiva in modo da moltiplicare gli accoppiamenti di “sensitività” a specifiche “variabili ambientali” e di “qualità” dell’oggetto allo studio.

Forse con questi dettagli e riflessioni ne sappiamo qualcosa di più, per comprendere e comunicare quanto sia faticoso e importante dare nomi e cognomi giusti, assegnare date e condizioni di acquisizione dei segnali, delle registrazioni, delle immagini... per arrivare a ragionare anche in prima istanza sul significato e l’aspetto delle stesse.

La verità è imbottigliata: aiutiamoci con cavatappi virtuali per capirne almeno frammenti importanti, tanto da scegliere con cognizione di causa e motivazione sostenibile. Il dinamismo della ricerca nello spazio e dallo spazio consente nelle sue frange di farne un uso di sano divertimento eno-gastronomico.



Enzo Lo Scalzo
ASA –AA, 19 Gennaio 2008


Da Frascati ed il suo vino dallo spazio



TERRITORIO E VITA DALLO SPAZIO
A cura di ENZO LO SCALZO [ loscalzo.web@asa-press.com ]


Frascati ed il suo vino dallo spazio

Un’avventura spaziale... speciale per ASA

Stranamente e casualmente ASA ed ESA potrebbero confondersi in un concerto di comunicazione: ESA osserva, ASA riprende...
ESA registra dallo spazio, ASA informa sulla terra...

Cerchiamo di essere umili: ESA fa tutto questo per ogni metro quadro del mondo... ASA ragiona su qualche chilometro quadro dell’area di Frascati..., assaporando volentieri il piacere del gusto DiVino!

Uno sguardo al territorio

Le pendici di struttura vulcanica a ridosso di Roma hanno stimolato la coltura e la cultura del vino da tempo immemorabile. Vendemmie ogni anno, ma l’ultima è stata storicamente documentata dallo spazio, al massimo delle risorse disponibili all’uomo: immagini e un sensore radar prima, durante e dopo. Il documento è denominato BACCHUS-DOC. Lo scopo della missione è di completare altre acquisizioni d’immagineria di colture rilevate da ERS-2, SPOT, Landsat, IKONOS e Quick Bird.

Appaiono quasi nomi esotici, invece per l’Università di Tor Vergata affiancata alla squadra del Centro Aerospaziale Tedesco (DLR) e di ESA all’ESRIN, il centro europeo per l’osservazione della Terra, proprio collocato nel territorio allo studio, FRASCATI... si tratta di seria documentazione scientifica e per il mondo dei viticoltori di... curiosità spaziali!


Cosa sappiamo e cosa vorremmo sapere di più?

Mi sia concesso l’arbitrio di porre questa domanda a me stesso, cosciente di sapere troppo poco su quello che sappiamo. Pare che comunicatori, studiosi e scienziati hanno fino ad oggi imparato a sborniarsi a sorsi sulla materia della complessa filiera che dalla vite sgorga in botti, bottiglie e contenitori di fogge e materiali sempre più idonei a dare piacere, nutrimento, lavoro, energia, risorse... A sorsi e a sbornie, ognuno chiuso a riccio nella sua botticella di specializzazione, mentre sul campo e in cantina domina la ricerca e la valorizzazione di sfumature del gusto e a tavola alla fine si è felici di berci sopra sorridendo.

Con l’esplorazione satellitare radar le “biomasse di vigna” si trasformano in segnali di vitalità, a loro volta tradotti in “immagini”, per il più astratte, qualche volta anche di uva: l’osservazione deve consentire l’apprezzabilità di una correlazione di indici e colori ripetibile che si sta dimostrando accessibile. In cosa consiste?

Da quello che comprendo come dilettante, il “sistema di immagini” sotto controllo confirmatorio (quasi una caparra) ha dimostrato di essere sensibile a segnali d’interesse:
sulla superficie della vigna, tra i pampini e alla luce
ai seganli di cambiamento delle biomasse (per aspetto? maturazione? quantità? colore? contenuto zuccherino? altro? prima, dopo e durante la vendemmia?)

Chiaramente ogni progetto di ricerca (in questo assunto mi sento a mio agio) parte inizialmente con un elenco di obiettivi correlabili a dati acquisibili che... più elevato è il grado d’innovazione, più richiede di essere criticamente vagliato, corretto, riprovato, riscritto... per arrivare spesso a conclusioni diverse da quelle delle prime impostazioni... in ogni sua fase di riflessioni.
E’ un iter che si svolge nel tempo, di durata imprevedibile... Per questo spesso si sforano le disponibilità finanziarie, per questo oggi si tende a fissarne pilastri vincolanti per potere avere la libertà -. anche morale – di richiamare convinzioni e correggere obiettivi.

Alcuni fattori o momenti sono premianti: quelli in cui si raccolgono i primi dati, quelli in cui qualche punto coincide con una funzione di sviluppo, quelli in cui si conferma che il percorso... è praticabile.

Progetti che cadono dall’alto hanno bisogno di risultati a breve per tenere alta la motivazione dei protagonisti della ricerca, di coloro che hanno scommesso sulla sua utilità. Ogni sviluppo collaterale di successo avrà il merito di avere appagato aspettative più o meno importanti.

Cosa è stato finora pubblicato e quanto altro potrà emergere dopo il brain storming di questi giorni del simposio di Montreux rappresenta lo stato dell’arte delle osservazioni dallo spazio, su tutto il pianeta, alla primavera del 2007. Si tratta di una valanga di dati e di notizie spesso troppo filtrate da regioni di riservatezza, confidenzialità di dati, accordi di prelazione per il potenziale di sfruttamento e blocchi temporanei di affidabilità, diritti proprietari di know how... La loro sintesi esposta, al Palais de la Decouverte a Parigi al pubblico è il primo flash sull’evento (vedi le limitate impressioni anche su questo sito diffuse le scorse settimane).
Ma sul vino di Frascati?

Sono curioso. Anzi, curiosissimo. Per ora se ne parla poco, anche se qualche riferimento – a memento – è stato comunicato anche in occasione dell’assemblea ASA auspicando “un interesse sul campo con il centro ESA di Frascati ed alcune iniziative di utilizzazione in campo vinicolo del programma che da alcuni anni ha destato un interesse applicativo rimasto abbastanza sconosciuto”.

Quante domande avrei da fare. Quali potranno essere i limiti delle implicazioni di carattere brevettuale all’estensibilità delle esperienze? Quali i vincoli di carattere geografico e di... proprietà dei diritti d’immagine?

Sappiamo che l’area in osservazione a Frascati è di 24,5 chilometri quadri, poco più di un fazzoletto da 6x4, con un orientamento che fosse inizialmente compatibile con l’orbita di ERS-2 e con il suo radar. Dall’aereoporto di Ciampino il Centro Aerospaziale Tedesco (DLR) ha fatto volare sul Dornier 228 il radar sperimentale E-SAR, che è caratterizzato da una risoluzione spaziale massima di 4 metri.

E-SAR può operare con segnali su cinque lunghezze d’onda differenti e con polarizzazione selettiva in modo da moltiplicare gli accoppiamenti di “sensitività” a specifiche “variabili ambientali” e di “qualità” dell’oggetto allo studio.

Con questi dettagli ne sappiamo qualcosa di più, per comprendere e comunicare quanto sia faticoso e importante dare nomi e cognomi giusti, assegnare date e condizioni di acquisizione dei segnali, delle registrazioni, delle immagini... per arrivare a ragionare anche in prima istanza sul significato e l’aspetto delle stesse.


Alcune tessere del mosaico alla base del modello di BACCHUS

Per affrontare una classificazione delle osservazioni ricavabili dallo spazio, la certezza della correlazione tra realtà e immagini deve basarsi su una complessiva verifica della validità delle condizioni esterne che possano influenzare le interazioni sui fatti e sul modo di correggere i risultati con garanzia di conservarne le validità in caso di avversità.

Alcuni tra gli obiettivi sono semplici seppure ad elevato grado di complessità: ad esempio la classificazione dei vigneti per dimensione delle foglie della vite. Oppure per volume dei grappoli del frutto e della loro posizione nello spazio: occorrono serie di riprese con un confronto da fare accuratamente a terra per una attendibile taratura dei modelli di trasformazione in immagini in scala confrontabili accanto a riprese contemporaneamenente rilevate dall’aria con il piccolo bimotore Dornier oltre che dalle passate ciclicamente ripetibili dei satelliti sulla stessa striscia.

Altrettanto il territorio può essere accuratamente curato per la determinazione certa delle distanze tra i filari, il riferimento di piante riconoscibili di discreta dimensione e tipo, i valori dell’umidità del terreno e la sua costituzione, le barbottine ed i germogli per metro di filare, come altrettanto sofisticate determinazioni di lunghezze d’onda, di colori e sensitività dell’uva alle registrazioni d’immagini a luce polarizzata...

Sarebbe gratificante avere di fronte non solo un agrimensore ed un enologo, ma uno scienziato in scienza dei biomateriali, in ottica ed informatica, in coltivazioni arboree come il professore Scienza di Milano o il Professore Solimini dell’Università di Tor Vergata per cercare di intuire come questi parametri possono inluenzare l’immagineria (consentitemi questo parallelo con “immaginerie”) in funzione dell’angolo d’incidenza dell’osservazione...

A Frascati in che modo qualcosa potrebbe essere diverso da quanto sarebbe possibile verificare lungo le pendici del Reno o le valli della Mosella?


La scelta di Frascati

Frascati è stato scelto come “campo sperimentale per la filiera del vino” in quanto un sistema informatico (GIS = geographic information system) era stato scelto da E-SAR Frascati tra i progetti su cui si concentra l’investimento nel programma BACCHUS, progetto di ricerca concordato in aiuto al miglioramento della qualità del vino prodotto in Europa, che era giunto a completamento della sua fase di fattibilità. La sua estensione con un’appendice di ricerca denominata DiVino... è stata allocata al GIS Frascati...

E’ una sfida alla conoscenza enologica che la scienza Europea ha lanciato sulla base dell’osservazione che come gli uccelli sanno riconoscere la qualità dell’uva volando, osservando e beccando i grappoli succosi, un consorzio costituito da Italia, Francia, Portogallo e Spagna - ciascuno responsabile di precisi compiti nel mettere a fuoco gli aspetti speciali, anche competitivi, della coltivazione e marketing del vino – a partecipazione pubblica e privata - cercherà di guardare, scrutare, stimolare, registrare radiazioni e confrontare sul campo l’immagineria satellitare. A terra, il Consorzio DOC Frascati partecipa con oltre 700 viticoltori ed enologi del territorio.

Ne stanno parlando. Tra loro certamente. Ne so poco, anzi quasi nulla. Forse i soci ASA sanno molto di più. Mi piacerebbe ascoltare qualche commento direttamente sul posto, anche solo registrato da un dilettante, in iTune.

L’altro ieri è stato riferito qualche risultato a Montreux, ma finora riportato in termini sommari e da uno scienziato non italiano. Oltre che ascoltare, ai nostri viticoltori, agronomi, scienziati ed enologi potrà essere concesso qualche spazio al microfono dei mass media?
La fantasia tipica dell’italiano ha sempre brillato per capacità d’innovazione e per un’abilità artigianale che – in arte – diventa opera d’arte e in scienza... brillante idea d’invenzione. Da soli, in silenzio, tuttavia è difficile, e ogni tanto, si potrebbe anche fare squadra...

Nel 2004 Hilde Chevillot. nel sud della Francia, aveva iniziato a misurare le dimensioni delle foglie di vite prendendo nota di ogni piccolo segno di malattia e stimando a fianco il grado di maturazione dell’uva. Sembra un dato di grande successo il cui contributo è apparso molto importante. Bacchus – iniziato nel 2001 – ne ha preso immediatamente coscienza. Il nuovo salto atteso da Frascati cerca di ridurre l’approssimazione e la ripetibilità sperimentale, anche in altre colture, in altre specie di vitigni. Fare squadra è importantissimo... e l’esame dell’immagineria potrebbe effettivamente stimolare altre osservazioni interessanti, come è capitato a Damien Rolland, un altro agronomo francese... citato nella storia di Bacchus.

Per l’Italia il supervisore del progetto Bacchus è Luigi Fusco. Riporto un suo commento:

“ I satelliti d’osservazione terrestre oggi sono dotati di altri strumenti d’indagine sofisticati e sensibili in grado di operare in varie condizioni ottiche, radar e all’infrarosso. I dati scientifici ricavabili sono enormi. Possiamo correlare – a seconda della capacità di risoluzione del sistema satellitare - dati di composizione del terreno, dei pendii, di esposizione alla luce solare, di umidità nelle coltivazioni agricole. Con i satelliti dei sistemi in corso di preparazione prenederemo ogni notizia sulla buona cura delle vigne, con i dati dei lavori e degli interventi durante la stagione....
... A Frascati ci sono 1800 ettari di vigna in un’area di 50 km quadrati. Certo che le statistiche non sono l’unico obiettivo del programma di controllo della produzione di uva. Stiamo cercando di acquisire informazioni utili al miglioramento qualitativo del vino, identificando le aree di coltivazione più promettenti, migliorando l’irrigazione e individuando le malattie...”

Un brindisi

Un brindisi in onore di Bacchus va fatto, con un sincero Frascati. Il cin-cin dovrebbe essere divulgato in tutte le direzioni ed a tutte le ore dagli emettitori nazionali con trasmissioni audio e video, anche dalle cantine oltre che dalle vigne. Le immagini VHR, la distinzione tra le tipologie di colture bene curate o lasciate andare al destino naturale, l’occasione di essere in grado di visitare ogni ettaro del globo terrestre per verificare segni di abbandono o ragioni del fenomeni inaspettati occorsi sono alla portata di tutte le borse di spesa delle autorità che oltre a quello della poltrona abbiano un comune senso di responsabilità per la vita dell’uomo.

Il trasferimento di tecnologie è intrigato da pressioni più forti in ogni caso di valori in gioco, ma è reso accessibile, possibile ed aiutato da un ente internazionale senza scopo di lucro – ESA – finanziato come socio fondatore importante dall’Italia, dalla CE e da tanti governi associati nell’avventura spaziale globale e per singoli progetti. La vicina Svizzera si morde le dita per non avere avuto la possibilità di portare Bacchus a sviluppare una fase conoscitiva per i cru del Mendrisiotto ticinese. Le occasioni d’incontro non mancano e da ognuna può nascere un’idea praticabile razionalmente.

Il 24 Aprile si è aperto a Nordwijk – al centro spaziale europeo in Olanda - ESA Investment Forum che ha chiamato a raccolta banche, istituti di credito, capitali alla ricerca di occasioni d’investimento.

Contemporaneamente a Montreux, dal 23 Aprile si prende visione e si discutono gli studi iniziati e avanzati con la partecipazione di 900 scienziati da tutto il mondo.

Posso augurarmi che ASA, che nella sigla arriva prima di ESA in ordine alfabetico, possa pensare a un brindisi a... Frascati rinfrescato da idee senza limiti di fantasia?


Enzo Lo Scalzo
ASA - AA, 25 Aprile 2007


In questo caso le immagini sono a VHR (altissima risoluzione) per documentare lo stato di manutenzione del terreno scelto (capitolato GAEC – good agricultural and environmental conditions)

Quella presentata è una serie d’immagini a bassissima risoluzione. Le stesse si possono scaricare immagini ad alta risoluzione dai siti ESA.


Enzo Lo Scalzo


RISPONDE MONICA SOMMACAMPAGNA

Gentile dr. Lo Scalzo,

grazie per aver letto con tanta attenzione il mio articolo: “Per un buon vino, l’importanza strategica della fotosintesi” (link esterno), basato sugli esiti di una tavola rotonda alla quale ho assistito a Custoza, dove sono stati presentati alcuni risultati degli studi del prof. Cesare Intrieri sulla gestione della chioma in verde. Una prospettiva particolare, originata dalle ricerche che il docente svolge da anni e che mi ha interessato per un motivo più ampio: come sfruttare le moderne conoscenze scientifiche per prendersi cura del vigneto in modo tale da sfruttare le valenze positive del clima odierno?

Il mio punto di vista è quello di una giornalista che “fotografa” con le parole aspetti diversi di un mondo vitivinicolo sempre più interessato ai progressi della ricerca.

Grazie per il suo ampio e circostanziato commento, nato dalla sua collaborazione per ASA. Mi fa sinceramente piacere e mi interessa notare che, con la sua lettera, il focus della conoscenza si proietta su orizzonti ancora più ampi, sfruttando le potenzialità dei satelliti.

Il punto è: a che punto siamo con la campagna osservativa del progetto Bacchus? Quali sono le evoluzioni dal 2006 a oggi? Se la può confortare, su suo input, anch’io ho esplorato il web per cercare notizie sullo status attuale del progetto e sulle sue possibilità applicative ma, al pari suo, non ho trovato esiti recenti. Se qualcuno può illuminarci, ben venga!

Monica Sommacampagna