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La situazione dell'olio oggi? E' veramente critica

Una lettera di Ettore Congedi. Il prezzo è al ribasso, la concorrenza tanta. "Dovremo soffrire ancora una volta, come siamo già abituati da decenni?"

26 gennaio 2008 | T N

Caro Direttore,
sono un giovane neo laureato in scienze politiche, figlio di un titolare di un frantoio e azienda agricola esistente da 5 generazioni e situata nel basso salento, terra millenaria dell'olio d'oliva, sono un assiduo frequentatore del suo sito ogni settimana.

Le scrivo per chiederle e dirle che la situazione dell'olio oggi è veramente critica, dal punto di vista dei costi per assicurare e contribuire i lavoratori, la gestione, i grossi investimenti fatti negli ultimi anni per ottenere oli di qualità e meccanizzazione, promozione e vendita del prodotto. Dove arrriveremo? dovremo abbandonare le ns campagne e i nostri impianti secolari?

La "finta" legge fatta dal nostro caro ministro per le politiche agricole sembra quasi un accontentino però finto poichè non avrà alcun esito positivo a Bruxelles in quanto sarà terra bruciata con gli spagnoli che detengono il potere di questo settore e imporre alle multinazionali la "provenienza obbligatoria" è chiaramente impossibile.

Altro problema è quello che ripercuote oggi la crisi di recessione che si sta vivendo negli Stati Uniti e che porterà come credo stia già accadendo un calo di vendite, relative anche al forte euro nei confronti del dollaro che favorirà il mercato spagnolo rispetto a quello detenuto dall'Italia con un'inversione del trend positivo di vendite che restava al ns paese. Poi ci sarà l'aumento della
falsificazione di tutti i prodotti italiani poichè non potranno permetterseli più di acquistarli.

Il prezzo del mercato all'ingrosso dell'olio di oliva di qualsiasi categoria è in ribasso nuovamente questa settimana, cosa inspiegabile poichè dal rapporto annuale dell'ismea all'inizio della campagna come poi si sta verificando attualmente, c' è un forte calo di produzione dovuto a fattori climatici e all'alternanza delle annate in tutta italia e non solo in Puglia o nel salento. A questo proposito mi domando come mai il prezzo dell'olio non aumenta?I consumi di questo prodotto sono stimati in un trend annuale sempre in aumento a livello mondiale.

Prospettive positive ne vedo ben poche. Dovremo come siamo già abituati da decenni a soffrire ancora una volta?
Grazie.
Distinti Saluti,
Ettore Congedi


I nodi vengono al pettine, inevitabilmente. Non ci si può aspettare nulla di buono se per decenni si è abbandonato il settore a se stesso, svuotandolo di molte energie e risorse finanziarie. Si è abusato tanto, la politica ha contribuito all'attuale crisi, oramai strutturale. Se ho qualche speranza per il futuro? Sì, ma le posizioni che stiamo via via perdendo non saranno più recuperate nel breve periodo. Occorrerarno altri decenni, altre generazioni. La colpa, non dimentichiamolo, è anche degli olivicoltori, incapaci di fronteggiare i tanti abusi perpetrati ai propri danni, anzi delegando addirittura ad altri il compito di affrettare il proprio declino.
Non sono pessimista, fotografo la realtà. E il Salento è terra che ha più colpe di altre, come il resto del Sud. Riparare oggi è difficile, senza un ricambio nei meccanismi del potere. E quando faccio riferimento al potere, sappiamo bene a chi mi riferisco: a chi per decenni - e tuttora proseguendo, purtroppo, nell'occupazione degli spazi - è rimasto a capo di associazioni, consorzi e altre realtà istituzionali per gestire il proprio orticello.
Dove erano gli olivicoltori di fronte a tali abusi?
La Spagna vince perché ha uno sguardo aperto al futuro. Questo sguardo è il frutto di sapienti investimenti e di molteplici attenzioni al settore.
Sì, purtroppo saremo destinati ancora a soffrire, ma per nostre colpe, unicamente per nostre esclusive colpe: per inadempienza e per un atteggiamento troppe volte rinunciatario.
Un caro saluto, e in bocca al lupo per la sua attività. Non c'è comunque da abbattersi, gli spazi per i singoli ci sono, occorre tenere duro.


Luigi Caricato