La voce dei lettori

OLIO D'AUTORE A CHI?

Da Ermanno e Francesco Rosati, produttori di extra vergine in Sabina: "Chi c'è dietro a questa manovra fatta intenzionalmente per una parte della filiera, la meno nobile e la più a rischio di brogli?"
Da Ranieri Filo della Torre la risposta Unaprol: "Non vedo una coerenza sul piano dell’assunzione di responsabilità rispetto ad una serie di temi decisivi sui quali non ho mai avuto modo di incrociarVi"

01 dicembre 2007 | T N

Sono un produttore, tra i primi, se non il primo in Italia ad arrivare alla DOP in SABINA con la CCIA di RIETI, ad aver promosso la qualità degli olii extravergini al grosso pubblico e alla GDA dal 1985.

Vedo con interesse che ora la DOP la fanno solo i frantoi italiani e questa pubblicità, fatta anche con i nostri, (nostri dei produttori non solo frantoiani) premia come riconoscimento solo una parte della filiera, impropriamente onorificata della DOP in base ai regolamenti delle varie DOP Italiane.

Leggete i regolamenti allegati al sito e poi ditemi se ci si puà astrattamente riferire ad un elenco di frantoi per parlare di Olio DOP, senza esame previo organolettico e chimico della partite e senza certificazione dei prodotti sfusi.

I PRODUTTORI di olio DOP, quelli che seguono con precisione il disciplinare per il riconoscimento e il rilascio dei bollini DOP, pagando analisi e certificati, dove sono nel vostro elenco di olii d'autore?

E' questa la pluralità della promo degli DOP che viene presentata alla UE come eseguita con correttezza?
Chi c'è dietro a questa manovra fatta intenzionalmente per una parte della filiera, la meno nobile e la più a rischio di brogli?

Come nel resto del settore oleario ci sono gli industriali che condizionano tutte le iniziative del MIPAF, adesso è chiaro chi condiziona le DOP degli olii Italiani, spacciandoli per i migliori, d'autore!

Bravi, complimenti, siete in linea con tutto lo schifo che si vede ora in questo paese dove vige la legge della giungla: vincesempre il più forte!

Ermanno e Francesco Rosati
Olivicoltori da generazioni in SABINA DOP


LA RISPOSTA DELL'UNAPROL
Riscontro l’e-mail sottoindicata, sgrammaticata nella forma, falsa e totalmente priva di ogni genere di conoscenza del programma nella sostanza e, fatto ancora più grave, renitente sul piano dell’assunzione delle responsabilità e dei conseguenti comportamenti.

Partiamo dall’inizio l’e-mail è in prima persona ma alla fine ci sono due firme.

Di chi è la responsabilità dell’inoltro dell’e-mail che per altro contiene una serie di errori grammaticali?

Certamente la conoscenza e la padronanza della lingua italiana è cosa ardua e difficile.

Non vedo un’a coerenza sul piano dell’assunzione di responsabilità egregio signore o egregi signori rispetto ad una serie di temi decisivi sui quali non ho mai avuto modo di incrociarVi.

In particolare parlo delle decine di incontri che abbiamo avuto per dare ai Consorzi delle DOP un maggior ruolo in termini di vigilanza, piano dei controlli e tutela del prodotto.

Parlo oltre quaranta manifestazioni, solo nell’ultimo anno per ottenere l’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine del prodotto. Mi riferisco, ai programmi di tracciabilità che vedono attualmente coinvolte oltre trecento filiere rappresentative di seimila imprese olivicole per dare evidenza a tutto ciò che avviene dall’oliveto fino al confezionamento.

Soprattutto mi riferisco ai numerosi incontri nei quali abbiamo sollecitato gli Organi della pubblica amministrazione ed in particolare la Repressione Frodi, i NAS e l’Agecontrol ai quali abbiamo chiesto di compiere verifiche su tutti i componenti della filiera dai produttori, ai frantoiani, ai confezionatori e agli industriali.

Nessuna categoria può ritenersi una zona franca esente da un puntuale, rigoroso e serio controllo.

Va separato il grano dal miglio, gli operatori onesti dai furbi e dai malfattori.

In tutte queste riunioni concrete ed operative non ho mai avuto modo di incontrarVi, di ricevere da Voi indicazioni e supporti o comunque un contributo reale.

Lo schifo, egregi signori, sta soprattutto in chi getta il sasso ma nasconde la mano e non si rende parte attiva e diligente di un processo di trasparenza del mercato.

Il progetto “Olio d’Autore” nasce da una semplice considerazione: qualunque programma di tracciabilità, certificazione (DOP, IGP, Biologico ed oggi anche alla luce del nuove decreto sull’origine obbligatoria in etichetta sul made in italy) trova nel frantoio un punto di riferimento obbligatorio in termini di filiera.

Tanto che, come ben sapete se è vero come affermate nella Vostra e-mail che dal 1985 fate parte della DOP Sabina DOP-COTOS esiste un elenco ufficiale e pubblico dei frantoi che si sono assoggettati ai controlli del Consorzio per le verifiche richieste.

Tra queste rientrano quelle di carattere organolettico e chimico.

I frantoi che partecipano, liberamente e per propria scelta al programma “Olio d’Autore” debbono necessariamente rientrare in questa categoria.

Se il COTOS non esegue puntuali controlli e verifiche la responsabilità, egregi signori, ricade sui componenti di questo Consorzio, tra i quali mi sembra che Voi rientrate.

Se il livore e l’acredine non avessero obnubilato la mano che ha steso la Vostra e-mail, Vi sareste certamente accorti che molti dei benemeriti olivicoltori che Voi indicate in calce alla nota sono parte libera ed attiva del nostro programma in quanto hanno scelto di svolgere insieme all’attività agricola anche quella di trasformazione.

Vogliamo fare solo qualche nome? La bravissima Laura Fagiolo con il suo Cru di Cures, la Cooperativa Sabina Agricola del grandissimo amico Pierluigi Silvestri, Consigliere dell’Unaprol, con il marchio Sabina Agricola, il Frantoio Petrucci Socrate con i marchi Petrucci e Numa Pompilio.

Apprendo con una certa emozione che da qualche generazione siete olivicoltori. I miei antenati lo erano dal 1200 ed io continuo la tradizione in Sabina DOP.

Ranieri Filo della Torre di Santa Susanna
Direttore Unaprol