La voce dei lettori
LA BATTAGLIA DELLA COLDIRETTI, LE DURE CRITICHE DI FRANCO BONAVIRI
Ci scrive Gianluca Mencarelli. Risponde Luigi Caricato, anche a nome dell'autore dell'articolo
21 luglio 2007 | T N
Premetto che sono un agricoltore e non un giornalista, quindi mi scuso se il mio Italiano non sarà come il Vostro.
Definire una pagliacciata la mobilitazione di 70 o 150 mila (i numeri non contano eravamo tantissimi, questo ve lo posso giurare) agricoltori a Bologna mi sembra un po' troppo.
Io ero presente all'evento e sinceramente ci sono andato perché dal momento che produco carni e salumi bio certificati (Icea) mi sono sentito parte interessata alla protesta, visto che si parlava di difendere l'identità dei nostri prodotti.
Non credo che l'attuale legge Italiana, difenda il made in Italy e persone che come me cercano di produrre bene, quasi ogni settimana i media riportano notizie di merce contraffatta che arriva nel nostro paese, da Cina (pomodori, dentifricio, tortellini) o da altre nazioni (maiali con vescicolare dalla Spagna), che oltre ad essere pericolosa per la nostra salute, mina il mercato abbassando in maniera drastica il prezzo di materie prime che per decenni, sono state il pane di migliaia di agricoltori e non mi meraviglia che attualmente, alcuni colleghi siano costretti a distruggere campi di pomodori, o di arance o altro ancora perché non è conveniente raccogliere.
Capisco che i supermercati facciano a gara per accaparrarsi tali prodotti, arrivati dalla amica Cina (rossa e non a caso quasi tutti i nostri supermercati campano sotto questa bandiera) merce prodotta con i peggiori pesticidi e con lo sfruttamento di braccianti che lavorano al pari delle bestie.
Con il risultato che il consumatore si illude e acquista, credendo di fare un buon affare ed in realtà si avvelena, alle spalle di chi pensa solo a lucrarci sopra e poi ci meravigliamo se con questi soldi, c'è chi cerca di acquistare banche, grazie ad intrecci e sotterfugi, di politici che anziché pensare al bene degli Italiani e fare leggi per risanare il nostro Paese, fanno di tutto per mettersi al pari dei peggiori speculatori.
Quindi spariamo pure sopra ai contadini che non la pensano come voi, ma ricordatevi che anche Voi non campate d'aria e bene o male qualcosa dovete mettere sotto i denti.
Io credo che sia giusto difendere i nostri prodotti e se il nostro Ministro non pensa a fare il suo mestiere e anche giusto che qualcuno gli rammenti che alcuni Italiani lo hanno votato per fare questo.
Se poi vogliamo che organismi geneticamente modificati, verdura piena di pesticidi, animali infetti invadano il nostro paese, camuffati da etichette che non dicono la verità al consumatore, perché si omette la provenienza della materia prima, lasciamo tutto come è adesso e lasciamo che l'agricoltura Italiana vada a farsi friggere, vorrà dire che ai miei figli, per il loro futuro anziché insegnargli il mio mestiere, dirò loro di prendersi una bella tessera di studiare (quello non fa mai male) e di andare a lavorare in un bell'ufficio.
Concludo, non me ne volete o solo detto la mia, visto che di agricoltura ci campo e sinceramente chi mi difende, che sia rosso o bianco, non me ne frega nulla, l'importante è che qualcuno lo faccia, perché (rimanendo in tema) siamo alla frutta.
Gianluca Mencarelli
Grazie per la preziosa testimonianza. L'articolo di Franco Bonaviri, duro e severo, è una provocazione a partire dalla quale vorremmo che in tanti ci scrivessero. Perché più che la discesa in piazza può la presa di consapevolezza che una reazione efficace possa venire solo dalla comunicazione e diffusione di un pensiero espresso a parole scritte o parlate poco importa, purché venga manifestato.
Noi siamo dalle parte degli agricoltori, altrimenti Teatro Naturale non avrebbe ragione d'esserci. Siamo poco per le discese in piazza, che ricordano tanto le masse "guidate" dai sindacati e dai partiti in svariate occasioni, strumentalizzando il fine per il quale si protesta, oltre che i soggetti stessi coinvolti nella protesta. Se protesta deve esserci, allora questa dovrà essere sganciata dai gruppi di potere, perché tali sono sia la Coldiretti, sia altre lobby.
Sia chiaro, non c'è nulla contro la Coldiretti, da parte nostra, ma questa sicuramente ha grossissime responsabilità sullo stato dell'agricoltura italiana. La Coldiretti, come d'altra parte altre realtà analoghe. Come tutti i ministri, o quasi, che si sono succeduti. Tutti - politici, presunti ministri tecnici e associazionismo - hanno colpe gravi che non hanno ancora pagato, anzi costoro hanno fatto finora i propri interessi, e sicuramente continueranno a farlo, ma senza occuparsi mai davvero dell'agricoltura.
Ai collaboratori di Teatro Naturale chiedo solo indipendenza dai gruppi di potere, per il resto il loro pensiero, condivisibile in pieno o non, è sempre benvenuto.
Le migliori discese in piazza sono quelle libere, senza bandiere di appartenenza. La lotta va bene, ma deve essere spontanea, ovvero deve avere quali protagonisti assoluti solo e unicamente gli agricoltori, non le sovrastrutture che vi sono dietro (ma questo vale per tutte le sigle dell'associazionismo, perfino realtà non istituzionali - anche se segretamente lo sono - quali Slow Food). Quanto al ministro De Castro, è vero, ha deluso, ma lei forse si attendeva qualcosa di buono? Non si illuda, è l'ombra di un altro soggetto di cui c'è poco da essere fieri, come italiani, tal Romano Prodi )che danni all'agroalimentare ne ha fatti, altro che). E non è, mi creda, una questione di destra, sinistra o centro. Seguendo tali segmentazioni, gli italiani continueranno a essere schiavi di chi decide per loro le sorti del Paese.
Basta destra, sinistra e centro, riprendiamoci l'Italia facendo la vera politica. Quella che in agricoltura non si è mai fatta.
Un caro saluto, e in bocca al lupo per la sua attività (lo so, è dura, ma occorre resistere)
Luigi Caricato
Grazie per la considerazione, magari la pensassero tutti come Voi, adesso continuerò a leggerVi ancora con più attenzione.
Purtroppo oggi la politica ce le troviamo spalmata ovunque, dalla pesca sportiva, alla caccia, al circolo bocciofilo ecc.
Credo sia il risultato di una ricerca continua di consensi, di bacino di voti, poco importa da dove vengono.
Cosa vuole l'agricoltore fa un mestiere che spesso impiega tutta la sua giornata lavorativa e non solo, io ad esempio al ritorno da Bologna stanco e rintronato da km. fatti a piedi, sono comunque andato ad accudire i miei animali.
Quindi se non coinvolto da sindacati o associazioni in genere, quando mai potrebbe mettersi d'accordo con i propri colleghi per manifestare, a me capita di non vedere anima viva durante tutta la mia giornata, salvo la mia famiglia.
Resta comunque il fatto che siamo poveri cani, siamo una minoranza e mal tutelata, sono sicuro che pur manifestando, dietro al cibo ci sono tanti interessi, in questo mondo globalizzato, che si continuerà ad avere il pomodoro cinese, o l'olio tunisino, alla faccia del nostro bel paese e dei nostri buoni prodotti.
Forse l'unico sistema per salvare la nostra agricoltura e mettere a conoscenza il consumatore, degli imbrogli che si fanno dietro al cibo e consigliare sempre, chi acquista ad associarsi in G.a.s. o altro e ad acquistare direttamente presso le aziende agricole e spingere le stesse a fare vendita diretta, forse questa è l'unica strada per salvare le nostre tradizioni e i nostri buoni prodotti, altrimenti chi può fare concorrenza ad interessi politici e ai supermercati.
A presto.
Gianluca Mencarelli