La voce dei lettori

IL COMANDO DEL PLOTONE

Concetto metropolitano: non rubarmi le caramelle se non vuoi che io ti spacchi la faccia

27 dicembre 2003 | T N

Carissimo Caricato, ho letto l'editoriale dal titolo "L'etica dell'abuso" e non riesco a capire o meglio vedere da che parte sta la ragione e quanto dover colpevolizzare la rabbia dell'impotenza che si prova quando i propri diritti vengono ignorati e seppelliti!

Parole come: ...richiamarli all'ordine. Il rispetto delle regole... mi suonano malissimo e demagogiche, usate verso i piu' deboli; ma di quale ordine e rispetto, di quali regole stiamo parlando? le mie, le sue, le loro...sono confusa!

.. e invece siamo ancora ben lontani dal verificarne diffusamente i primi riscontri sui lavoratori "sindacalizzati...
Io direi concretamente piu' "incazzati".

Evidentemente l'etica dell'abuso è la nuova norma dominante...
Si, ma non è stato voluto dai piccoli ed importanti lavoratori di questa nazione, la quale si ritrova con una tipologia politica da "delirio"; il comando del plotone è l'esempio lampante di come l'abuso stia imperando negli ultimi anni di governo da "vergogna" europea per non dire altro.

Educare allo sciopero è un valore non avvertito dalla nostra classe sindacale...
Educare è un valore non piu' avvertito da nessuno, punto e basta.

I danni immediati alle aziende milanesi ammontano intanto a...
Chiedo scusa nuovamente, ma sono stata educata da proletari e la mia sensibilità è forse piu' bassa di altre menti eccelse nel capire il conto economico nazionale, ma non posso dimenticare il mio conto "corrente" e quello di altri ben piu' poveri di me che se sono arrivati a scioperare in questo modo poco coordinato è perchè sono semplicemente arrivati alla "frutta" ma senza
aver avuto nè il primo nè il secondo piatto di portata.
Non possiamo dimenticare che le regole esistono per tutti così come la legge che "dovrebbe" essere uguale per tutti.
Nutro forti dubbi ed ultimamente sempre piu' mi sento presa in giro da chi parla e si comporta da irriverente e pazzo giocoliere di palazzo.

Mancano veri leader sindacali. C'è il vuoto..
Appunto è proprio questo il problema ma preferirei parlare di vuoto in senso piu' ampio, non mi fermerei al solo sindacato e quindi che cosa pretendiamo?
Mancano le giuste idee e concetti piu' profondi, manca il rispetto, è vero, della vita di tutti!

Non rubarmi le caramelle se non vuoi che io ti spacchi la faccia. Concetto metropolitano!

Un caro saluto e buon Natale
Carmen Schettino
Milano, 22 dicembre 2003


La democrazia. La democrazia si fonda sulle regole. Non rispettarle equivale a scardinarne i principi su cui si basa. L'abuso è un abuso. Non può conoscere scusanti, nè forme di condivisione o di complicità. Neppure quando si presentino motivazioni serie e credibili possono essere sovvertite le regole. Si presuppone che siano da considerarsi "democratiche" proprio in quanto espressione di un Paese che si fonda su valori condivisi dalla collettività. Le regole possono essere contestate, per poi mutarle, ma nelle forme e nei modi previsti dalla Costituzione. Il grande male dell'Italia è che non si è mai affrontato il tema dello sciopero in maniera seria, perché le istituzioni sono rimaste ostaggio dei sindacati e di quei poteri neanche tanto occulti. Quanto alle motivazioni degli autoferrotranvieri, legittime perché il frutto di un accordo disatteso, ora vengono banalizzate da gesti così dissennati e offensivi. L'insipienza trionfa come al solito. Con lo sciopero selvaggio è venuta peraltro meno anche la solidarietà da parte dei cittadini.

I poveri. I poveri continuano a esistere anche nel 2004, e sono purtroppo "invisibili"; ma le categorie di lavoratori che hanno necessità di generosi sostegni e di mille attenzioni sono ben altre. Sono coloro che, non avendo voce, nessuno più ascolta; sono quelli che non hanno neppure la forza, e le occasioni, di abusare a loro volta su altri incolpevoli cittadini, per quanto sia possibile essere esenti di colpe all'interno di una società. Coloro che invece protestano hanno semmai da difendere uno stato di "ben-essere" (o di "ben-avere"?) che ha ora assunto forme e modi smisurati e inaccettabili. O forse vogliamo difendere l'attuale stato delle cose?

Altre proteste, dissennate. Ora anche gli allevatori alzano la cresta e bloccano le tangenziali milanesi. E' assurdo e grave, è inaccettabile. Sono esenti davvero di colpe costoro? Non hanno alcuna responsabilità? I dipendenti di Alitalia sull'onda delle proteste si sono resi protagonisti di altri estremismi. Vorrei però ricordare il massiccio ricorso ai certificati di malattia per camuffare in questo indegno modo la propria assenza dal lavoro. Vogliamo giustificarli? Vogliamo anche giustificare le compiacenti gesta dei medici che ne sostengono gli abusi?

Demagogia. Il quadro è sconfortante; e questa parola magica, risolutrice di molte parole che non si riescono a pronunciare, forse per la vergogna, non può essere utilizzata come una clava. Occorre smetterla con le accuse al governo. L'attuale è un governo mediocre come ogni altro governo italiano dell'ultimo periodo. Punto e basta. Finché non vi è una qualificazione della società, attraverso un percorso educazionale, non vi saranno mai governi qualitativi in Italia. Non c'è destra, né sinistra a fare la differenza. La qualità di un buon governo non ha colore. Il governo è comunque il governo dell'intero Paese, non accettare ciò equivale a non aver capito nulla di cosa sia la democrazia.

I danni alle aziende. I danni all'economia sono qualcosa di serio. Le "aziende" significano di conseguenza i "lavoratori". Vogliamo forse disgiungere le parti di un insieme?

L'etica dell'abuso. Quando si benedice un comportamento arrogante, e tale è da considerarsi lo sciopero selvaggio dei ferrotranvieri, il passaggio ad altri estremismi è la più ovvia conseguenza. Gli estremismi da linea dura portano, consapevolmente o meno, alla lotta armata. Ora le Brigate Rosse rinascono prendendo piede proprio in un humus di putredine sociale senza regole né senso morale. Cresce la rabbia, ma crolla nel medesimo tempo il buon senso, quello più elementare. Mentre in passato c'erano quanto meno delle ragioni ideali (sbagliate, ma c'erano), ora l'estremismo attuale si fonda solo sull'inconsistenza di ideali e valori. Forse un po' di ragionevolezza non guasterebbe o di quella follia sana, non distruttiva, ma creatrice di mondi nuovi. Poniamio un "alt!" deciso prima di far precipitare quanto è stato costruito, pur a fatica e con grandi sacrifici, dalle generazioni che ci hanno preceduto.

Buon Natale. Buon Natale, certo, ma che non sia mosso da una rabbia (incazzatura non mi piace, è parola abusata) che ritengo ingiustificata. A volte il troppo star bene fa male, tanto male.

L. C.