La voce dei lettori
IL BIOLOGICO NON È AFFATTO MORTO, NONOSTANTE TUTTO, DUNQUE VIVA IL BIOLOGICO!
Al mondo biologico destinati 1,5 milioni di euro per la comunicazione. “Per superare questi problemi – scrive Carnemolla, Presidente Federbio - non basteranno certo le risorse della legge finanziaria ma è probabilmente necessario operare tutti affinché vi sia meno "silenzio tombale" su vicende importanti la cui soluzione definitiva, qualunque essa sia, è necessaria per recuperare un clima positivo e collegiale che è la premessa indispensabile per qualsiasi azione efficace.”
10 febbraio 2007 | T N
Caro Grimelli,
è persino banale darti ragione rispetto al fatto che il biologico italiano ha bisogno di comunicazione ma probabilmente non sei del tutto informato. E' anche grazie all'impegno di FederBio che, finalmente, le prime risorse del Piano d'azione nazionale di settore (legge finanziaria 2005) sono state messe a bando iniziando proprio dalla comunicazione istituzionale. Si tratta di una prima dotazione di 1,5 milioni di euro che entro breve dovrà attivare un programma che potrà poi trovare ulteriore e maggiore sostegno con le risorse della legge finanziaria 2007. I 30 milioni di euro che il Governo ha stanziato per il settore nel prossimo triennio richiedono un nuovo Piano d'azione che dovrà essere messo a punto e concertato con il contributo di tutti gli attori istituzionali e associativi interessati ma anche, credo, delle competenze e esperienze di cui questo settore certo non difetta per realizzare azioni di sistema concrete e utili. La consapevolezza dell'esigenza di comunicazione
per dare valore e sviluppo al biologico è ormai diffusa a tutti i livelli, come tu confermi, per cui sono certo che anche nel nuovo Piano d'azione nazionale la comunicazione istituzionale avrà priorità e ruolo adeguati come da te giustamente sottolineato.
Certo, anche senza le risorse del Piano d'azione si poteva fare di più anzitutto da parte del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e delle Regioni, che hanno da sempre la responsabilità di governo del sistema di controllo e certificazione nazionale, di cui nulla si sa, e anche della corretta informazione sull'agricoltura e sull'alimentazione italiana di qualità di cui il
biologico è parte importante. Ma spesso nella comunicazione si preferisce un concetto di "made in Italy" alimentare e di "rurale" che accomuna tutto e tutti e in cui il biologico certamente si
confonde. Anche il settore tuttavia ha le sue responsabilità . à molto difficile promuovere progetti e iniziative comuni fra imprese e associazioni che possano fare massa critica e puntino a pochi ma
essenziali elementi di comunicazione, senza perdersi nel tentativo di valorizzare identità particolari non di rado velleitarie quando è un intero settore che non riesce ad incidere nei comportamenti de! i
consumatori. Si è fatta troppa fatica per costituire FederBio e se ne sta facendo troppa per farla decollare e agire con il sostegno convinto di tutti perché si possa già chiedere alla Federazione di essere in grado di operare al massimo delle sue possibilità . Fra le tante cose del biologico italiano di cui non si parla c'è anche la grave crisi che da mesi attraversa una realtà storica come AIAB. Una
crisi che sta facendo mancare un protagonista indiscusso delle iniziative di promozione del settore e che sta ulteriormente depotenziando, con i suoi veleni, la capacità di agire in senso unitario da parte di tutto il settore. Per superare questi problemi non basteranno certo le risorse della legge finanziaria ma è probabilmente necessario operare tutti affinché vi sia meno "silenzio tombale" su vicende importanti la cui soluzione definitiva, qualunque essa sia, è necessaria per recuperare un clima positivo e collegiale che è la premessa indispensabile per qualsiasi azione efficace.
Il biologico non è affatto morto, nonostante tutto, dunque viva il biologico!
Con sincera cordialitÃ
Paolo Carnemolla
Presidente Federbio
Caro Carnemolla,
il mio intervento era chiaramente e volutamente provocatorio. Non vi è dubbio infatti che sia mancato, almeno negli ultimi mesi ma sarebbe più proprio affermare negli ultimi anni, una comunicazione istituzionale efficace, che facesse comprendere agli addetti ai lavori, tecnici e giornalisti specializzati, le strategie che le associazioni biologiche volevano intraprendere, le modalità con cui intendevano far sentire la loro voce, gli obiettivi che si erano prefissi, oltre che, naturalmente, i traguardi raggiunti.
Questo io intendo per comunicazione istituzionale, unâattività che il settore agricolo ha spesso snobbato ma che è fondamentale per instaurare rapporti proficui e collaborativi non soltanto con gli addetti ai lavori ma anche con le istituzioni. Le organizzazioni di categoria, da qualche tempo, lâhanno ben compreso e stanno lavorando intensamente in tale direzione, non è così, purtroppo, per il mondo bio. Da qui la mia provocazione e il mio stimolo, rivolto indistintamente a tutti gli organismi del biologico, e in particolare a lei, in quanto collega agronomo e Presidente di Federbio.
I fondi a disposizione per la vostra comunicazione istituzionale, 1,5 milioni di euro, non sono nientâaffatto irrisori, si tratta anzi di risorse molto importanti e significative, ma che possono facilmente âevaporareâ a seguito di scelte comunicazionali azzardate e poco coerenti, che premino le pubblicità dirette piuttosto che le pubbliche relazioni in tutte le sue forme.
Gli spot, i giungle non informano ma lanciano messaggi. Nel mondo bio, per quanto posso constatare, regna anche tanta disinformazione e superficialità e occorre una politica volta, in primis, a dirimere le nebbie.
Non è mia intenzione entrare nel merito delle divisioni e delle diatribe interne allâassociazionismo biologico. Teatro Naturale ed io non parteggiamo per alcuno, ci auguriamo invece che il comparto trovi compattezza, per il suo bene. Siamo infatti ben consci che sono i particolarismi a nuocere al sistema agricolo italiano, con le conseguenze che ben conosciamo. Ritrovare unitarietà dâintenti è fondamentale, ma lo sono anche i tempi in cui si realizza tale obiettivo, altrimenti, inevitabilmente, lâimpressione che si ottiene è di un comparto immaturo e, potenzialmente, inaffidabile.
Le auguro buon lavoro e buona fortuna, credo ne abbia molto bisogno, promettendole che Teatro Naturale non mancherà di seguire lâevoluzione del mondo bio, non lesinando critiche né, come spero accada presto, plausi per azioni incisive e di successo.
Alberto Grimelli