La voce dei lettori

DECRETO LIBERALIZZAZIONI: GUARDIAMOCI ATTORNO

Ci scrive da Macerata Anselmo Tomassucci

22 luglio 2006 | T N

Comprendo la doglianza del giovane architetto sul decreto liberizzazioni, ma c'è anche chi la pansa diversamente. Né condivido la posizione di codesta redazione che pare aver preferito il permanere di norme corporativiste.
Le liberalizzazioni delle attività professionali, commerciali, panificazione, taxisti, ecc. erano nell'agenda del parlamento da una decina di anni, ma le lobby erano sempre riuscite a soffocare ogni iniziativa.
Il mio è il punto di vista da utente o consumatore che dir si voglia, ben felice del decreto Bersani non per partito preso, bensì perchè finalmente in Italia si è riusciti ad abrogare delle norme insensate.
Eppoi mi si consenta anche una valutazione di merito: è mai possibile che per affrontare un lavoro edile si debba spendere più per le carte che per materiali e lavori?
Di più: guardiamoci intorno e vediamo che capolavori si costruiscono: su terreni inadatti, colori che fanno a pugni, estetica zero, facciate in cemento, vetro, metallo, per non parlare della funzionalità delle case moderne. In compenso ci sono i progetti, le conformità, la relazioni, i timbri, le firme. Evviva il copia-incolla.
Capiamoci, c'è bisogno dei professionisti, ma come in tutte le cose ci vuole equilibrio, sia numerico che contrattuale. Se poi questo serve ad aumentare i muratori a scapito dei professionisti ben venga.
Cordialmente,

Anselmo Tomassucci