La voce dei lettori

QUALCHE ELEMENTO IN PIU': FORSE BERSANI HA DATO SOLO IL COLPO FINALE...

Ci scrive di nuovo l'architetto Simona Alauria: "Sia fatta un po’ di pulizia dentro i Dipartimenti delle Università: esistono potenzialità incredibili, che aspettano solo una piccola miccia per esplodere, tra i vostri dottorandi!"

09 settembre 2006 | T N

Gentile direttore Luigi Caricato,
la ringrazio intanto per non essere rimasto indifferente alla mia prima lettera.
Vorrei scriverle ancora, e forse dare qualche elemento in più per valutare la situazione a quelli come l'agronomo, nei confronti del quale mi sento responsabile, ma purtroppo impotente!
Mi è capitato di leggere un articolo pubblicato nel settembre 2005 su archimagazine e su molti altri siti e testate giornalistiche, scritto da 35 grandi architetti e professori italiani che lamentano una sempre maggiore presenza di professionisti stranieri in Italia.... un articolo assai attraente, ma alquanto strana la lamentela!
Vorrei dunque sottoporre anche alla vostra attenzione il dibattito, e offrire la mia posizione, ancora di rabbia e rancore, nata dalla mia esperienza.

Intanto vorrei capire perché se scrivo io, Dott. Arch. Alauria Simona di Sanremo, al "Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e ai Presidenti di Camera e Senato e ai Ministri competenti", non ricevo risposta.
Si.
Perché ho già provato anche quella strada: la comunicazione con le più alte cariche dello stato, con chi direttamente ha la facoltà di decidere se, come e secondo quali modalità io posso lavorare.
Quindi provo a scendere di un gradino per relazionarmi con chi ha contribuito alla mia formazione, università e scuole, con chi ha lavorato per consolidare la mia professionalità, professori e professionisti, con chi dovrebbe, ora, tutelare la mia professione, albi ed associazioni di professionisti.
Ma ecco che proprio dalle loro voci sento sollevarsi con gran forza un grido: "l’architettura italiana attraversa una situazione drammatica".
Mamma mia!
Che cosa mai avrò combinato, quali enormi lacune ho accumulato negli anni, quali competenze mi mancano perché proprio coloro i quali mi hanno formato riscontrino simili tragedie nel contesto dell’architettura italiana???!!
Esiste però un problema di fondo: una laurea in architettura conseguita presso il Politecnico di Torino con 110/110 e lode, un seguente dottorato in restauro presso lo stesso istituto, cinque anni tra tirocinio e libera professione con relativa iscrizione all’Ordine e ad Inarcassa…. Ma neanche un progetto, un pollaio, una misera recinzione per cavalli è stata mai realizzata sotto la mia responsabilità e con la mia firma.
Bene.
Per fortuna.
Allora il disastroso stato in cui versa l’architettura italiana non è colpa mia.
Due sono però, le domande che sorgono spontanee: chi ha creato le condizioni per cui oggi l’architettura italiana attraversa una situazione drammatica? Sto io per caso ereditando questa drammaticità o qualcuno sta facendo qualcosa per trasformarla in una divertente e piacevole commedia?
Il regolare svolgimento della scuola di dottorato prevede che, al termine del triennio, il dottorando faccia avere una copia della sua tesi ai commissari prima dell’esame finale, anche in forma non definitiva. All’inizio del mese di aprile del 2005, quindi, mi preparavo ad inviare le copie suddette, stampate a colori, fronte retro e rilegate con semplice spirale di plastica, ai tre commissari, provenienti da Torino, Milano, Napoli.
Le copie giungevano a destinazione rotte. Il viaggio doveva essere stato davvero impervio ed avventuroso se i tre non potevano neanche girare le pagine del mio tomo!
Certo una gran brutta figura con i commissari.
Talmente brutta che la sera prima della discussione una materna e generosa telefonata della mia Tutor mi invitava a provvedere all’affronto, dotando i commissari di una "bella copia", rilegata a libro.
Il regal consiglio veniva elargito con chiara, esplicita e sintetica motivazione: "i commissari avevano in realtà bisogno solo di una bella copia pronta da copiare".
Dunque confermo: l’architettura italiana attraversa una situazione drammatica.
Ed aggiungo: l’architettura italiana è in mano a persone ignoranti, che hanno creato le condizioni più fertili al diffondersi della drammaticità che noi, nuova generazione di architetti, stiamo ereditando in maniera assai preoccupante.
E allora in questo contesto oserei paradossalmente affermare: benvenuti architetti stranieri!
Forse le loro nuove e diverse competenze e professionalità possono davvero portare una boccata di ossigeno all’architettura italiana!
Già.
Però è facile lamentare la sempre più importante presenza di architetti stranieri in Italia; farsi paladini e difensori della nostra cultura, di fronte agli usurpatori non basta, e soprattutto non è ciò che io, in qualità di Dottor Architetto Italiano, voglio.
Io voglio, invece, poter essere un architetto non solo perché ho una matricola e pago inarcassa, ma soprattutto per assumermi le responsabilità di essere un architetto, di promuovere, valorizzare, diffondere e conservare, attraverso la mia creatività e la mia competenza, la cultura, la tradizione ed il futuro dell’Italia.
Quindi:
Università, docenti e ricercatori: non appropriatevi del lavoro altrui, ma valorizzate e diffondete tanto le idee quanto gli ideatori: vi sarà riconosciuta allora la paternità di una crescita professionale e culturale, ed eviterete brutte figure quando, trovandovi a discutere di lavori non sudati dalle vostre spalle ne’ maturati dalle vostre membra, cadrete in trappola di fronte alle domande più banali.
Albi, Associazione professionali: siate davvero culla delle tanto amate norme di deontologia professionale, e battetevi affinché anche a me sia data l’opportunità di partecipare ai concorsi, in virtù di quello che so fare e non della quantità di denaro che ha attraversato la mia scrivania.
Professionisti: se rinunciate a me come galoppino del vostro studio, vedrete l’architettura italiana risollevarsi dal dramma che sta vivendo, e vedrete sicuramente sbocciare dei degni concorrenti ai così temuti professionisti stranieri.
Comuni, amministrazioni ed enti pubblici: abbiate davvero la decenza di permettere un leale svolgimento dei concorsi: chissà che magari scopriate i vantaggi di una mente fresca, responsabile ed intraprendente in grado di far rinascere le vostre strutture.
Ringrazio, quindi, i "35", perché si sono dati la zappa sui piedi e perché vedo che di fronte alle incongruenze gli architetti italiani tirano fuori gli artigli e chiedono a gran voce un cambiamento.
Io voglio fare il primo passo verso il cambiamento: tutti i "35" vedranno recapitarsi in formato cartaceo il mio curriculum, e spero anche quello di molti altri architetti italiani che non vogliono ereditare un dramma.
Che il mio curriculum vitae, quindi, vi tiri su di morale: non è poi così indispensabile chiamare le menti d’oltralpe, perché anche noi abbiamo abbondanza di capacità e risorse.
E sia fatta un po’ di pulizia dentro i Dipartimenti delle Università: esistono potenzialità incredibili, che aspettano solo una piccola miccia per esplodere, tra i vostri dottorandi!
Faccio appello, infine, alla coscienza di chi, come professionisti al fianco dei quali ho avuto l’onore di lavorare ed imparare, abbia ancora la capacità di discernere l’egoismo dalla professionalità, l’opportunismo dalla serietà, ciò che si può assaggiare da soli in un momento da ciò che si può costruire insieme in una epoca.

Ringrazio per la disponibilità e porgo cordiali saluti.
Arch. Simona Alauria

Che dirle? La situazione da lei descritta è drammatica, ma mi conforta la sua determinazione. Per questo le auguro tanta fortuna professionale
Luigi Caricato



Le altre lettere:

- C’E’ CHI GODE E CHI PIANGE. ARRIVA BERSANI, IL MINISTRO LIBERTICIDA. Una amara lettera su come vanno le cose in Italia. Sembra quasi vi sia una precisa volontà nell’abbassare la qualità del lavoro e nel penalizzare chi, con grandi sacrifici e con poche gratificazioni, fa comunque tirare avanti la carretta dell’economia italiana. 15 Luglio 2006, TN 27, anno 4:
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- LIBERALIZZAZIONI. VENIAMO AL DUNQUE. L'imprenditore agricolo replica all'architetto, 22 Luglio 2006, TN 28, anno 4: link esterno

- LIBERTICIDA BERSANI? Ci scrive Gianpaolo Paglia. 09 Settembre 2006, TN 30 anno 4:
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