La voce dei lettori

LA POTESTA' DEI GENITORI SEPARATI SUI FIGLI / 1. UNA POSIZIONE CONTRO

Ci scrive Marino Maglietta, presidente dell'Associazione nazionale "Crescere Insieme".: la Bernardini De Pace è "una voce fortemente ma mascheratamente faziosa". Risponde, per "Teatro Naturale", Antonella Casilli: non ha notato altri punti di vista, più vicini al suo quantunque espresso in maniera più misurata

22 luglio 2006 | T N

Cara Antonella

mi ha intenerito la sua buona fede. Parlo del libro della de Pace e
del suo commento.

Leggo questa frase:
"Con la nuova legge il giudice può disporre l’affido a un unico
genitore solo nel caso che sia contrario all’interesse del minore che
questi sia affidato ad entrambi, tale scelta deve essere, comunque,
adeguatamente motivata.
Il cittadino ha scarsa conoscenza dei meccanismi giuridici chiamati a
tutelarlo e, spesso, vi è un fastidioso gap tra desiderio di conoscenza
e possibilità di acquisirla. Accade, talvolta, che addetti ai lavori
offrano l’opportunità, al lettore avido di sapere, di conoscere materie
complesse... "

La de Pace, nemica giurata della riforma, dà del testo di legge una
interpretazione ad usum delphini, cercando conferme ale sue tesi. Lei,
che ha lettto il libro per capire la legge senza sforzo, in realtà ne
ha ricevuto una informazione capziosa e distorta. Ad es., è falso che
il giudice può scegliere il modello, è falso che sceglie l'esclusivo se
il condiviso è contrario all'interesse del minore, come lei scrive
citando il libro. Legga bene il testo di legge: si può escludere un
genitore solo quando l'affidamento a QUEL genitore può essere
pregiudizievole per il minore. Tutta un'altra cosa. E così via. Come
sulla casa, che pure lei cita. Non mi dilungo. Lei "crede " di avere
capito il condiviso. In realtà lei ha solo sentito una voce fortemente,
ma mascheratamente, faziosa. Quanto di più pericoloso e fuorviante
possa esistere per chi desidera realmente "conoscere".

Con simpatia

Marino Maglietta
Presidente Associazione Nazionale "Crescere Insieme"




Cortese presidente,
la ringrazio per i suoi sentimenti di tenerezza.
E' vero, la mia buona fede mi porta sempre a pensare bene, di chiunque.
Essendo questa, però, scevra da qualsiasi ingenuità, fa sì che, pur dando tutto per buono, preferisca esaminare più punti di vista.
Se nota, sullo stesso numero di Teatro Naturale, vi è un'intervista alla
professoressa Biancamaria Cavaliere (docente di diritto di famiglia
presso l'università di lecce, nonchè mediatrice familiare e docente ai
corsi di mediazione familiare organizzati dall'università Cattolica).
Il punto di vista della Cavaliere mi sembra molto più possibilista nei
confronti della legge, e molto più vicino al suo quantunque espresso
in maniera più misurata.
(link esterno)

In questi ultimi anni stiamo assistendo al fenomeno di buona narrativa, che stimola la curiosità di conoscenza del lettore; ed allora un buon romanzo veicola informazioni che si possono ampliare anche in considerazione delle capacità del singolo.
In passato, questo compito era affidato esclusivamente ai saggi, che però,
purtroppo, sono stati sempre per una fascia di lettori più limitata. Il
grande pregio del libro della Bernardini risiede proprio in questo,
nell'avvicinare e coinvolgere emotivamente persone che altrimenti, se non
per qualche malaugurato caso, all'argomento resterebbero estranee.
Con uno stile fluido ed essenziale la Bernardini offre il suo punto di
vista, da me personalmente condiviso anche dopo lettura della legge che,
le confido, ho letto sia prima di leggere il libro che prima di
rispondere a lei.

La trama delle situazioni create dalla Bernardini mi sembrano quanto mai felici, dal punto di vista narrativo, intendo; e le fiction sono tutte ben articolate.
Come sostiene Borges "un solo personaggio male inventato può contaminare di irrealtà quelli che lo accompagnano".
Di grazia, non le sembra che le nove storie siano l'apoteosi di quello che eventualmente può succedere?
Va da sè che la sfera emotiva del lettore si tocca solo con situazioni limite;
esemplifico per chiarire: se Marco non usasse l'assegno versato direttamente a lui per "spendere e spandere", o Francesca non fosse stata una bambina diversamente abile il coinvolgimento serebbe stato certamente minore.

Nel salutarla, mi dichiaro assolutamente disponibile a recensire un libro di diverso orientamento, se mi fosse consigliato, a patto però che la scrittura sia altrettanto lucida.

Antonella Casilli