La voce dei lettori

LA FINE DELLE AMPOLLE / 2. NON CAPISCO LA DIFFERENZA

Ci scrive Roberto Giovannardi: "Non è che vi sentite trascurati?"

11 marzo 2006 | T N

Ho letto, come sempre con attenzione, l'articolo sulla legge sulle ampolle olio.
ho un winebar, e sono d'accordo che non si può presentare , o somministrare, un olio qualunque. Non capisco però, leggendo l'articolo, la differenza tra la vostra proposta di legge e quella approvata, salvo che in un caso scrive olio di oliva e nell'altro extravergine.
In entrambe resta aperto il problema "rabbocco".
Non è che vi sentite "trascurati" perchè la legge è stata fatta da un'altro ?
alla fin fine l'importante è che sia nata !
cordiali saluti
Roberto Giovannardi


Non ci sentiamo trascurati perché la legge è stata concretizzata da altri. Noi non avremmo mai potuto farlo, perché non siamo parlamentari.
Si tratta tuttavia di un fatto etico non trascurabile: scippare un'idea - mutuandola pari pari, tranne gli errori di formulazione che non ci appartengono - senza nemmeno sentire la parte che l'ha concepita e promossa, mi sembra una mascalzonata. Poi, è vero, di questi tempi tutto è consentito: il degrado dei valori però non ci appartiene e preferiamo prendere le distanze da chi dimostra atteggiamenti opportunistici ed eticamente non condivisibili.
Lei forse non coglie l'importanza di un'etica comportamentale e si è adeguato ai costumi della società odierna. E' libero di farlo.
Anche a noi fa piacere che sis sia giunti a un risultato: ma quale?
Ha letto con attenzione l'articolo? Le sembra di scarso rilievo la differenza tra lo specificare "olio di oliva" piuttosto che "extra vergine "?
Noi non condividiamo la fretta con cui si è giunti alla legge, a parte il fatto che Ciampi ha chiesto un inaspettato rinvio alle camere.
Se la De Petris anziché fare rapina delle idee altrui, copiando perfino quasi alla lettera la nostra proposta, ci avesse contattato, ne avrebbe guadagnato non solo in onestà intellettuale, ma avrebbe anche evitato di cadere nell'errore di specificare inopportunamente "olio di oliva" anziché "extra vergine".
L'aspetto che non condividiamo è la sanzione amministrativa. Infatti nella nostra proposta di legge non era contemplata. Ha senso dunque punire frettolosamente i ristoratori? Non sarebbe stato più opportuno condurli verso l'abolizione delle ampolle per una scelta volontaria e consapevole?
Stiamo smarrendo il senso di ciò ch'è giusto e ciò ch'è sbagliato. Si punta all'obiettivo finale senza considerare che il passaggio da una condizione a un'altra debba essere soprattutto un passaggio culturale.
Ah, che delusione: questa società così superficiale, che si accontenta dei risultati senza pensare ad acquisirli in modo solido e nei tempi dovuti.
Esiste una scienza che si chiama pedadogia, ma nessuno ne tiene conto. Educare è parola desueta, inattuale. Oggi tutto deve accadere, non importa come, in che modo e con quali mezzi e con quale spirito.
Lei scrive: "Alla fin fine l'importante è che sia nata!"
Io le rispondo che no, non ci siamo.
Il problema del rabbocco non esiste con la presentazione delle bottiglie sigillate, da aprirsi al tavolo. Per questo le bottigliette mignon sono ideali al riguardo.

Luigi Caricato