La voce dei lettori

SCAMBI DI OPINIONE APERTI ALLA DISCUSSIONE

Una lettera da una frantoiana barese. "ho deciso di scrivere qui il mio sfogo, che spero abbia un seguito da parte dei lettori... I frantoi saranno sempre l'anello debole della filiera, da zittire e da reprimere..."

02 aprile 2005 | T N

Buonasera, innanzi tutto complimenti per il Vs. sito.
Proprio perchè il Vs. sito è aperto alla discussione ed agli scambi di opinione ho deciso di scrivere qui il mio sfogo, che spero abbia un seguito da parte dei lettori.
Vorrei riportarVi una parte di articolo pubblicato su un "Notiziario telematico del business nell' agroalimentare":

"Il servizio di molitura delle olive sarà in futuro molto più delicato e pieno di responsabilità che nel passato perché è nel frantoio che Consorzi di tutela, Associazioni del Biologico ed Enti di Controllo andranno a reperire tutte le informazioni di cui avranno bisogno.

L’importanza dell’azienda Frantoio è oggi ancora più rilevante se si pensa agli altri servizi richiesti dalle aziende olivicole: il confezionamento dell’olio che l’anno scorso è stato molto richiesto ed in molti casi si è rivelato strategico per l’acquisizione di nuovi clienti, lo stoccaggio dell’olio che si prevede sarà il grosso problema degli anni a venire.

Purtroppo questa importanza strategica dell’azienda Frantoio non è mai stata valutata e fatta pesare nel modo dovuto. In assenza di associazioni di categoria veramente efficienti lascia moltissimi frantoi in balia di se stessi: applicano le tariffe che vogliono, lo smaltimento di sansa ed acque reflue non rappresenta (di fatto) un grande problema e questa libertà di azione sembra compensare tutti gli altri disagi."


Sulla prima parte non ho nulla da ridire, ma leggendo la seconda parte sono rimasta a bocca aperta.
In mancanza di associazioni di categoria "veramente" efficienti i frantoi potrebbero approfittarne... di problemi e responsabilità non ne hanno mai avuti e sono sempre stati riconosciuti, moralmente parlando, come figure di una certa importanza ... Ovviamente è utopia questa; queste parole da me lette non fanno altro che confermare la mia idea che i frantoi non saranno mai considerati come un anello importante della filiera (se non quando farà comodo), al contrario saranno sempre l'anello debole, da zittire e da reprimere perchè i frantoiani sono dei "profittatori", gli altri no sono solo la giustizia.

Scusate lo sfogo ma da frantoiana assisto ad una continua denigrazione e sbeffeggiamento della nostra categoria, in un settore in cui i produttori sono le vittime, le associazioni di categoria (dei produttori!) sono i giustizieri inermi ed i frantoiani sono i cattivi da sterminare!

Scusate lo sfogo, ma mi sembra che ormai i mezzi per far sentire la nostra voce e che soprattutto ci permettano di farlo sono veramente pochi.

Scusate anche se non rendo nota la mia identità, ma come ho già detto vige la giustizia del far tacere!
Spero di leggere tante lettere!
Grazie

Lettera firmata
Bari


La sua mail è pienamente condivisibile. C'è purtroppo una immagine negativa che investe la categoria dei frantoiani e tanta disinformazione. Le ragioni sono dovute a motivazioni di ordine corporativistico. Da una parte l'associazionismo degli olivicoltori, colpevole di tralasciare l'importanza di questa categoria tanto negletta; dall'altra gli stessi frantoiani, che non hanno saputo ritagliarsi un proprio spazio di rappresentanza autorevole. La soluzione al problema è tutta nella base: non ci sono frantoiani (a parte le eccezioni) che sappiano reagire a tale stato di cose. Anche rispetto alle tante iniziative e battaglie di "Teatro Naturale", i frantoiani sembrano assenti. Prendiamo l'ultima nostra campagna di sensibilizzazione sul "no all'olio nelle ampolle nei ristoranti": dove sono i frantoiani? perché non hanno aderito in massa alla nostra proposta di legge? Lo dico così, tanto per fare un esempio. Ebbene, di fronte al disimpegno, talvolta totale, sono proprio le categorie più assenti a subire forti penalizzazioni. Mi creda, il vero nemico del frantoiano è il frantoiano stesso. Le altre componenti della filiera sfruttano tale limite a loro esclusivo vantaggio. Prossimamente pubblicheremo uno speciale sui frantoiani: vedrà, cara signora. Saranno proprio i frantoiani a disinteressarsi di se stessi. Serve poco poi a lamentarsi se non c'è uno spirito di corpo. Certo, oggi la situazione è nettamente migliorata rispetto al passato, ma c'è ancora molta strada da percorrere.
Su "Teatro Naturale" i frantoiani potranno trovare un proprio spazio; ma lo spazio va occupato con pensieri, non con l'assenza.
La sua testimonianza appartiene alla sfera delle eccezioni. Gli altri non scrivono, non leggono: si lamentano soltanto. Non si costruisce nulla senza che la categoria lo voglia. Un esempio positivo cui ispirarsi è a mio parere il lodevole impegno di Piero Gonnelli, con l'Aifo, l'Associazione italiana frantoiani oleari. Occorre però andare oltre le eccezioni. Ne è convinta?

Luigi Caricato