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L'ACIDO OLEICO PROTEGGE DAL CANCRO? ALLORA VIVA L'OLIO DI COLZA

Una lettera di Francesco Visioli intorno al tema olio in relazione alla salute

26 marzo 2005 | T N

Breve annotazione sul clamore suscitato dall'articolo scientifico in cui si dimostra che l'acido oleico, componente dell'olio d'oliva, ma anche di pollo, maiale, olio di colza, olii di semi di girasole selezionati, proteggerebbe dal tumore al seno. Beh, per usare un'espressione ciclistica, stiamo portando la boraccia al nostro rivale, perchè non puntiamo sulla qualità (olio d'oliva ed extra vergine = stessa quantità di oleico) e su quello che differenzia il costoso extra vergine dall'olio di colza (diffusissimo nel mondo, anche sotto il nome di canola). Gli americani mangiano tanto acido oleico quasi quanto noi, sotto forma di pollo, maiale e, appunto canola. Diffidate dai titoli a caratteri cubitali!

Francesco Visioli



Egr. Dott. Visioli,
sinceramente auspicavo e mi aspettavo una sua mail riguardo al recente articolo su olio e tumori.
La validità della ricerca dell'equipe americana, vista anche la testata su cui è stata pubblicata, non mi pare si possa mettere in dubbio. Semmai si può dubitare sugli scopi e le vere ragioni per cui è stata portata avanti. Si sa, gli statunitensi sono alla ricerca della molecola magica, uno o più "santi graal" medicamentosi che guariscano tutti i mali del mondo. Stupisce allora assai poco il recentissimo annuncio dell'Università di Boston di voler produrre acido oleico BT per la cura dei tumori al seno.
Noi non condividiamo questa linea di pensiero, naturalmente, anzi partiamo dal presupposto che siamo ancora lungi dal comprendere a fondo i meccanismi biologici e fisiologici per cui certi nutrienti hanno un effetto sulla nostra salute. Al momento quindi preferiamo parlare di comportamenti virtuosi, dalla dieta all'attività fisica.
Però, quando si presenta, come in questo caso, un lavoro scientifico che valorizza ANCHE l'olio extra vergine d'oliva ci pare doveroso darne notizia. È noto che l'acido oleico è contenuto in molti altri alimenti e che molto lavoro è stato fatto per arricchire certi oli di semi di acido oleico.
Quindi, oltre all'acido oleico c'è di più, certo, molto di più. Non per questo però bisogna rinunciare a propagandare il ruolo e la funzione dell'acido oleico, componente principe dell'olio extra vergine d'oliva. Semplicemente, a nostro avviso, occorre pubblicizzare meglio i pregi e le virtù di tutti gli altri composti "minori" della spremuta d'olive. Noi, come sa, ci proviamo.
Cordiali saluti

Alberto Grimelli
Coordinatore editoriale "Teatro Naturale"