La voce dei lettori
CONTRO LE AMPOLLE/3. C'E' ANCORA MOLTO DA LAVORARE. LA SFIDA E' ARDUA
E' difficile, sostiene Giuliano Terzi, far apprezzare dalla ristorazione un prodotto di elevata qualità. L'extra vergine Dop viene compreso meglio nel suo valore effettivo addirittura dalla Grande distribuzione organizzata
05 marzo 2005 | T N
Spett.le Redazione
mi riferisco agli articoli apparsi nella rubrica âStrettamente tecnicoâ del 19 e del 26
febbraio scorsi di Teatro Naturale, relativi alle quotazioni dellâolio italiano dop e dellâutilizzo delle ampolle nei pubblici esercizi. Da produttore di olio Dop biologico, non posso che condividere le Vostre affermazioni riportate sia nel primo che nel secondo di tali articoli. Confidando nellâospitalità che già in passato mi avete offerto, desidero effettuare in merito alcuni approfondimenti sullâattuale argomento nella Vostra rubrica âLa voce dei lettoriâ.
Deve considerarsi innanzittutto che permangono evidenti difficoltà a far apprezzare dalla ristorazione in genere un prodotto di elevata qualità quale è lâolio Dop e, di conseguenza, far accettare le sue differenti quotazioni rispetto ad un olio extravergine non dop, magari di origine non definita. Anche se potrebbe apparire poco verosimile, è invece più semplice far apprezzare lâintrinseca elevata qualità dellâolio Dop da parte della Gdo italiana: ciò è dovuto essenzialmente allâaspetto di âqualificazioneâ che viene oggi conferito dai responsabili della Gdo allâolio di certa origine e di classificazione extravergine, tanto che in questi ultimi anni si è potuto constatare come negli scaffali dei supermercati si siano creati spazi specifici per gli stessi. Sussistono persino â lo sostengo anche per esperienza personale â richieste specifiche da parte della GDO che, per i quantitativi disponibili in azienda rapportati alle quantità desiderate, i produttori olivicoli spesso non riescono a soddisfare.
Per quanto riguarda invece il ristoratore, con tutta evidenza il comparto produttivo e quello degli estimatori dellâolio extravergine di oliva (sia professionali che amatoriali) non hanno ancora saputo compiutamente trasmettere al grande pubblico (e, quindi, agli avventori che non li richiedono in modo specifico) la piena consapevolezza dellâintrinseco valore posseduto dai prodotti oleicoli a Dop che â ribadiamolo - sono sempre di certa origine e di elevatissima qualità , in quanto altrimenti non potrebbero fregiarsi di tale qualifica. Così vediamo olii di oliva anche extravergini in ampolline di vetro chiaro, magari mal tappate, esposte agli sbalzi termici ed alla luce: una vera pacchia per i perossidi!
Sono convinto che al riguardo ci sia molto da lavorare da parte sia di noi produttori
che degli estimatori dellâolio extravergine di oliva perché si deve diffondere presso il consumatore il concetto che bisogna prestare attenzione alla tipologia dellâolio di oliva da acquistare e che non si è maleducati se si chiede al ristoratore un olio extravergine di oliva (molto meglio se Dop) per condire lâinsalata, il pesce ai ferri o le verdure lessate in sostituzione di quello posto nelle onnipresenti ma ormai desuete ampolline. Del resto, per il vino sono decenni che azioni di valorizzazione qualitativa sono state avviate (iniziò Veronelli a dare orgoglio al vino dei produttori italiani poi sorsero le Doc ed i Consorzi di Tutela, poi le Docg e le Igt), ma sono convinto che per lâolio Dop non tutto sia ancora perduto e che non ci si debba accontentare dellâequazione alte produzioni-bassi prezzi/basse produzioni-prezzi maggiori, come mi pare di aver inteso dalle dichiarazioni di Marcello Dragoni e Massimo Neri: se alcuni vini italiani (e quelli siciliani ne sono un esempio eclatante) sono richiestissimi a livello mondiale, ciò è merito senza dubbio di una sapiente azione di valorizzazione svolta negli ultimi anni. Essendo riusciti in ciò per il vino - prodotto che definirei âcuginoâ dellâolio extravergine di oliva, in quanto gli areali produttivi spesso sono i medesimi - perché non pensare di poter sfondare sui mercati anche attraverso una maggiore qualificazione dellâolio Dop presso il largo pubblico, come prospettato da Fabrizio Vignolini? La sfida è ardua, ma â per mutuare un esempio montanaro - a mio avviso vale la pena di affrontare la salita, per poi raggiungere con soddisfazione la vetta: un rapido modo può essere senza dubbio quello della proposta di legge promossa da Teatro Naturale.
Giuliano Terzi