La voce dei lettori

CERVELLI IN FUGA, AIUTO

Una lettrice neo-laureata in biologia chiede, la nostra collaboratrice Ada Fichera risponde

19 febbraio 2005 | T N

Ho letto con molto interesse l'articolo della vostra giornalista Ada Fichera del 12 febbraio riguardo il tema dei cervelli in fuga dall'Italia.Io sono una neo-laureata in biologia e mi piacerebbe sapere su quali università estere si è basato l'articolo. Grazie

Sara Bocca


Gentile lettrice,
ringraziandola per l’interesse e l’attenzione che ha rivolto al mio pezzo, le fornisco alcuni chiarimenti sull’articolo, come da lei richiesto.
La mia indagine sui “cervelli in fuga” dall’Italia, argomento oggi quanto mai delicato e spinoso, si è basata, come già riferito nel mio articolo, in particolar modo su uno studio a riguardo pubblicato on-line dal Centro di Ricerca e Documentazione “Luigi Einaudi” ed inoltre su alcune notizie battute recentemente dall’Ansa, che a loro volta avevano le loro origini da alcuni dati in proposito emersi durante un convegno svoltosi presso la Fondazione “Rodolfo De Benedetti”.
Né le notizie di cui le dico, né lo studio del Centro Einaudi, riferivano in modo specifico su singole università o su città particolari, e tanto meno su facoltà specifiche. Lo studio, così come il mio lavoro che ha potuto leggere, vuole fornire una visione d’insieme sulla situazione attuale e ci informa solo a livello generico sulla situazione dei vari stati, e per la verità nemmeno su tutti i maggiori.
L’unico dato chiaro che emerge è che, le mete più ambite dai nostri “cervelli in fuga” sono gli Stati Uniti ed il Giappone, ma non è indicato nient’altro.
Forse, ma questo è un mio punto di vista, anche perché sarebbe non impossibile ma troppo complicato, considerato che ogni situazione ed ogni dato statistico differirebbero se si dovessero prendere in considerazione le singole città, dato che evidentemente ogni risultato a quel punto informerebbe su un ambito di studio e di ricerca diverso.
Le faccio degli esempi, semplici ma chiarificatori: un ricercatore-medico potrebbe andare in America, ma magari un filosofo andrebbe in Germania o in Francia, un ingegnere in Olanda, un informatico in Giappone, e così via dicendo,…
Ecco tutto sarebbe molto complesso e soprattutto molto lungo.
In definitiva, mi spiace non potere fornire risposte più esaustive a quello che mi ha chiesto, ma come ripeto gli studi esaminati non presentano e non prevedono questo tipo di particolari.

Ada Fichera