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EXTRA VERGINI A DOP. IMPOSIZIONI DALL'ALTO E FURBESCHI AGGIRAMENTI

Norme particolarmente restrittive in tema di oli Dop. Ci scrive Felice Modica: "si ha la sensazione di uno Stato ostile" Ma è vero che c'è un sottile piacere nel rendere complicata la vita alle persone per bene?

29 gennaio 2005 | T N

Caro direttore,
non m'intendo molto di leggi e decreti, ma pare che un decreto ministeriale del '93, il n. 573, stabilisca norme particolarmente restrittive in tema di oli dop. Mi spiego, la certificazione rilasciata dall'ente autorizzato, in base alla quale un olio può fregiarsi della denominazione di origine protetta, varrebbe 45 giorni appena. Trascorsi i quali, perché l'olio in questione continui ad essere dop, sarebbe necessario risottoporlo ad analisi chimiche e a panel test. Ovviamente presso laboratori autorizzati. Per ovviare a questo scherzetto (che incide per circa 250 euro a botta), occorre conservare l'olio sotto azoto e ad una temperatura compresa tra i 13 e i 15 gradi centigradi. Il tutto può essere dichiarato tramite autocertificazione.
Ora, l'impianto di azoto va benissimo. Del pari, la conservazione al freddo è cosa buona e giusta. Un conto, però, è una scelta aziendale orientata verso la qualità, un altro l'imposizione dall'alto che, oltretutto, si presta a furbeschi aggiramenti. Esempio: certifico 100 q.li di olio DOP e li imbottiglio tutti entro i primi 45 giorni. Sarò in regola. Comunque io conservi le bottiglie, anche al caldo e alla luce. Evidentemente non è questo il risultato voluto dal legislatore... Perché, inoltre, una norma del 1993 viene applicata solo oggi? Vale per tutte le DOP o solo per la DOP Monti Iblei. Mi piacerebbe che qualcuno in grado di farlo risponda alle mie domande. Comunque si giri la frittata, è certo che si ha la sensazione di uno Stato ostile. Di un sistema che rende sempre più complicata la vita alle persone per bene. In questa cara e porca Italia.
Con amicizia,

Felice Modica

Sì, le persone per bene subiscono affronti irriguardosi da uno Stato che si dimostra a tutti gli effetti ostile. Però il tessuto sociale che costituisce il nostro Paese merita la situazione che si sta vivendo. La democrazia è solo un sogno, un'aspirazione impossibile. Riuscire a lavorare è un'impresa ardua, ma si va avanti ugualmente, a costo di grandi sacrifici. Peccato che l'immaturità e la scarsa intelligenza di alcuni impediscano a un Paese di volare alto. Abbiamo le Dop e in realtà è come non averle: sono ininfluenti quanto ai numeri, incidono poco sui mercati. I sistemi che le muovono sono ingessati e non favoriscono certo le persone per bene. Troppo interessi frenano ogni sano impulso imprenditoriale. E' uno sfogo il mio che si unisce a un altro sfogo? No, è l'amara considerazione di chi assiste a una realtà davvero sgradevole. L'incapacità di far decollare le Dop sono da attribuire a tutti gli attori della filiera e in primo luogo alle Istituzioni. C'è troppa leggerezza e superficialità, un'incapacità di gestire al meglio le opportunità. Faremo presto un'inchiesta sulle Dop degli extra vergini. Già in questo numero è possibile leggere qualcosa. La risposta alle questioni poste dsarà affrontata nei prossimi numeri con un'inchiesta.
Bisogna avere fiducia, non bisogna mai desistere, nonostante tutto. Però una buona idea ci sarebbe : perché non fondare un partito degli insoddisfatti - di coloro che ancora provano sentimenti di indignazione - e chiamare questo partito "Porca Italia"? Mica male come spunto... Tanto la politica oggi è a livelli così bassi, ma così bassi, da poter pensare tutto possibile...

Luigi Caricato