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Registri Sian? Burocrazia che soffoca
Ci scrive Luciano Presti: avete visto che tipo di lavoro viene richiesto al frantoiano e al confezionatore d'olio? Senza considerare l'enorme spreco di tempo per ogni movimentazione. Intanto chi sbaglia paga
25 giugno 2011 | T N
Gentile Direttore,
sono pienamente in sintonia con il discorso fatto dalla Sig.ra Montini.
Per me questa è un'Italia che sta andando allo sfascio. Non c'è assolutamente voglia di fare squadra e di far valere gli interessi di categoria. Ognuno per la sua strada, tanto alla fine cosa importa chi ne farà le spese?
Ritengo assolutamente assurdo sobbarcare di tanto lavoro "inutile" le piccole aziende che con tanta fatica producono olio di qualità, quando sono certo che i furbi continueranno a fare sempre i furbi, anzi diventeranno ancora più astuti ed affineranno le loro tecniche di elusione.
Qualcuno di voi ha per caso provato il nuovo sistema di trasmissione dei dati per via telematica ? Avete visto che tipo di lavoro viene richiesto al frantoiano e al confezionatore di olio e l'enorme quantità di tempo che si deve perdere per ogni movimentazione? Vi siete mai chiesti quanto è grande la probabilità di commettere degli errori in fase di immissione dei dati, errori peraltro sanzionati con pesanti multe ?
Tutto questo è inaccettabile, e la cosa che mi fa veramente andare fuori di testa è la tranquillità con la quale stiamo tutti a guardare come se non aspettassimo altro che avere ulteriori complicanze di gestione aziendale.
Bisogna che qualcuno intervenga, con decisione e pugno di ferro, perchè queste leggi non fanno altro che rendere meno competitive le ns aziende olearie, dal momento che per far fronte a tutte queste registrazioni, è necessario formare del personale appositamente che dovrà dedicarsi solo adempiere alle prescrizioni di legge.
Alla fine chi ne pagherà le conseguenze saranno sempre le aziende agricole ed i consumatori finali che dovranno pagare un prezzo più alto per l'olio che acquistano, sempre ammesso che siano ancora disposti a comprarlo ad un prezzo più elevato.
Eppure il sistema che secondo me andava usato per il 100% italiano esisteva ed era quello di tracciare le importazioni di olio all'ingresso dell'Italia, ponendo queste norme di tracciabilità a carico di quelle aziende e multinazionali di grosse dimensioni che possono permettersi di mantenere del personale a perdere tempo con queste registrazioni. E' chiaro a questo punto che se un'azienda non commercializza olio di importazione sarebbe esonerata da questi obblighi assurdi ed inutili.
Con questo sistema pieno e traboccante di burocrazia si rischia di soffocare ancora una volta l'economia agricola, che già di per se non gode di ottima salute.
I nostri burocrati fanno le leggi a tavolino, ma non si rendono affatto conto di quale difficoltà incontreranno le ns aziende per far fronte agli impegni ai quali dovranno adempiere.
Mi auguro che molti di voi possano prendere spunto da questa lettera per rivoltarsi in modo civile contro questa ragnatela di burocrazia che ci sta letteralmente soffocando.
Luciano Presti

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