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Registro telematico Sian, nessuna protesta

Ci scrive Maria Montini, manifestando stupore e perplessità per la rassegnazione da parte delle imprese olearie. Queste, se da una parte lamentano eccessi di burocrazia e incrementi dei costi, dall’altra non agiscono

18 giugno 2011 | T N

Caro Direttore,

dal primo luglio 2011 il registro telematico sul sito del Sian diventa obbligatorio per frantoi, imprese di confezionamento, commercianti di olio sfuso e per i produttori che commercializzino olio ottenuto da olive diverse da quelle prodotte dalla propria azienda.

Da tale data non si potrà più procedere quindi con i registri cartacei.

I frantoi e le diverse aziende che imbottigliano hanno dovuto, e stanno sostenendo notevoli costi per adeguarsi ai nuovi obblighi perché i dati aziendali per essere inseriti sul registro Sian è necessario che vengano elaborati in modo che due sistemi operativi azienda –sian dialoghino.

Ora mi chiedo come mai non si sono sollevate proteste da nessuna parte. Anche le associazioni dei consumatori non hanno sollevato obiezioni.

Qualcuno ha pensato che continuano ad aumentare i costi e che questi vengono sempre pagati dal consumatore? Ci sarà forse più qualità del prodotto in virtù di queste registrazioni?

Un cordiale saluto

Maria Montini

 

 

Bella lettera, la sua.

Strano che non ne siano giunte altre, di analogo tono e respiro, sull’argomento.

Debbo pensare che tutti siano evidentemente felici per l’introduzione di una nuova imposizione burocratica. Dov’è mai il problema? Tanto i costi ricadono tutti sulle aziende. Per il fatto che non ci siano proteste, debbo pensare che in molti non desideravano altro dalla vita. Anzi, ce l’avevano come pensiero fisso nella mente: vogliamo il registro Sian, vogliamo il registro Sian, vogliamo il registro Sian. E l’hanno avuto. Sono stati accontentati. Buon lavoro agli amanrti della burocrazia. E, mi raccomando: divertitevi.

L. C.

 

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Tommaso Ruffini

23 giugno 2011 ore 10:58

A me non sorprende certo, che nessuno dica niente. Possiamo certo dire che noi frantoiani abbiamo la scorza dura e siamo ormai rassegnati a doverne subire di tutti i colori. Ho dovuto persino assistere ad una riunione divulgativa in cui certe facce toste hanno cercato addirittura di farci credere che tutto questo fosse nel nostro interesse, per la tracciabilità e quindi la valorizzazione del prodotto e che in fondo non cambiava nulla dal registro cartaceo. Al che mi sono permesso di sottolineare due aspetti di questo cambiamento:
- essendo il portale Sian una vera e propria giungla (volutamente) è chiaro che la tenuta telematica del registro potrà essere effettuata solamente attraverso i programmi gestionali. Ecco spiegata la presenza alla riunione di un rappresentante di una nota azienda produttrice di macchine olearie e di software per frantoi, ed ecco quindi dov'è che sta il primo interesse di questa normativa.
- altri interessi potrebbero essere quelli di chi riuscirà ad usufruire (magari tramite qualche Università "convenzionata") dell'enorme banca dati che si verrà a creare, per studi e ricerche di mercato. Penso di nuovo a grandi aziende costruttrici di impianti oleari e a multinazionali commercianti e confezionatori di olio.
Le conseguenze di tutto questo? Più costi per la filiera e per i consumatori, più olive che rimarranno sulle piante, più olio fuori dal registro.
Nel mio caso, obbligato quindi all'acquisto di un programma gestionale da 2.000 e più euro, inizierò sicuramente a risparmiare sulla quota associativa.

Un cordiale saluto!

Tommaso Ruffini
Frantoio Torresi