La voce dei lettori

DOP PER L'OLIO DI OLIVA, SPERANZE VANIFICATE

Una coraggiosa lettera di denuncia della produttrice Antonella Pinna: "comprenda la mia indignazione, la mia rabbia..."

08 gennaio 2005 | T N

Egregio Direttore,
ho letto con interesse il nuovo numero della Sua rivista, che apprezzo sempre più e per la quale Le faccio i più sinceri complimenti.
Mi sono soffermata in modo particolare sulla lettera del presidente dell'UNAPROL sulla quale davvero mi astengo dal fare commenti. Dopotutto si commenta da sè...
Però ho avuto un sussulto nell'apprendere che l'Unione Europea aveva riconosciuto altre due DOP all'Italia e tra esse speravo - credevo - di poter trovare quella richiesta dalla Sardegna... E invece, anche stavolta tale speranza è stata vanificata...
Non ho parole!
Altre volte le ho espresso tutto il mio disagio per la politica delle istituzioni della mia Regione in materia di olio d'oliva...
Mi sono persino sentita dire, a fronte della mia ripetuta richiesta ad una partecipazione della Regione al SOL, da un alto dirigente della passata amministrazione "perchè mai fossi così desiderosa di prendere parte a tale manifestazione visto che il settore olivicolo sardo versava in una crisi così profonda al punto che alcuni oleifici erano falliti o sul punto di fallire...". Della serie: aiutiamoli a morire!
Non voglio ripetermi ma comprenda la mia indignazione, la mia rabbia, per una siffatta condotta. Non ha proprio giustificazioni.
Con la stima di sempre.

Antonella Pinna


La rabbia in certi casi è comprensibilissima. C'è anche il disgusto che subentra. Chissà che il mondo olivicolo in Italia non diventi più maturo e consapevole negli anni a venire... Me lo auguro, ma ho poche speranze. Nel calcio - dove pure le anomalie sono tante e irrisolte, come spesso accade per molti settori in Italia - la prassi è più chiara: l'allenatore che non vince viene sostituito senza indugi con un altro, dal quale però si pretendono i risultati. Non è così nel comparto oleario: abbiamo i soliti noti che scorrazzano nei luoghi del potere senza nulla mai fare di concreto per le sorti di una olivicoltura in arretramento. Ma la colpa, mi creda, è degli olivicoltori: se tutti fossero così sensibili e preparati, capaci e seri come lei, sarebbe un mondo diverso: ci sarebbero altri rappresentanti del settore, più qualificati e propositivi. Ora siamo invece sprofondati nel buio, perché non vi è una base dalle fondamenta solide. Ci auguriamo che "Teatro Naturale" riesca nell'arduo compito di educare chi rifiuta di crescere e maturare. Complimenti per l'impegno e la determinazione con cui va avanti: occorre coraggio in un mondo in cui si è soli, terribilmente soli...

Luigi Caricato