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Analisi e proposte intorno alla crisi dell'agricoltura

Una lettera aperta alle autorità della Regione Sicilia, di cui ci porta a conoscenza il presidente dell'Ordine degli Agronomi della Provincia di Trapani Giuseppe Pellegrino

30 ottobre 2010 | T N

Al Presidente della Regione Sicilia – On. Raffaele Lombardo
A tutte le istituzioni della Provincia di Trapani – Prefetto, Sindaci, Deputati Regionali, Nazionali ed Europei
E p.c. ai Vescovi di Trapani e Mazara del Vallo
“ Alla Stampa

Oggetto: CRISI DELL’AGRICOLTURA - ANALISI E PROPOSTE

Gli Agronomi e Forestali della Provincia di Trapani, in relazione al disagio che provano assieme agli agricoltori per la crisi agricola che investe i prezzi delle uve da vino, dell’olio di oliva e del grano duro, esternano la seguente analisi:

1. La nostra categoria in questi anni, sia da liberi professionisti che da dipendenti pubblici, ha contribuito a ristrutturare le aziende agricole e a creare la cultura della produzione di qualità partecipando al riconoscimento della rete dei vini D.O.C., delle D.O.P. per gli oli, le strade del vino etc. , tutti strumenti idonei per seguire l’unica strada del riscatto che è quella del confronto con il mercato e la collocazione delle bottiglie di vino e olio in Italia e nel mondo;
2. Malgrado le strutture di trasformazione realizzate negli ultimi decenni con fondi pubblici, anche Comunitari, e l’avvenuta ristrutturazione soprattutto dei vigneti per produrre vini di qualità abbia raggiunto livelli ottimali, il prezzo dei prodotti agricoli non riesce a coprire i costi di produzione pari a circa € 2500 – 3000 su ettaro per il vigneto contro una produzione di uva che in questi anni raggiunge € 1500 – 2000 su ettaro; di conseguenza molti produttori stanno procedendo alla estirpazione di molti vigneti creando anche un rilevante problema ambientale ( immaginate la Sicilia e la provincia di Trapani senza questo patrimonio di verde);
3. E’ documentato dal decreto del Consiglio dei Ministri del 2 settembre 2005 – Presidente del Consiglio -Berlusconi, il riconosciuto dello stato di crisi del prezzo delle uve da vino e la presenza del cartello dei prezzi ( gli speculatori controllano i prezzi al ribasso a danno dei produttori). In particolare il prezzo delle uve da vino in provincia di Trapani è inferiore al resto della Sicilia. Purtroppo ancora oggi, il cartello dei prezzi del 2005 non è stato smantellato, possibilmente perché il Governo non ha impartito precise direttive di intensificazione dei controlli della Guardia di Finanza, dell’Agenzia delle Entrate e dell’Antitrust sulle filiere agroalimentari in cui si siano verificati anomali andamenti dei prezzi;
4. Sicuramente la crisi è aggravata dall’ingresso di prodotti di pessima qualità, vino, olio, grano duro provenienti da paesi extracomunitari a causa di un controllo non adeguato delle autorità competenti e dalle contraffazioni di prodotti anche siciliani;
5. Il sistema cooperativo siciliano, che fino al 2005 è riuscito a garantire prezzi remunerativi agli agricoltori, oggi deve spingere per la creazione della D.O.C. Sicilia e per un progetto di fusione delle strutture al fine di creare pochi poli produttivi in grado di controllare il mercato, peraltro favorito da un recente provvedimento della regione Siciliana;
6. E’ indispensabile per noi, continuare a valorizzare le nostre produzioni di qualità attraverso la valorizzazione delle D.O.C. dei vini, quali: Marsala, Alcamo, Erice, Salaparuta, Pantelleria, Delia Nivolelli, la valorizzazione delle D.O.P. degli oli, Valle del Belice e Valli Trapanesi e intensificare gli sforzi per conquistare i mercati internazionali inserendo il nostro territorio e la nostra storia dentro le bottiglie di vino e di olio;
7. Le potenzialità affinchè l’agricoltura siciliana possa affermarsi e produrre reddito ci sono tutte se si riesce a smantellare il cartello e a fare in modo che le strutture che hanno ottenuto fondi pubblici siano incoraggiate e “controllate” a partecipare agli accordi di filiera che ad Asti o in altre parti d’Italia si ripetono ogni anno ( I viticoltori del Moscato D’Asti non possono ricevere meno di € 7.000,00 ad ettaro), mentre in Sicilia rimangono enunciazioni.
In conclusione, si sta verificando un grande problema sociale con l’abbandono di numerose aziende vitivinicole, olivivicole e cerealicole e sono a rischio circa 25.000 posti di lavoro nel solo settore vitivinicolo e altrettanti per l’indotto, senza considerare il settore cerealicolo e olivicolo.
Purtroppo questo dramma sociale per almeno dieci volte più grande di quello di Termini Imerese non ha trovato riscontro e attenzione nella stampa regionale e nazionale e nemmeno nei rispettivi governi.
Tapani, lì 25.10.2010

l presidente dell'Ordine degli Agronomi della Provincia di Trapani
Dr. Agr. Giuseppe Pellegrino