Editoriali

UN UOMO, UN ESEMPIO, UN RICORDO

16 ottobre 2004 | Alberto Grimelli

Si è spenta una luce.
Un faro, un appiglio sicuro, anche nel mare in tempesta, poggiato su solida roccia, immobile ed imperturbabile.
Voglio ricordare così un caro amico, Giacomo Macario.
Ricordo la sua inestinguibile energia, la sua tenacia, determinazione. Ricordo la sua disponibilità quando, muovendo i primi passi su Teatro Naturale, gli ho chiesto un’intervista. Le sue riflessioni, i suoi consigli, le sue idee sono un patrimonio a disposizione di tutti i nostri lettori.
Vita attiva, alle volte frenetica, ha ottenuto in campo professionale affermazioni e riconoscimenti.
Ha creato, ha realizzato, ha combattuto.
Figlio di un’epoca, il periodo post bellico, caratterizzata da difficoltà, da stenti e anche da durezze ed asprezze non ha mai sacrificato il suo profondo senso morale ed etico sull’altare del pagano dio denaro. Ha rifuggito il rampantismo, ovvero la forma degenere e perversa di competizione lavorativa, affidandosi alla sua serietà, alle sue capacità e ai suoi valori.
Ha vissuto con la convinzione che il dinamismo del mondo contemporaneo non fosse affatto in contrasto con i principi tradizionali e quelli religiosi.
Ha vissuto secondo questi valori e ha vinto.
Onestà, lealtà e rispetto non gli sono stati d’intralcio ma anzi sono state le solide basi su cui costruire tutti i suoi successi. Evitando le scorciatoie e senza avvantaggiarsi con indebiti trucchetti il percorso che ha dovuto compiere è stato certamente più faticoso e tortuoso ma le difficoltà lo hanno anche forgiato, lo hanno reso più forte, più combattivo, più preparato. Un uomo e un professionista migliore.
La sua vita è una testimonianza, un fulgido esempio per quanti venissero attratti da false quanto volatili lusinghe e da comodi espedienti.
In fondo la luce non si è spenta.