Editoriali

Igp Toscano, un passo avanti

24 gennaio 2009 | Alberto Grimelli

Quotazioni destinate a una sostanziale stabilità.
Serpeggiava molta preoccupazione fra gli olivicoltori per una campagna record, con quantità che sono raddoppiate, se non triplicate, rispetto a quella precedente e sono più elevate rispetto alla media.
Legittima apprensione se teniamo conto anche del drastico calo su tutti i mercati dei prezzi dell’extra vergine che oggi sono inferiori ai 2,5 euro/Kg.
Nonostante tali tensioni, il temutissimo crollo delle quotazioni dell’extra vergine Igp Toscano non c’è stato e, seppure i produttori si lamentino, una diminuzione del 10-15% rispetto all’anno passato può essere ritenuta fisiologica.

Siamo infatti in una situazione ben diversa dal 2005, quando Teatro Naturale polemizzò apertamente con il Consorzio e con altri illustri esponenti del mondo olivicolo toscano (link esterno; link esterno).
Allora il prezzo dell’extra vergine Igp scese in poche settimane da 7 a 4,5 euro/Kg.
Inaccettabile, tanto da farci titolare “chi ha ucciso l’olio toscano?” (link esterno).

Cos’è cambiato? Apparentemente nulla.
I soggetti che dominavano il mercato sono sempre gli stessi e si sono persino rafforzati.
Anche allora a una campagna modesta ne succedette una ottima e abbondante.
La politica, le istituzioni, nel frattempo, sono rimaste più o meno immobili.
Lo scenario macroeconomico, anzi, è notevolmente peggiorato e spinge per una contrazione dei prezzi di tutte le materie prime (vedi petrolio).

Qualcosa tuttavia è mutato e, dopo un lungo e tortuoso percorso, si è arrivati là dove, fin dall’inizio, Teatro Naturale auspicava che si giungesse: un accordo di cartello. Vi è, finalmente, una concentrazione dell’offerta di olio extra vergine Igp Toscano che limita le possibilità di contrattazioni, e il gioco sporco, dei buyers nazionali e internazionali.
L’operazione è contro le leggi del libero mercato ma, vogliamo dirlo? CHISSENEFREGA!
Ha permesso di mantenere una quotazione accettabile, di stimolare a raccogliere le olive e, forse, di ridare un minimo di fiducia.

Non è poco ma si può fare di più, molto di più.
Consideriamo conclusa la fase uno.
E’ ora di passare alla fase due.

Promozione e valorizzazione del prodotto, progressivo aumento del prezzo fino a giungere, entro pochi anni, alla fatidica soglia dei 7,5-8 euro/kg che permette di remunerare dignitosamente la maggior parte dei produttori olivicoli toscani, così mantenendo la base produttiva regionale, magari stimolando anche qualche investimento.
Certo l’olivicoltura eroica, in alta collina o in montagna, dove la coltivazione dell’olivo avviene ancora su terrazze o a pendenze tali da escludere la meccanizzazione, dovrà trovare altre strade per spuntare prezzi adeguati agli sforzi profusi e alle elevate spese necessarie.

Tutto non si può avere, non subito.
Abbiamo infatti previsto anche una fase tre, ma è meglio procedere un passo alla volta.