Editoriali
Adriano Celentano, sindaco di Milano
28 aprile 2012 | Alberto Grimelli
E' scoppiata la bagarre tra il sindaco di Milano Giuliano Pisapia e il molleggiato, Adriano Celentano.
Dopo che il cantautore aveva sostenuto l'arancione Pisapia durante la campagna elettorale, ora il voltafaccia. Sembra solo incredibile che il tutto sia avvenuto per 15 platani, seppure secolari.
15 alberi che si ergono a simbolo di una fiducia tradita per l'ambientalismo, sventolato in campagna elettorale, ma poi non praticato nei fatti. Questa l'accusa di Adriano Celentano a Pisapia.
GrandiStazioni enigineering taglia alcuni alberi, per agevolare la percorribilità viaria in via Sammartini e diminuire gli oneri di manutenzione. Il Comune di Milano fa lo gnorri ma qualche zelante lettore del Corriere della Sera munito di telefonino scatta alcune foto. La polemica è servita.
A nulla sono valse le scuse del sindaco Pisapia attraverso un comunicato: “i gravissimi danni ai platani nelle vicinanze della Stazione Centrale sono un fatto inaccettabile e proprio per questo, accertate le responsabilità, è già stata prevista l’opera di ripristino a cura e spese della società GrandiStazioni engineering.”
Ad Adriano Celentano non basta ed ecco che detta un programma di lavori al sindaco. Un piano “coinvolga per intero la strada incriminata, ove per tutta la sua larghezza, dal muro della stazione a quello del palazzo di fronte e quindi per tutta la sua lunghezza, sia rivestita di VERDE, dove né i pullman né le macchine potranno avere accesso. Con una pista ciclabile arancione dai bordi viola chiaro, che per la gioia dei passanti diventerebbe il “Giardino dorato” dei bambini”.
Ecco come una polemica sensata, in merito allo scarso grado di attenzione verso il verde pubblico, spesso visto come solo elemento di decoro, può trasformarsi in una manifestazione di puro idealismo, svincolata dalla realtà, dalle sue regole e anche dal buon senso.
E' raro trovare amministrazioni pubbliche che realmente pianifichino il verde urbano secondo criteri tecnici validi. E' ancora più raro che vi siano censimenti delle piante storiche comunali e che si redigano piani di manutenzione ordinaria e straordinaria. Il verde pubblico è un semplice ornamento. Basta mandare una squadra di operai con una motosega per fare qualche taglio ed è servita la potatura. Poche differenze rispetto all'installazione delle luminarie natalizie, poca coscienza che ci si trova di fronte ad esseri vivi.
Allo stesso modo è però utopistico e irragionevole pensare che, a fronte di un indubbio danno, si debba rimediare attraverso l'improvvisazione, ovvero rivestendo di verde una via, facendola diventare isola ciclabile e pedonale senza tenere di conto delle esigenze di viabilità, della logistica e delle infrastrutture. “Giardini dorati” siffatti spunterebbero in maniera caotica e disordinata e si tratterebbe di microisole verdi, ben lontane da quei meravigliosi polmoni verdi che sono il vanto e l'orgoglio di metropoli internazionali, da New York a Londra, arrivando fino a Tokyo.
Se certi temi, quali il verde urbano, a proposito dei quali superficialità e incuria sono la norma, ben venga un po' di attenzione dovuta alla provocazione e polemica da parte di un noto personaggio.
Quando si passa dalla critica alla proposta occorre però un diverso approccio: razionale, tecnico, meditato e ben ponderato.
La reazione emotiva e viscerale è assolutamente legittima di fronte allo scempio di alcuni platani secolari abbattuti ma non è con l'istinto che si fa pianificazione territoriale e del verde.
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Accedi o RegistratiUmberto Donà
30 aprile 2012 ore 09:26L'Adriano Nazionale è convinto che i platani siano come lui: immortali.
antonio checchi
29 aprile 2012 ore 09:11Gli alberi gravemente ammalati devono esere abbattuti. Successivamente dopo un progetto di riqualificazione si possono ripiantare. Basta con i talebani del verde a spese dei contribuenti.
Anto
Francesco Ferrini
29 aprile 2012 ore 08:14Caro Grimelli, mi ero riservato di non commentare più questa notizia che mi vede coinvolto in prima persona, visto che, a fronte di una richiesta di un parere pro veritate del comune di Milano, sono stato io a "fortemente suggerire" la rimozione dei platani che non erano né secolari (max 60-70 anni, ma alcuni 15-20), né in buone condizioni. I lavori maldestramente effettuati da Grandi Stazioni, con taglio a raso tronco l'apparato radicale, li avevano resi alquanto instabili (tanto è che due sono caduti fra il momento del mio parere e il taglio) e avrebbero creato una situazione di rischio per i cittadini. Il Sindaco e l'Amministrazione Comunale non hanno altro che il loro dovere, cioè garantire la sicurezza del cittadino, provvedendo a eliminare il potenziale rischio che si era creato. Quindi il taglio non è avvenuto per "agevolare la percorribilità viaria in via Sammartini e diminuire gli oneri di manutenzione", ma per semplici, ma fondamentali ragioni di sicurezza. Purtroppo su questa vicenda sono state sparse parole al vento (in primis quelle della Fedrigotti e a seguito quelle di Celentano, ma nessuno si è preso la briga di chiedere al sottoscritto le motivazioni del taglio. Chi mi conosce sa bene quanto, nella mia vita professionale, ma anche privata, mi sia speso a difesa degli alberi In questo caso la difesa dell'incolumità del cittadino era più importante e, come suggerito nella mia relazione, l'abbattimento sarà compensato da nuovi impianti, più razionali e soprattutto più fruibili. Chi si erge ora a difensore degli alberi forse si scorda le condizioni in cui versava l'area in precedenza. Degrado totale e utilizzo come parcheggio con grossi problemi agli alberi alcuni dei quali versavano in pessime condizioni (uno era addirittura già morto in precedenza. Le allego anche la lettera aperta che ho "postato" su Facebook e inviata al Corriere che è rimasta, come prevedevo, senza risposta.
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Caro Celentano, mi dispiace che anche Lei sia caduto nell'errore della Sig.ra Bossi Fedrigotti che non si è informata prima della sua reprimenda sul Corriere di giovedì scorso. Il Comune, in questo caso, è una vittima, come lo sono i cittadini, di un intervento devastante (questo si) operato dalla ditta che ha in appalto i lavori per Grandi Stazioni. Le macchine operatrici avevano, infatti, prodotto irrimediabili danni all'apparato radicale degli alberi rendendoli instabili, tanto è che poco prima del taglio due erano già caduti, per fortuna all'interno dell'area di cantiere. Proprio per garantire la sicurezza dei cittadini si è proceduto al taglio (da me fortemente suggerito) dei platani che saranno ripiantati nel prossimo autunno. Ho anche suggerito al Comune una riqualificazione della zona in modo da renderla più fruibile.
Quello si può imputare al Comune di Milano è solo un difetto di comunicazione. Un cittadino informato è certamente consapevole che, in situazioni come quella in oggetto, è dolorosamente necessario procedere all'abbattimento, nella speranza di poter creare ancora più verde nel futuro
luigi giannelli
02 maggio 2012 ore 08:29Ma gli ambientalisti chi sono?Dove sono ?Cosa fanno? Sarebbe opportuno che dimostrassero una vera vocazione ambientalista supportata dalla scienza,dalla tecnica e da una realistica visione dei problemi da affrontare.Male ha fatto Pisapia ,abbattere piante secolori non è solo uno scempio ma un vero crimine che andrebbe punito pesantemente.