Editoriali

SIAMO TUTTI MAFIOSI

11 dicembre 2004 | Graziano Alderighi

L’agricoltura è Cosa Nostra.
La criminalità organizzata è penetrata, a fondo, nel mondo rurale.
Non è una novità eclatante, in realtà non è neanche una novità.
La manodopera agricola, attraverso i caporali, viene gestita, molto spesso, proprio da mafia, camorra e n'drangheta. Alcuni mercati ortofrutticoli, anche di rilevanza regionale, se non nazionale, vivono sotto la tutela di queste organizzazioni.
Le prime storie di pressioni indebite, minacce, estorsioni me le raccontò mio nonno e risalgono a molti anni or sono. Vicende di misteriose sparizioni di mezzi agricoli, di cessioni a prezzi stracciati di interi raccolti si sentono narrare, oggi come ieri, presso le borse merci di molte province.
Le parole, di qualche giorno fa, del funzionario della Direzione Investigativa Antimafia sulle intromissioni della criminalità organizzata nell’agricoltura italiana hanno colto di sorpresa solo i più ingenui e sprovveduti.
Eppure i titoli dei giornali e i servizi dei telegiornali hanno destato scandalo e indignazione. Levare, così palesemente, il velo su questo fenomeno ha provocato stupore e scalpore.
Infatti, fino a quando dati, numeri e cifre girano nell’ambito della ristretta cerchia degli addetti ai lavori, come accaduto per il dossier “Campagne sicure” della Confederazione italiana agricoltori (ndr TN 10 Anno 2, 6 Marzo 2004) la scomoda verità è coperta, nascosta. Su questo argomento, infatti, meglio che viga il silenzio, sono ammissibili solo poche frasi, ma proferite sottovoce, quasi di nascosto, con timore.
Meglio che i consumatori non sappiano in realtà quanti i prezzi possano essere condizionati da oscure manovre di una o più “cupole”.
Prevale, in ambito agricolo, la rassegnazione, se non la connivenza. Le frasi “è sempre stato così” oppure “se ne deve occupare lo Stato” sono alibi, valide scuse per evitare di esporsi, di lottare. Sono infatti ancora pochi gli agricoltori che si ribellano, che combattono per i loro diritti, per la loro libertà, per non avere più paura. I più, chinando la testa e, assoggettandosi alla criminalità organizzata, ne agevolano le attività, i profitti, i guadagni, i traffici.
Perchè, allora, sorprendersi o risentirsi quando televisione e giornali dichiarano che, in agricoltura, è la criminalità organizzata a dettar legge?